Prosegue e si amplia la polemica attorno alla serie tv sull’omicidio di Sarah Scazzi: sul caso sono intervenuti i sindaci dell’area di Avetrana.
“Ho provato a vederne qualche scena ma non ce l’ho fatta. La pellicola sembra concentrarsi più sulla macabra spettacolarizzazione della vicenda che su un rispettoso ricordo della piccola Sarah”.
Il dibattito sulla serie tv prodotta da Groenlandia e Disney, incentrata sulla storia dell’omicidio di Sarah Scazzi avvenuto ad Avetrana, in Puglia, nel 2010, non si placa. A non riuscire a guardare il prodotto diretto dal regista Pippo Mezzapesa è stato il sindaco di Maruggio Alfredo Longo. Non solo, perché altri 5 primi cittadini dell’Unione dei Comuni terre del mare e del sole hanno sostenuto in queste ore di essere stati “ingannati” dalla produzione quando sono stati chiesti i permessi per girare la serie sul territorio.
Secondo i sindaci nel primo titolo proposto ai Comuni, teatro di alcune scene della serie, non compariva il nome di Avetrana. Ma solo Qui non è Hollywood. Da qui la decisione di autorizzare le riprese sul loro territorio. Dell’Unione dei Comuni fa parte anche Avetrana, il cui sindaco, Antonio Iazzi, ha scatenato la prima polemica sul nome della serie tv. Il primo cittadino aveva criticato il titolo, inizialmente Avetrana – Qui non è Hollywood.
Iazzi aveva quindi dato mandato ai legali di ricorrere al Tribunale di Taranto. I giudici avevano fermato la messa in onda della serie, poi avevano dato via libera ordinando però alla produzione di stralciare il nome Avetrana dal titolo. Tutto questo, in attesa dell’udienza che si terrà il prossimo 5 novembre. Altre polemiche si erano scatenate poiché, vista l’ampia campagna pubblicitaria, su molti manifesti nelle città italiane la parola Avetrana era ancora in bella vista.
“Descrivere Avetrana come un luogo retrogrado e insicuro non rende giustizia ad una comunità che, più di chiunque altra, è stata profondamente scossa e ferita da questa tragedia. – ha scritto Longo sui propri social media – Sarah merita di essere ricordata con rispetto e affetto, non attraverso rappresentazioni sensazionalistiche. Invece di consumare un racconto che svilisce una comunità intera, dovremmo portare la piccola Sarah nei nostri cuori e nelle nostre preghiere, soprattutto oggi”.
Non tutti, però, sui social sono d’accordo con il sindaco di Maruggio. “Ad Avetrana, ricordiamolo, si sono organizzate visite guidate alla casa degli orrori. Nessun sindaco le ha fermate. – ha ricordato Carmela – Nessuno ha visto niente neanche in quel caso? Fermare la serie quando stava per uscire e non mentre giravano è stato, a mio avviso, quello sì, un atto di spettacolarizzazione”. Mariangela, invece, ha detto che “dopo aver visto la serie, non percepisco una descrizione del popolo avetranese come retrogrado. E da residente non mi sento offesa. C’è solo la narrazione di una famiglia e di un evento, non credo si possa generalizzare”.