Cosa fareste se, pur avendo i soldi per realizzare un sogno, vi trovaste di fronte a un rifiuto secco e inaspettato? Questa è la domanda che tormentò per anni Preston Henn, facoltoso imprenditore americano e collezionista di automobili, quando decise di voler aggiungere alla sua impressionante collezione una Ferrari molto speciale: la LaFerrari Aperta. Un’auto esclusiva, che porta con sé non solo un prezzo elevato ma anche una serie di restrizioni che rendono il possesso riservato a pochissimi.
Henn non era nuovo nel mondo delle supercar, e soprattutto, non era un cliente sconosciuto alla Ferrari. Tutt’altro: nel suo garage erano già custoditi altri modelli del Cavallino Rampante. Ma questo non bastò. Quando si trattò della LaFerrari Aperta, una delle vetture più rare e ambite prodotte dalla casa di Maranello, il diniego fu secco e deciso. La Ferrari gli fece capire che non bastavano i soldi per possedere una LaFerrari; serviva far parte di un’élite ben precisa, una “cerchia di eletti” a cui Henn, nonostante il suo patrimonio, non era destinato a entrare.
Dopo aver ricevuto il rifiuto, Henn decise di non accettarlo come una sentenza definitiva. Iniziò così una strategia per tentare di convincere la Ferrari a cambiare idea. Nel 2016, l’imprenditore statunitense fece qualcosa di assolutamente unico: inviò alla sede della Ferrari a Maranello un assegno da un milione di dollari, quasi come se quel pezzo di carta potesse diventare un biglietto d’ingresso per il suo sogno. Ma, con una mossa che sorprese molti, il Cavallino Rampante gli restituì l’assegno, mantenendo fermo il suo no.
Se pensiamo a come funziona il mercato delle supercar, l’episodio di Henn non rappresenta un caso isolato. Ferrari da sempre adotta una politica basata sulla selettività: non si limita a vendere auto a chi è disposto a pagarle, ma impone anche criteri di esclusività. È come se, per alcuni modelli, il vero lusso non risiedesse tanto nel prezzo, quanto nella possibilità di accedervi. La LaFerrari Aperta rientra perfettamente in questa logica, riservata a un numero estremamente limitato di collezionisti, molti dei quali devono possedere altri modelli iconici per essere presi in considerazione.
Ma Henn non era disposto ad arrendersi. Dopo l’ennesimo rifiuto, passò all’azione legale, citando in giudizio il marchio Ferrari per “danno di immagine”. La sua accusa non riguardava semplicemente il diniego della vendita, ma il fatto che questo rifiuto avesse, secondo lui, danneggiato la sua reputazione di collezionista di auto di lusso, screditandolo agli occhi dei suoi pari. La decisione di portare Ferrari in tribunale non fu solo un gesto impulsivo, ma una vera e propria dichiarazione di guerra a quello che è uno dei marchi più esclusivi e rispettati al mondo.
In Florida, Henn affidò il caso ai suoi avvocati e, con questa mossa, mandò un messaggio forte e chiaro: il suo desiderio non era una semplice infatuazione, ma qualcosa di più profondo, che sfociava quasi nell’ossessione. Tuttavia, nonostante le sue intenzioni, la battaglia legale non portò ai risultati sperati. Alla fine, Henn decise di rinunciare al caso, e poco tempo dopo si spense per cause naturali all’età di 86 anni.
Che cos’è, dunque, che rende un’auto come la LaFerrari Aperta tanto speciale da non poter essere venduta a chiunque? La risposta sta in una serie di elementi che la Ferrari ha saputo combinare magistralmente: prestazioni elevate, design esclusivo e una storia legata alla Formula 1. Questa vettura rappresenta, per molti appassionati, il punto di fusione tra innovazione e tradizione, spinta dal sistema HY-KERS derivato dalla F1, e racchiude in sé l’essenza stessa di un’azienda che non vuole semplicemente vendere automobili, ma offrire esperienze uniche.
La scelta della Ferrari di rifiutare alcuni clienti è un rischio calcolato che alimenta il mito attorno al marchio. Questo “rischio” fa sì che il brand non solo non perda valore, ma anzi si rafforzi come sinonimo di eccellenza inavvicinabile. È un atteggiamento che affonda le radici nella storia dell’azienda e che, seppur controverso, riesce a suscitare un fascino innegabile. In fondo, Ferrari sa bene che il desiderio cresce quando qualcosa è fuori dalla nostra portata. Ed è proprio questa la magia che la casa di Maranello riesce a trasmettere.
La vicenda di Preston Henn ci fa riflettere su cosa significhi davvero possedere un’auto di lusso, su come certe passioni possano diventare vere e proprie missioni, capaci di guidare azioni al limite dell’irrazionale. Henn non voleva semplicemente aggiungere una LaFerrari Aperta alla sua collezione: voleva dimostrare di poter entrare in un gruppo esclusivo, dimostrare a se stesso e agli altri di essere parte di quel mondo. Alla fine, però, forse il valore della LaFerrari risiede proprio in ciò che rappresenta: un simbolo di un’élite inaccessibile, un sogno che non tutti possono realizzare.
Ma se anche voi aveste l’opportunità, cosa sareste disposti a fare pur di mettere le mani su un’auto come la LaFerrari Aperta?