Durissima contestazione contro i sovrani, il premier ed il governatore a Paiporta, nella regione di Valencia, colpita dalle alluvioni di questa settimana.
Fango sul re, sulla regina e sul primo ministro. E insulti e grida: “Assassini, assassini”. Attimi di tensione e di forte contestazione quelli vissuti poco fa a Paiporta, non lontano da Valencia, paese devastato, come gran parte della regione spagnola, dalle alluvioni di questa settimana.
La folla inferocita ha costretto la delegazione della monarchia e del governo ad interrompere la visita. Le proteste hanno investito anche il presidente della Generalitat di Valencia Carlos Mazon. Il viaggio nelle cittadine colpite dall’apocalisse meteorologica che si è abbattuta sul sud-est della Spagna era stato ampiamente annunciato. Sono giunti a Paiporta il re Felipe VI, la moglie Letizia Ortiz ed il premier spagnolo Pedro Sanchez.
Ad accompagnarti il governatore della regione di Valencia Carlos Mazon e la delegata del governo nella Comunità Valenciana Pilar Bernabe. La delegazione avrebbe dovuto visitare anche Chiva. Al loro arrivo a Paiporta, però, Felipe, Letizia e Sanchez sono stati duramente contestasti. Guardia civil e polizia hanno improvvisato un cordone per contenere la folla, che ha più volte urlato “assassini, assassini”.
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La regina si è fermata a parlare con i cittadini colpiti dalla tragedia. Ha anche abbracciato alcune donne e si è commossa mentre la folla inveiva contro di loro. “Non è colpa sua”, hanno detto alcuni dei contestatori a Letizia, sporcata di fango durante la protesta.
Sovrani e primo ministro sono rimasti nella cittadina per più di un’ora, cercando di placare i residenti, la cui regione è stata devastata dal maltempo. Tra le polemiche più accese quella sugli allarmi arrivati in ritardo. È il caso, ad esempio, del centro commerciale Bonaire di Aldaja, appena fuori Valencia. Qui l’allerta sugli smartphone degli avventori è giunta quando l’acqua stava già inesorabilmente inondando la struttura. Intrappolando di fatto molte persone, al momento disperse, nel parcheggio.
Le autorità hanno provato a parlare con i residenti senza riuscirci. Urla e accuse all’indirizzo delle autorità sono continuate anche per il ritardo dei soccorsi e degli aiuti. Il bilancio dei morti, intanto, ha raggiunto quota 214 mentre non è ancora chiaro il numero dei dispersi nelle alluvioni. Sovrani e premier sono stati costretti alla fine ad interrompere la visita. Forte la rabbia anche contro il governatore Carlos Mazon, contro cui molti gridavano: “Dimettiti”. Dopo Paiporta la delegazione avrebbe dovuto visitare Chiva, ma il viaggio è stato annullato.
Il Ministro Puente: “In superficie non ci sono più vittime”
“So che non è mia responsabilità, ma sono obbligato a fare alcune precisazioni a causa dell’alto numero di speculazioni e informazioni non corrette che sto osservando nelle ultime ore. – ha dichiarato intanto il Ministro delle Infrastrutture spagnolo Oscar Puente – Il numero di morti accertati in questo momento è 214. Perché questo numero è aumentato di poco nelle ultime 48 ore? Perché in superficie, nelle zone più accessibili, dove si sta svolgendo il grosso del lavoro, non ci sono più vittime”.
Secondo il Ministro ciò non significa che non ci sono più morti, ma che scantinati, garage, cantine e parcheggi devono essere sgomberati. In quei luoghi potrebbero esserci i corpi dei dispersi. “Quanti? Non si sa. – ha concluso Puente – Pertanto, tutte le speculazioni al riguardo sono pure speculazioni. Si è parlato dei parcheggi dei centri commerciali, dando un possibile numero di morti al loro interno, sulla base di voci o speculazioni che non sono vere. Ad oggi non si sa cosa si possa trovare in questi spazi”.