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Dossieraggio, “leggi più severe” e “commissione di inchiesta subito”: cosa farà ora la politica per difendere i cittadini

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Giovanna Sorrentino

Dossieraggio: le reazioni della politica all’inchiesta della Dda di Milano che ha fatto luce sulla rete di hacker. 

Mentre si sta allargando a dismisura l’inchiesta sui dati rubati, la condanna all’unisono della politica italiana. Il presunto dossieraggio arriva fino al Quirinale, per i pm la banda di hacker avrebbe violato una mail del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dossieraggio, “leggi più severe” e “commissione di inchiesta subito”: cosa farà ora la politica per difendere i cittadini (Ansa Foto) – notizie.com

Nel mirino anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa e suo figlio Geronimo. E Letizia Moratti, ai tempi delle regionali in Lombardia nel 2023, allo scopo di favorire la candidatura di Attilio Fontana. E il Viminale.

Il Pd ha chiesto che la premier Giorgia Meloni riferisca in Parlamento sulla situazione in via d’urgenza. I presidenti dei gruppi parlamentari Francesco Boccia e Chiara Braga parlano di vicenda “inquietante” e di un “sistema di sicurezza del Paese che fa acqua da tutte le parti”, utilizzato “dalla destra al governo per pericolosi dossieraggi e faide interne”. 

Meloni: “Siamo davanti al reato di eversione. Colpire Arianna è colpire me”

La stessa presidente del Consiglio ha condannato il fenomeno, parlando di “sistema di ricatto ed estorsione”. “Nella peggiore siamo davanti al reato di eversione”. Nel libro che uscirà nelle prossime settimane di Bruno Vespa aveva già parlato del fenomeno e dichiarato che “già alla fine del governo Draghi, quando si capiva che sarei potuta andare al governo”, su di lei ci sarebbe stato un dossieraggio.

Parla anche della sorella Arianna Meloni, al centro di un’altra indagine: “Si accaniscono su di lei perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è colpire me”. 

Ignazio La Russa ha commentato il coinvolgimento nell’inchiesta di Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano, che secondo i pubblici ministeri avrebbe chiesto di fare un report sul suo conto e sul figlio Geronimo. “Lo conosco da tanti anni, l’ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poterlo considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere più elementi quindi, prima di un giudizio negativo assai diverso su di lui”. 

Meloni: “Siamo davanti al reato di eversione. Colpire Arianna è colpire me” (Ansa Foto) – notizie.com

La seconda carica dello Stato si è detto “disgustato” per il fatto che ancora una volta la sua famiglia debba “pagare la colpa di chiamarsi La Russa” qualora le accuse venissero confermate. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha espresso solidarietà a La Russa, parlando di situazione preoccupante.

La solidarietà arriva anche da esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il presidente dei senatori Lucio Malan: “Necessario fare chiarezza al più presto, accertando i mandanti di tali attività, ma anche le loro finalità. Questo fenomeno costituisce un attentato alla nostra democrazia e alla nostra libertà”.

Dossieraggio, FdI: “Scoprire i mandanti”. Lega annuncia una proposta di legge

Speriamo che oltre agli esecutori materiali vengano scoperti anche i mandanti di quest’inquietante disegno eversivo. L’Italia sta diventando sempre più un popolo di poeti, santi, navigatori e spioni”. Così ironizza Sandro Sisler, Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione giustizia del Senato.

Intanto la Lega ha annunciato una proposta di legge in Parlamento per “punire ancora più severamente chi viola la privacy per ricattare e condizionare”. Sulla stessa linea c’è Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Se anche il Capo dello Stato è oggetto di violazione della mail, significa che non siamo più al sicuro. Il Parlamento deve legiferare con immediatezza, introducendo pene durissime per chiunque violi la privacy altrui”. 

Una Commissione di inchiesta: la proposta di Borghi (Lega)

Non solo una proposta di legge, ma anche una Commissione di inchiesta. A proporla è stato Claudio Borghi, senatore della Lega e componente del Copasir, in un’intervista a La Stampa. Che il motivo dei dossieraggi sia politico, aziendale o economico, “si deve intervenire subito”. “La cosa diventa sempre più grande e non è più nell’ambito dell’Antimafia. In gioco c’è la democrazia“. Servono più leggi e per la tutela dei dati.

Da Forza Italia, con Enrico Costa arriva un ulteriore allarme in un post pubblicato su X: “Uno dei motivi su cui si fonda il mercato di informazioni giudiziarie sensibili è il fatto che lo Stato tiene schedate nelle sue banche dati le persone che sono state indagate e poi archiviate o assolte. E la Cassazione nega la cancellazione a chi la richiede dopo anni”.

Il nodo della questione è garantire la sicurezza dello Stato anche per le opposizioni, che polemizzano con la maggioranza su magistratura e intercettazioni. Per voce del responsabile alla sicurezza Matteo Mauri, il Pd accusa il governo: “Sono ormai due anni che è in carica e che continua a pontificare sulla cybersicurezza. Ma in realtà in questo periodo tutti i dati ci dicono che la situazione è molto peggiorata”.

Serve una legge anche per Matteo Renzi, leader di Italia Viva, con lo scopo di limitare le intercettazioni abusive e le pubblicazioni illegali, “altrimenti nessun cittadino sarà più libero”. E nella sua Enews si rivolge direttamente a Meloni e ad Alfredo Mantovano: “Ma in questi anni cosa avete gatto per la cybersicurezza a parte assumere un sacco di gente e portare il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sul palco di un evento di Fratelli d’Italia per la campagna elettorale di Giorgia Meloni?”. 

Paita (IV): “Serve legge trasversale in difesa dei cittadini”

Sempre da Italia Viva, la voce di Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e componente della Commissione antimafia: “Non mi rassegno al fatto che nessuno sia al sicuro”, tuona. “Che chiunque possa violare dati riservatissimi e distruggere la vita delle persone”. La senatrice parla di un vero e proprio sistema nel sistema che necessita di controlli: “Chiederò non solo di attivare l’Antimafia, ma anche la convocazione di una seduta del Parlamento per avviare una iniziativa di legge trasversale a difesa dei cittadini e del Paese”.

 

Il Movimento 5 Stelle propone di utilizzare i fondi del Pnrr per rafforzare la sicurezza. “Il 2 luglio il Parlamento italiano ha approvato la legge sulla cybersicurezza che ha fissato importanti principi contro la vulnerabilità dei nostri sistemi informatici, ma siamo alle solite: il governo non ha indicato dove intende reperire le risorse”. Così l’europarlamentare grillino Giuseppe Antoci, aggiungendo di aver “presentato un’interrogazione alla Commissione europea per fare luce su questi stanziamenti, le linee di bilancio ci sono e si trovano nei fondi del Pnrr”. Ma “su questi stanziamenti non si ha notizia. Abbiamo chiesto alla Commissione di verificare”. 

Quanto sta emergendo nell’inchiesta di Milano è “gravissimo”, dichiara Carlo Calenda, segretario di Azione. “Il fatto che si cercassero dossier per colpire la candidatura di Letizia Moratti dimostra che oggi anche i processi democratici sono esposti ad attacchi da parte di società specializzate in raccolta di informazioni. Occorre un’azione preventiva del Ministero dell’Interno su tutte le società che operano nel settore”.
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Giovanna Sorrentino