Il cambiamento climatico ha aumentato l’incidenza delle allergie in tutto il mondo. Anche in Italia gli esperti sono concordi con l’idea che molti pollini “ci inseguono” praticamente per tutto l’anno.
Arrivati a ottobre c’è chi ancora soffre di rinite o asma a causa di piante che solitamente nascono e fioriscono attorno al mese di maggio. Questo perché le evoluzioni meteorologiche hanno cambiato anche il corso della natura.
Per il presidente dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri, Lorenzo Cecchi, il peggioramento delle patologie in questione non dipende solo dal cambiamento climatico. Lo specialista spiega, a Notizie.com, il suo punto di vista specificando che è più corretto parlare di cambiamento globale: “Non è solo il clima il problema, ma anche gli inquinanti introdotti, ce ne sono 300mila di nuove sostanze emesse nell’ambiente. Sostanze che vanno a colpire le nostre barriere, quelle mucose che ci interfacciano con l’ambiente. E che oltre a detergenti ed emulsionanti hanno cambiato il nostro sistema immunologico. Aumentando di fatto le malattie infiammatorie”.
Cecchi non dimentica però l’aumento delle temperature, specificando che ormai diversi generi di piante hanno una doppia fioritura. E laddove prima, per fare un esempio, le graminacee fiorivano tra maggio e giugno, oggi lo fanno anche tra settembre e ottobre: “L’allergia è diventato un problema che copre ormai tutto l’anno proprio a causa di diversi picchi di fioritura”. Senza dimenticare anche particolari più gravi dovuti sempre al cambiamento climatico: “Questi temporali durante la fioritura portano anche a epidemie di asma molto gravi, talvolta letali. Pensate che in Australia, alcuni anni fa, si è parlato in poche ore di 10-15 morti giovani per asma e oltre 2mila ricoveri. Cosa che ci riguarda, ma che ha colpito anche l’Italia soprattutto in Campania e Puglia”.
Per il presidente l’unica soluzione che si avvicina più alla cura è “l’immunoterapia specifica, quelli che chiamano vaccini, e che inducono una tolleranza nei confronti dell’allergene con un effetto a lungo termine”.
Il vaccino l’unica soluzione per le allergie?
Anche il responsabile dell’ambulatorio di Allergologia del reparto di Pneumologia dell’ospedale di Boscotrecase dell’Asl Na 3 Sud (diretto da Francesco Stefanelli) Alessandro Cirillo, è concorde col collega: “Siccome non possiamo trovare delle soluzioni vere e proprie contro il cambiamento climatico, dobbiamo agire sugli allergeni. Ci stiamo battendo, insieme ad altri specialisti, sull’importanza dei vaccini che sono sempre più purificati ed efficienti. E che creano un cambiamento immunologico nella risposta del paziente”.
La terapia per i sintomi rimane però cortisonica. Una cura che in passato è stata considerata dannosa e pericolosa per la salute ma anche su questo il professionista non ha dubbi. “Negli anni siamo andati a cambiare le molecole per la biodisponibilità, in modo tale che rimanessero nel naso a livello topico per ridurre gli effetti collaterali a livello sistemico. Il cortisone non è pericoloso perché con le nuove formulazioni al 99% il farmaco rimane lì nel naso e non va a creare degli effetti collaterali, agendo semplicemente sui sintomi”, aggiunge Cirillo.
Alessandro Cirillo è convinto che il cambiamento climatico abbia cambiato in un certo senso il movimento delle stagioni e di conseguenza abbia aumentato il periodo pollinico: “Ci troviamo di fronte a un allungamento del periodo di ciascun polline che si è diffuso anche in zone che erano scarsamente presenti fino a un ventennio fa. Questa è la principale modifica, una situazione che influenza le allergie”.