Vertici politici e militari dell’Iran sono tornati a rilasciare dichiarazioni contro Israele a seguito degli attacchi di sabato scorso.
L’Iran è tornato a tuonare contro Israele. Lo ha fatto dopo alcuni giorni in cui autorità religiose e politiche avevano cercato di sminuire l’attacco avvenuto nelle prime ore del mattino di sabato.
“L’Iran userà tutti gli strumenti disponibili per rispondere in modo deciso ed efficace all’aggressione del regime sionista. – ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri di Teheran Esmail Baghaei – Di norma, il tipo di risposta dipende dal tipo di attacco”.
Sempre in queste ore, i media iraniani hanno parlato di un’altra vittima, di cui non si era parlato in precedenza ma solo di 4 soldati uccisi. Una vittima civile, anche se Tel Aviv aveva preso di mira solo siti militari: ”Il martire Allahverdi Rahimpour, un civile ucciso vicino a Teheran durante il recente attacco del regime sionista, è stato sepolto“, hanno riferito le agenzia locali Fars e Tasnim.
La stessa Tasnim ha riportato anche alcune dichiarazioni del capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane Hossein Salami, che ha parlato di “conseguenze amare e inimmaginabili” per Israele che “non è riuscito a raggiungere i suoi orribili obiettivi”. Tornano così a risuonare gli allarmi per una possibile escalation del conflitto, dopo che nelle scorse ore, anche grazie alle mediazioni internazionali, la situazione in Medio Oriente era rimasta in una sorta di stasi, congelata dopo l’attacco e la reazione.
Ieri la guida suprema dell’Iran l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che l’attacco di Israele alla Repubblica islamica “non dovrebbe essere né esagerato né minimizzato. Il male perpetrato dal regime sionista due notti fa non deve essere esagerato o minimizzato“, ha scritto in un post su X.
A questo punto, però, il rischio di una guerra aperta è palpabile. È probabile che Teheran voglia spingere i partner occidentali lontani dallo Stato ebraico. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in una conversazione telefonica con il suo omologo britannico David Lammy ha chiesto apertamente “la fine del sostegno militare e politico dell’Occidente a Israele” nonché “una condanna internazionale immediata”.
“L’Iran non esiterà a esercitare il suo diritto intrinseco e legittimo – ha detto Araghchi – di difendere la propria sovranità nazionale e integrità territoriale, sulla base del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”. Bisogna ricordare che Israele ha condotto raid aerei su obiettivi militari su tutto il territorio iraniano. Attacchi in risposta al bombardamento di missili balistici di Teheran sul Paese all’inizio di ottobre. Stando a quanto emerge, in tal modo Tel Aviv avrebbe paralizzato momentaneamente la capacità dell’Iran di produrre missili balistici a lungo raggio.
Sul caso è intervenuto anche il Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, secondo cui l’Iran non dovrebbe “reagire alla reazione” e che dovrebbe prevalere la responsabilità. “Ora prevalga la diplomazia. – ha detto Tajani – L‘Iran freni i suoi supporter. Israele ormai ha vinto militarmente a Gaza e può arrivare a un cessate il fuoco che può portare a liberare gli ostaggi e alla fuoriuscita con un salvacondotto degli ultimi capi terroristi da Gaza”.
Nelle scorse ore, infatti, sono andati in scena a Doha, in Qatar, i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia, con un’ampia apertura anche da parte di Hamas. L’alto funzionario Husam Badran ha affermato che un accordo può essere raggiunto. Sul tavolo dei negoziati anche la proposta egiziana di un cessate il fuoco di 2 giorni a Gaza per lo scambio di 4 ostaggi israeliani con alcuni prigionieri palestinesi.