Israele e Iran: prima dell’attacco di stanotte, una serie di guerre clandestine, attacchi informatici e sabotaggi. L’escalation parte da molto lontano.
“La montagna ha partorito il topolino”. Il governo iraniano con questo proverbio ha sminuito i raid di questa notte, sabato 26 ottobre, subiti da Israele, che a sua volta ha risposto all’attacco di Teheran del primo ottobre.
Potrebbe stare proprio in questa affermazione la risposta che tutti si stanno aspettando in queste ore: cosa farà l’Iran? Può dirsi definitivamente concluso il botta e risposta a suon di raid tra Teheran e Tel Aviv? La comunità internazionale è in apprensione e chiede a gran voce di mettere un punto all’escalation.
Amir-Hossei Sabeti, parlamentare ultraconservatore dell’Iran, su X ha dichiarato che “una sicurezza stabile dipende dall’autorità e da una forte risposta al più piccolo errore del nemico. Sebbene la montagna degli israeliani abbia dato alla luce un topolino, le violazioni delle linee rosse dell’Iran devono essere affrontate a un livello che li sorprenderà”. E precisa anche che “il momento migliore per rispondere” a Israele “è proprio mentre è impegnato in una guerra di logoramento a Gaza e a Beirut”.
La risposta a livello politico dell’Iran in questo momento è ambigua. Il governo di Teheran infatti, è spaccato tra chi invoca un ulteriore attacco e chi segue una linea più moderata, chiedendo la fine dell’escalation. Un’escalation che parte da lontano e risale a decenni fa, cominciata con guerre clandestine e attacchi via terra, aria, mare, alle reti informatiche e sabotaggi, non sempre rivendicati.
Chi sono i Pasdaran e perché Israele li colpisce
Nel 1979, il leader filo-occidentale dell’Iran, Mohammed Reza Shah, alleato di Israele, fu spazzato via dalla rivoluzione islamica a favore di un nuovo regime teocratico sciita contro Tel Aviv. Nel 1982, mentre Israele invadeva il Libano, le Guardie Rivoluzionarie iraniane si allearono con i musulmani sciiti per dare vita a Hezbollah, il gruppo paramilitare più forte e nemico di Tel Aviv.
Tra il 1992 e il 1994, Argentina e Israele accusarono Iran ed Hezbollah di essere responsabili degli attentati all’ambasciata israeliana a Buenos Aires e a un centro ebraico. In entrambi i raid morirono decine di persone. Nel 2006 Israele affrontò Hezbollah in Libano per un mese, ma il conflitto finì senza né vincitori né vinti, con una fase di stallo.
Ad oggi, nel mirino di ci sono due cose: i Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione islamiche dell’Iran e il programma nucleare. Nel primo caso, Israele è accusato di aver puntato contro i componenti di maggior rilievo del gruppo d’élite, soprattutto al di fuori dei confini dell’Iran. Teheran punta il dito contro Tel Aviv per l’attacco aereo contro il proprio edificio consolare a Damasco (Siria) del primo aprile, nel quale sono morte undici persone, tra cui sette membri dei Pasdaran.
🚨Israele attacca Iran : “Rischio escalation”, la ricostruzione nei dettagli.⤵️ pic.twitter.com/5mPSzIcLSX
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Nel 2011, il generale Hassan Tehrani Moghaddam, responsabile dei programmi di armamento, rimase ucciso nell’esplosione di Bid Kaneh, in un deposito di proprietà delle Guardie della Rivoluzione islamica, a ovest di Teheran. Gli Usa attribuirono questo omicidio a Israele. A maggio 2022, Hassan Sayyad Khodaei, responsabile delle operazioni esterne dei Pasdaran, fu ucciso da due motociclisti mentre tornava a casa a Teheran.
Secondo il New York Times, Israele avrebbe confessato agli Usa di essere responsabile dell’attentato. A dicembre del 2023, Razi Moussavi, generale delle Guardie rivoluzionarie, fu assassinato in Siria nel quartiere di Sayyida Zeinab, a sud di Damasco. L’attacco è stato attribuito ancora una volta a Israele. Il militare era un amico di Qassem Soleimani, altra figura di primo piano dei Pasdaran, ucciso a Baghdad dagli americani nel 2020.
Il programma nucleare: Israele ritenuto responsabile della morte dei fisici iraniani
Nel caso del programma nucleare, Israele è ritenuto responsabile di raid mirati a diversi fisici iraniani. Tra loro, Mohsen Fakhrizadeh, fisico che si occupava del programma nucleare di arricchimento dell’uranio e in grado di creare ordigni atomici. Ucciso a novembre 2020 in un agguato mentre viaggiava a bordo della sua auto. Secondo il New York Times e altre fonti, Israele era coinvolto nell’omicidio.
Nella lista degli scienziati uccisi figura anche Mustafa Ahmadi-Roshan, professore universitario morto in seguito all’esplosione di una bomba piazzata in auto. Il fatto risale al 2012 e nell’agguato, avvenuto nei pressi dell’Università di Teheran, rimasero ferite altre due persone. Ahmadi-Roshan era il vice-direttore di Natanz, principale sito per l’arricchimento dell’uranio nel sud di Teheran.
“I can now confirm that we have concluded the Israeli response to Iran’s attacks against Israel. We conducted targeted and precise strikes on military targets in Iran — thwarting immediate threats to the State of Israel.”
Watch IDF Spokesperson RAdm. Daniel Hagari talk about the… pic.twitter.com/1OOss3etpV
— Israel Defense Forces (@IDF) October 26, 2024
C’è anche Majid Shahriari, scienziato e fisico nucleare, che lavorava per l’organizzazione atomica di Teheran. Ucciso nel 2010 nella capitale iraniana. L’ultimo della lista, Massoud Ali-Mohammadi, teorico quantistico e professore di fisica delle particelle elementari all’Università della capitale iraniana. Assassinato nel 2010 in un agguato di fronte casa sua, mentre andava a fare lezione. Per la sua morte, nel 2012 fu condannato e giustiziato Majid Jamali Fashi, che dichiarò di aver agito su ordine di Tel Aviv.
La morte di Ismail Haniyeh e i sabotaggi in mare
Israele è accusato anche di aver sabotato l’impianto nucleare iraniano di Natanz, per tre volte, nel 2021, nel 2020 e nel 2010 (in quest’ultimo caso con un attacco informatico col virus Stuxnet). È attribuito a Tel Aviv, infine, l’assassinio di Ismail Haniyeh, capo di Hamas e dell’amministrazione sulla Striscia di Gaza, ucciso il 31 luglio di quest’anno in un attentato durante l’insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Secondo il Wall Street Journal, a marzo 2021, Tel Aviv avrebbe preso di mira imbarcazioni contenenti benzina iraniana mentre erano dirette in Siria. E nel corso dello stesso anno le due potenze si sono accusate a vicenda di sabotaggi navali.