“Nel 2025 saranno 32 miliardi i fondi per le spese militari italiane che verranno ‘sottratti’ a settori più ‘meritevoli’, ovvero sanità, istruzione, spese sociali e ambientali“.
È stata diffusa la nuova valutazione sulla spesa militare per il prossimo anno di Milex Osservatorio sulle spese militari italiane. Sono emerse cifre in continua crescita rispetto agli scorsi anni.
“Abbiamo diffuso oggi la nuova valutazione sulla spesa militare. Quello che abbiamo notato è una grande crescita della spesa militare verso il 2025. Quest’ultima il prossimo anno sarà di 32 miliardi di euro. Con un forte implemento degli investimenti per le nuove armi che arriva a essere vicino ai 13 miliardi. Si tratta di un record, con delle crescite a due cifre alte rispetto a 5-10 anni fa”, così Francesco Vignarca, ricercatore della Milex e coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace Disarmo, ha specificato a Notizie.com arrivando a fare un bilancio della situazione.
L’esperto ha aggiunto: “Ci sono diversi elementi da tenere in considerazione. Da un lato, l’Italia si sta accodando a un percorso di riarmo mondiale molto importante. Un riarmo già presente prima del 2022 ma che si è rafforzato, nei volumi e nelle retoriche. Oggi si spende di più e lo si dice in maniera più esplicita. Questo è un problema. Un tentativo di sanare quelle le diseguaglianze che portano ai conflitti, ma ciò non lo si fa con le armi. Lo dimostra il fatto che le spese militari mondiali sono cresciute, quasi raddoppiate, negli ultimi vent’anni. Ma i conflitti aumentano sempre di più”.
Il governo della premier Giorgia Meloni è stato spesso al centro della contesa in questi termini, ritenuto dall’opinione pubblica, e non solo, della virata verso una spesa sostenuta nelle armi. Vignarca ha specificato: “Soprattutto negli ultimi mesi c’è stato un rafforzamento delle scelte di questo Governo nell’acquisto di nuovi sistemi d’arma. È un trend dovuto alle scelte non solo dell’ultimo, ma degli ultimi tre-quattro governi“. Il ricercatore ha sottolineato che c’è un rafforzamento dell’Italia nelle scelte internazionali degli ultimi tempi, che è anche un risultato che viene da lontano.
In un’Italia in grave crisi economica, dove la sanità zoppica e l’istruzione trova delle falle, ma soprattutto dove molti cittadini fanno fatica ad arrivare a fine mese, spiegare i 32 miliardi investiti dal governo nelle spese militari è quantomeno complicato. Proprio in merito a questo Francesco Vignarca si è espresso senza giri di parole: “Con la campagna ‘Ferma il Riarmo’ vogliamo proporre una riduzione della spesa militare oltre a fondi per missioni all’estero, per l’industria militare. E anche una tassazione su chi ottiene per questo degli extraprofitti. Vorremmo lo spostamento di tutte queste risorse su spese sociali, ambientali, sanità e istruzioni”.
La campagna portata avanti insieme a Sbilanciamoci!, Fondazione Perugia Assisi e GreenpaceItalia vuole evidenziare, ha detto Vignarca, che nel nostro paese 4 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi perché non hanno i soldi per farlo. E 5 milioni sono sotto la soglia della povertà. Un Paese dove abbiamo problematiche territoriali legate a eventi estremi, oltre a un sistema produttivo e un tessuto industriale fragilissimo. Invece di invertire la tendenza su queste specifiche si è pensato a investire sulle armi.
Ha concluso Vignarca: “Un italiano che ha questi problemi, sapere che abbiamo un cacciabombardiere in più, un sommergibile o un carrarmato non gli risolve nessun problema. Anzi gliene crea, perché le risorse vengono praticamente ed economicamente sottratte”.