Sparatoria nella notte a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli: un giovane di 19 anni, Santo Romano, è stato ucciso nella piazza del paese.
Santo Romano aveva 19 anni e tutta la vita davanti. Appassionato di calcio, era legatissimo alla squadra di cui era portiere, l’Asd Micri, club che milita nel campionato di Eccellenza dopo essere stato promosso lo scorso anno.
Sui suoi social condivideva molte foto del gruppo, di quelle domeniche fianco a fianco con i propri compagni. Santo Romano aveva 19 anni, era alto 1 metro e 80, aveva la faccia pulita ed era incensurato. Poco dopo la mezzanotte di ieri era in giro con gli amici a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli, poco distante da Volla, dove abitava con la famiglia, nella piazza centrale del paese. Poco più in là altri gruppi di ragazzi.
Improvvisamente si è scatenato l’inferno. Un pestone, una parola di troppo forse, tra i due gruppi. La lite e la pistola: qualcuno ha sparato. Santo è stato colpito in pieno petto da un proiettile. Poi, la corsa verso l’ospedale, ma era già troppo tardi. Il 19enne è morto poco dopo l’arrivo in pronto soccorso. Non sarà in campo domani Santo, anzi, non ci sarà nessuno. La partita è stata rinviata. Quella almeno, però, la si potrà recuperare.
L’arcivescovo di Napoli: “Bisogna disarmare i giovani”
“Bisogna disarmare i giovani”, ha urlato l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, che appena poche ore fa ha celebrato la messa funebre di un altro giovane ucciso, il 15enne Emanuele Tufano. Sull’omicidio di Romano stanno indagando i carabinieri della stazione di San Sebastiano al Vesuvio ed i militari del nucleo operativo di Torre del Greco. Le forze dell’ordine probabilmente hanno già individuato chi ha sparato. Forse a premere il grilletto è stato un 17enne della periferia di Napoli, fuggito a bordo di una minicar. La fuga sarebbe stata ripresa anche dalle immagini della videosorveglianza.
Nella sparatoria è rimasto ferito un altro ragazzo di 19 anni. Anche lui incensurato, portato in ospedale, non in pericolo di vita. Incastonata nel Parco del Vesuvio, la piccola comunità di San Sebastiano è sempre stata considerata una zona “tranquilla”, certamente distante dalle dinamiche criminali o di disagio sociale della periferia partenopea o di altri centri “problematici” della provincia. “Da tempo non è più così, forse da prima del Covid”, hanno spiegato alcuni residenti.
La partita che era prevista domani alle 14 e 30 tra Albanova – Micri del girone A di Eccellenza Campania è stata rinviata. Avrebbe dovuto disputarsi allo stadio Scalzone di Casal di Principe, non lontano da Caserta. “Siamo stati catapultati in un incubo”, hanno fato sapere dalla squadra che ha sede a Pomigliano d’Arco ma che disputa i match casalinghi a Volla, proprio la cittadina dove risiedeva Santo.
La tragedia è avvenuta in piazza Raffaele Capasso, a pochi passi dal Municipio di San Sebastiano al Vesuvio. “Purtroppo era un episodio che poteva capitare ovunque. – ha commentato il sindaco Giuseppe Panico – Ci dispiace che sia accaduto qui a un giovane di 19 anni, incensurato, alla famiglia del quale non possiamo che porgere il nostro cordoglio. Noi ci stringiamo alla famiglia, ringraziamo le forze dell’ordine che stanno facendo il loro lavoro. La nostra videosorveglianza funziona e se c’è un reato gli inquirenti subito fanno la loro parte. Ovviamente, la vediamo come area di raduno di giovani e la notte non ci mettiamo la notte a controllare singolarmente ciascuno. Ma la zona è pattugliata”.
Convocato il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza
Domani alle ore 18 la Prefettura di Napoli ha convocato d’urgenza il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, che si riunirà proprio in Municipio. È la seconda volta in pochi giorni che il prefetto del capoluogo Michele Di Bari è costretto a prendere questo provvedimento. La prima volta era accaduto pochi giorni fa, dopo la morte del 15enne Emanuele Tufano.
“Non possiamo restare indifferenti mentre i nostri giovani, spesso senza alternative e opportunità, si trovano coinvolti in contesti di violenza che segnano il loro futuro”, hanno fatto sapere da Libera Campania. Anche don Mimmo Battaglia ha dovuto ripetere alcune delle parole già pronunciate in chiesa ai funerali di Tufano: “Bisogna disarmare Napoli. Bisogna disarmare i nostri territori. Bisogna deporre le armi. Fa male. C’è una tristezza impressionante in tutto questo ma non dobbiamo rassegnarci. Non sarà la violenza a vincere”.