Maternità surrogata, la vicenda della coppia italiana fermata in Argentina su ordine federale

Una coppia di italiani è stata fermata in Argentina mentre cercava di tornare in Italia con una bimba che, secondo le autorità, è nata da maternità surrogata. 

La notizia è di poche ore fa e arriva dal quotidiano La Nacion, che non ha rivelato l’identità dei protagonisti di questa storia. Ed ha precisato che si tratta di un fermo su ordine federale.

Piedini di un neonato
Maternità surrogata, la vicenda della coppia italiana fermata in Argentina su ordine federale – notizie.com

Riavvolgiamo il nastro. La coppia di italiani di Padova formata da due uomini (uno di loro è un medico oncologo) avrebbe tentato di partire dall’Argentina due volte, prima di essere fermata all’aeroporto di Ezeiza lo scorso venerdì 25 ottobre. La prima volta mercoledì scorso, quando la madre biologica, una donna di 28 anni di Rosario, si sarebbe recata all’aeroporto di Buenos Aires con uno dei due italiani. Avrebbe presentato quest’ultimo alle Autorità di Migrazione come il suo compagno, affermando di volerlo autorizzare a partire da solo con la neonata. La piccola è nata il 15 ottobre.

La polizia si sarebbe insospettita perché la donna avrebbe avuto un atteggiamento distaccato nei confronti della piccola e anche perché tra lei e l’uomo che la accompagnava c’era una notevole disparità economica. In questa occasione i due si sarebbero allontanati senza completare la pratica.

Il giorno dopo, il giovedì, la 28enne e l’uomo avrebbero tentato di fare lo stesso all’hub internazionale di Ezeiza. I loro documenti erano in regola: entrambi erano registrati come i genitori della neonata. Ma agli agenti è balzato all’occhio che la donna vive a Rosario mentre l’uomo risiede in Italia. E sarebbe andato in Argentina solo un’altra volta, ad agosto 2023. Il dettaglio ovviamente, escludeva la possibilità di un concepimento naturale.

A questo punto si è mossa la macchina giudiziaria. L’Immigrazione ha contattato il Tribunale Federale di Lomas dse Zamora, che ha giurisdizione sull’aeroporto, e ha presentato una denuncia. Il giudice Federico Villena ha rinviato il caso al procuratore Sergio Mola, che a sua volta ha chiesto di aprire un’indagine penale per tre reati: tratta di esseri umani, vendita di bambini o appropriazione dei minori.

Fermati al pre-imbarco poco prima della mezzanotte

Il venerdì, la coppia italiana avrebbe usato un’altra strategia. Avrebbe deciso di volare con la donna e la neonata e prenotato un volo Air Europa per mezzogiorno. Ala fine avrebbe deciso di imbarcarsi con un volo Air France poco prima di mezzanotte. Era troppo tardi. L’ufficio Migrazione aveva già diramato l’allerta. Quando l’aereo stava per decollare, tutti e quattro sono stati fermati al pre-imbarco. Il giudice ha firmato per i due italiani il divieto di lasciare il Paese. La 28enne e l’uomo avrebbero potuto presentarsi davanti a un notaio per autorizzare la partenza, ma hanno scelto un’altra strada: volare tutti e quattro, in Europa.

Farnesina e consolato sono in contatto con Buenos Aires per seguire il caso “con la massima attenzione“. La coppia non è stata arrestata per il reato di maternità surrogata. In Argentina infatti, la norma non esiste ma non è neppure una pratica consentita. Semplicemente “non è regolamentata”, come ha affermato un funzionario che sta lavorando al caso. “La stiamo studiando”. Ed è accettata solo nei casi di forma altruistica.

Esterna aeroporto Aeroparque Argentina
Fermati al pre-imbarco poco prima della mezzanotte (Ansa Foto) – notizie.com

La coppia di italiani è stata fermata perché il loro caso rientra tra i cento all’attenzione della magistratura argentina, nell’ambito di un’inchiesta più ampia che riguarda una presunta tratta di esseri umani. Questo è il primo caso di una coppia fermata prima di portare un bambino all’estero. Gli occhi sono tutti puntati sugli intermediari.

La magistratura argentina indaga su un giro di affari illegale sulla vendita dei bambini

Il procedimento penale a loro carico è ancora agli inizi ma pare che la magistratura sia indirizzata a cercare gli intermediari. Ovvero coloro che hanno “assunto” la 28enne affinché portasse avanti la gravidanza per la coppia italiana.

A Cordoba, a luglio, sono state convocate per essere interrogate nove persone, accusate di aver reclutato donne in situazioni di vulnerabilità. Coinvolti i proprietari di due cliniche di fecondazione assistita, avvocati che si occupavano degli aspetti legali, e psicologi che accertavano l’idoneità delle donne reclutate.

Sempre secondo i giudici, la giovane 28enne di Rosario avrebbe percepito un decimo della somma totale pagata. I giudici ritengono che si sia sottoposta alla pratica per ragioni economiche e non per motivi altruistici. La donna infatti vivrebbe in una situazione di povertà, non ha un lavoro, non ha finito gli studi ed è già madre di una bimba minorenne. Avrebbe stipulato un accordo secondo il quale una volta nata la piccola, sarebbe cresciuta in Italia con la coppia.

Il racconto della 28enne madre surrogata: contattata su Facebook

Durante l’interrogatorio, la ragazza in un primo momento avrebbe raccontato di aver conosciuto i due italiani in un bar a Rosario e di aver deciso di aiutarli ad avere un figlio. Successivamente però, avrebbe ammesso di averlo fatto per soldi e di essere stata contattata su Facebook, presumibilmente dagli intermediari. Le avrebbero offerto circa 10 milioni di pesos (10mila euro). E che dopo vari test di idoneità alla gestazione per altri, le avrebbero fatto firmare una serie di documenti.

Piedini di un bambino neonato
Il racconto della 28enne madre surrogata: contattata su Facebook – notizie.com

Secondo la magistratura, l’organizzazione che ha assunto la giovane operava con un collegamento negli Stati Uniti e comunicava con lei con messaggi a tempo. Gli intermediari si sarebbero occupati dei test clinici e delle cure e avrebbero stipulato un’assicurazione medica di circa un anno, dando alla donna una casa nel quartiere di Recoleta, a Buenos Aires, fino al giorno del parto.

La bimba affidata alla coppia italiana

Sempre nell’interrogatorio, la 28enne avrebbe spiegato che in passato, a 18 anni, avrebbe già donato ovuli, e che la pratica è comune tra le ragazze del suo quartiere nella città di Rosario, in cambio di denaro. Al momento la neonata si trova insieme con i due uomini in un appartamento affittato a Buenos Aires. La coppia si è impegnata a non lasciare l’Argentina, come ha fatto sapere a La Nacion l’avvocato che li rappresenta, Arnaldo Germán Pereira Dos Santos.

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