Indagini serrate da parte della polizia di stato nell’omicidio del ragazzo di 15 anni avvenuto due notti fa a Napoli.
Individuato dalla polizia di stato e condotto in Questura. Le forze dell’ordine lo hanno interrogato per ore. Si tratterebbe di un ragazzo probabilmente coinvolto nell’omicidio di Emanuele Tufano, il 15enne ucciso due notti fa in pieno centro a Napoli. Nuovi interrogatori di sospettati potrebbero avvenire già nelle prossime ore.
Stando alle prime informazioni si tratterebbe di un minorenne, proprio come la giovane vittima della sparatoria. Un caso salito immediatamente alla ribalta delle cronache nazionali. Il ragazzino è stato condotto in Questura a Napoli per essere ascoltato dagli investigatori della squadra mobile e dai magistrati inquirenti. Forze dell’ordine e pm per tutta la giornata di ieri hanno lavorato ininterrottamente per ricostruire la dinamica della tragedia.
I poliziotti sono giunti a lui attraverso l’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona in cui è avvenuto il delitto. Il corpo senza vita di Emanuele è stato ritrovato alle ore 2 circa in via Carminiello al Mercato, all’angolo con corso Umberto I, in pieno centro a Napoli. Il giovane è rimasto ucciso da un solo colpo di pistola, ma la polizia ne ha repertati almeno 20 tra quelle stradine.
L’ipotesi è che il 15enne, insieme ad altri due amici che sono rimasti feriti ma che non sono in pericolo di vita, sia rimasto coinvolto in una lite tra bande di ragazzini. “Credo che, come sempre in questi casi, si stia facendo tutto il possibile per individuare i soggetti responsabili. – aveva detto Michele di Bari, prefetto di Napoli – Abbiamo competenza in materia di prevenzione ed è lì che stiamo lavorando. Io posso solo dire che sono fiducioso, perché, come sempre è accaduto nel passato, qui l’autorità giudiziaria nel giro di qualche settimana individua i responsabili”.
Sull’omicidio del 15enne sono al lavoro più Procure: quella ordinaria, la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e quella Minorile. La polizia ha effettuato numerosi sopralluoghi ieri ed ascoltato numerose persone informate sui fatti, compresi i due amici di Emanuele rimasti feriti, anch’essi giovanissimi. Inizialmente i due avevano raccontato di aver subìto una rapina.
“Ci troviamo di fronte a una problematica che va affrontata con decisione. Avere tanti minori che spesso si muovono armati di notte ci dà preoccupazione e richiede una grande attenzione mirata alla prevenzione”, ha affermato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Omicidio a Napoli, indagini serrate di polizia e pm
In esclusiva per Notizie.com, invece, il parroco anticamorra don Luigi Merola ha detto: “Siamo quasi alla fine del mondo. Com’è possibile che non riusciamo ancora a gestire e a controllare un territorio, rimango senza parole. È necessario fare prevenzione, ma c’è bisogno anche di repressione. Basterebbe controllare tutti i motorini: scopriremmo che il 70% di essi non ha l’assicurazione. Il delinquente non avrebbe più il veicolo per delinquere”.
“La violenza e la spregiudicatezza di questi baby criminali sono assai difficili da intercettare e da prevedere. Pare ci siano zone franche in cui ognuno pensa di poter compiere ogni nefandezza possibile”, ha spiegato invece il magistrato anticamorra Catello Maresca, consulente della Commissione Bicamerale per le questioni regionali.