L’amministrazione comunale di Avetrana aveva fatto ricorso al Tribunale di Taranto: al centro della questione la serie tv sul caso di Sarah Scazzi.
Via libera, o quasi, alla serie tv incentrata sulla storia vera del delitto di Avetrana e sull’omicidio di Sarah Scazzi. Dopo il ricorso presentato dal Comune della cittadina pugliese, cambia in parte il titolo.
La serie si chiama solo Qui non è Hollywood: è stata quindi stralciata la parola Avetrana. Tutto questo, in attesa di un’udienza fissata dai giudici il 5 novembre prossimo. Nel frattempo, però, le puntate saranno disponibili a partire da domani 30 ottobre sulla piattaforma Disney+. Inizialmente la messa in onda era prevista per il 25 ottobre.
“In ottemperanza al provvedimento emesso dal Tribunale di Taranto – hanno fatto sapere i produttori – e in attesa dell’udienza fissata per il 5 novembre, Groenlandia e Disney informano che il titolo della serie sarà ora ‘Qui non è Hollywood’ e sarà disponibile in Italia dal 30 ottobre sulla piattaforma Disney+”.
Il caso era salito alla ribalta delle cronache subito dopo la Festa del Cinema di Roma. In quella sede sono state trasmesse in anteprima le prime puntate della serie crime sull’assassinio della 15enne di Avetrana Sarah Scazzi, uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010. Il fatto che nel titolo comparisse il nome della città aveva fatto infuriare il sindaco Antonio Iazzi.
Il primo cittadino aveva dato mandato agli avvocati di chiedere ai giudici di Taranto la “rettifica della denominazione della serie tv e la sospensione immediata della stessa perché rischia di determinare un ulteriore attentato ai diritti della personalità dell’Ente comunale”. Il Tribunale ha quindi accettato il ricorso, sospendendo inizialmente la pubblicazione in piattaforma e poi chiedendo ai produttori di rimodulare il nome della serie.
Il sindaco si è detto soddisfatto a metà. “Riteniamo di aver, quantomeno allo stato, preservato l’immagine della comunità che rappresento, – ha commentato Iazzi – fermo restando che proseguiremo in ogni sede competente, ove necessario, per la tutela dei diritti dei miei concittadini. Faremo in modo che il nome Avetrana venga rimosso da ogni forma di pubblicità, già diffusa, dell’evento cinematografico in questione, perché Avetrana non si può e non si deve identificare solo con il terribile fatto di cronaca”.
Sul caso erano intervenuti anche l’Anica, l’associazione italiana che rappresenta le industrie italiane del cinema e dell’audiovisivo, e l’Apa, l’associazione produttori audiovisivi. Questi ultimi avevano parlato di gravi lesioni alla libertà di espressione. In questo periodo si è però diffuso sul web l’hashtag #IOSonoAvetrana in difesa dell’immagine del territorio e della dignità della comunità.
La serie è basata sul libro Sarah la ragazza di Avetrana, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni ed edito da Fandango Libri. La serie Qui non è Hollywood è stata diretta dal regista Pippo Mezzapesa. È interpretata da Vanessa Scalera, nel ruolo di Cosima Misseri, Paolo De Vita in quello di Michele Misseri. E poi Giulia Perulli nei panni di Sabrina Misseri, Imma Villa in quelli di Concetta Serrano, Federica Pala nel ruolo di Sarah Scazzi. Anna Ferzetti è invece la giornalista Daniela, Giancarlo Commare è Ivano. Antonio Gerardi interpreta il Maresciallo Persichella.
Marracash è autore e interprete di La Banalità del Male, end credit song di Qui non è Hollywood. Il brano nasce dalla collaborazione tra Marracash e il produttore Marz, che ne ha creato la musica. Polemiche erano nate anche per il fatto che una serie crime fosse ospitata su una piattaforma storicamente destinata ai più piccoli.
“Un efficace sistema di parental control – si legge nella nota della produzione – assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla modalità junior già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto. E creare profili con accesso tramite Pin, per garantire massima tranquillità ai genitori“.