Due mesi di coma, due anni di ospedale e molteplici operazioni: Tacconi racconta quanto gli è accaduto e pubblica un libro al riguardo.
Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus e figura emblematica del calcio italiano degli anni ’80 e ’90, ha vissuto un vero e proprio calvario negli ultimi anni. Dopo aver affrontato tre operazioni per un aneurisma che lo hanno portato a trascorrere due mesi in coma e due anni in ospedale, Tacconi si è risvegliato con la sensazione di essere passato a miglior vita. “Quando ho aperto gli occhi ho visto mia moglie: ma sei morta pure tu? Credevo di essere in paradiso”, ha raccontato qualche tempo fa a ‘La Repubblica’ con una punta di ironia che non nasconde tuttavia la gravità della sua condizione.
Come raccontato in diverse interviste (e nel libro che citiamo in coda), quindi, il percorso di recupero è stato lungo e faticoso. La malattia ha lasciato segni indelebili sul corpo dell’ex atleta, in particolare alla gamba destra. Ma oltre alle difficoltà fisiche, Tacconi ha dovuto fare i conti anche con una sorta di prigionia domestica imposta dalla preoccupazione costante della moglie Laura e del figlio Andrea. Descrivendoli come “due aguzzini”, l’ex portiere esprime il desiderio ardente di riconquistare quella libertà che la malattia gli ha sottratto: viaggiare, mangiare ciò che vuole senza restrizioni, guidare.
Nonostante le avversità affrontate e ancora presenti nella sua vita quotidiana, Stefano Tacconi continua a guardare al futuro con ottimismo e determinazione. E tempo fa ha espresso il desiderio di aprire un ristorante specializzato in piatti tipici umbri come simbolo della sua rinascita personale: “Lo farò alla faccia loro”, dice riferendosi ai dubbi espressi dalla famiglia riguardo a questa nuova avventura imprenditoriale.
Tacconi non manca poi di riflettere sulla sua carriera sportiva passata ed esprime opinioni forti sul calcio moderno che considera noioso rispetto all’epoca d’oro da lui vissuta. Ricorda con nostalgia i tempi in cui i portieri erano considerati quasi dei folli per le loro azioni spericolate sul campo – ben diversamente dai giocatori odierni più misurati nelle loro prestazioni.
Infine l’ex campione rivela come l’esperienza traumatica abbia influito anche sul suo modo di essere: ora si commuove più facilmente ed è diventato più sensibile alle emozioni umane – un cambiamento significativo per chi era abituato a vivere sotto pressione senza mai mostrare debolezza. Questa trasformazione interiore viene vista da lui stesso non come una debolezza ma piuttosto come una nuova forza.
In merito a tutta la sua drammatica vicenda, iniziata nell’aprile del 2022, l’ex portiere ha dedicato un libro, recentemente pubblicato e intitolato ‘L’arte di parare’. In merito a questa pubblicazione, Tacconi ha aggiunto ai margini della presentazione: “L’intento di questo libro è quello di dimostrare che se io ce l’ho fatta, ce la possono fare tutti: da una sconfitta nasce sempre una grande vittoria”.