La conta dei desaparecidos, i dispersi, per le alluvioni che hanno colpito questa settimana la regione di Valencia, in Spagna, sta tenendo il mondo col fiato sospeso.
Le vetrine dei negozi che espongono i marchi più prestigiosi e i viali. Le scale mobili tipiche di tutti i grandi centri commerciali. Tutto intorno detriti e devastazione, e quelle stesse scale mobili che sono immerse nell’acqua.
Conducevano ai piani più bassi del centro e ai parcheggi. Adesso, lì sotto, c’è solo un mare di fango e quello che sarebbe diventato una trappola mortale, un cimitero per chi ha provato a scappare dall’alluvione con l’aiuto parcheggiata lì. Non è chiaro quante persone siano rimaste intrappolate nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Bonaire di Aldaja, appena fuori Valencia, quando è stato diramato l’allarme.
Ciò che è certo è che la zona si è riempita di acqua e fango in pochi minuti. È accaduto che quando la direzione del centro commerciale ha deciso l’evacuazione, molti clienti si sono recati a prendere le auto. Quando l’acqua ha cominciato a salire una parte delle persone è tornata ai piani alti, rifugiandosi nel cinema.
In molti, però, non ce l’hanno fatta. I soccorritori sono al lavoro, alcuni corpi sarebbero già stati individuati ma non si può ancora quantificare il numero di chi chi può essere rimasto intrappolato. Le idrovore hanno aspirato il 75% dell’acqua che arriva a quattro metri di altezza nei due piani interrati. Nel parcheggio sono già entrati i vigili del fuoco e i militari con alcuni scafi. Ci vorranno almeno 36 ore per drenare il parcheggio da 5.800 posti auto del centro commerciale.
È una delle tantissime storie di emergenza dell’apocalisse meteorologica del sud-est della Spagna, colpita da un’eccezionale ondata di maltempo tra martedì e mercoledì scorsi. Ed è anche un esempio del caso dei desaparecidos, i dispersi, che sta tenendo col fiato sospeso il mondo intero. Il bilancio delle vittime delle alluvioni causate dalla Dana (la cosiddetta goccia fredda che, insieme alle temperature troppo calde del mar Mediterraneo ha originato le fortissime piogge) è salito a 213.
Sui dispersi, però, le autorità stanno mantenendo il massimo riserbo. Nelle scorse ore era salito alla ribalta delle cronache un numero, 1900, che sarebbero però in realtà le chiamate giunte ai contatti di emergenza per segnalare la scomparsa di una persona. Da tutta la Spagna per aiutare la regione di Valencia sono giunti in migliaia che le autorità stanno organizzando in squadre per ripulire e ricostruire. Sul territorio sono anche presenti migliaia di militari inviati dal governo centrale.
Un lavoro complicato e delicatissimo quello di soccorritori e volontari. 19 persone nelle scorse ore sono rimaste intossicate dal monossido di carbonio, mentre stavano pulendo un garage a Chiva. L’ipotesi è che un generatore per il ricambio dell’aria sia stato danneggiato dall’acqua. Inoltre chi coordina i soccorsi ha deciso di limitare domani la circolazione dei volontari in 11 Comuni di Valencia colpiti dalla Dana a causa dell’allerta gialla per pioggia in questa zona, che potrebbe complicare la situazione. Intanto piove ancora a Valencia: l’Agenzia meteorologica statale ha diramato per oggi l’allarme arancione per la zona costiera e per la zona settentrionale di Castellon.
“Non si stimano 1.900 dispersi. – ha detto il Ministro dell’Interno, Fernando Grande Marlaska – 1900 è il numero di chiamate al 112 di familiari che non hanno notizie dei propri cari, ma in gran parte questo risponde alla mancanza di comunicazioni. Stime del genere ci indurrebbero in errore e non generano fiducia”. Lo stesso premier Pedro Sanchez ha però riconosciuto che ci sono ancora “tanti dispersi” e che lo scenario è inquietante.