È ripartita da Messina alla volta del mar Mediterraneo la nave Libra della Marina militare. Il governo vuole riprovare a far funzionare i centri per migranti in Albania.
La nave Libra della Marina militare italiana ha ripreso il largo. L’obiettivo è far ripartire il protocollo di attività che prevede il trasferimento nei centri in Albania dei migranti salvati in mare dalle traversate sui barchini nel mar Mediterraneo.
È tutto pronto, insomma, per il “secondo round” tra governo italiano, opposizione politica, ong e giudici. Libra, che era a Messina e che si è diretta a sud, è la stessa nave che nelle scorse settimane ha accompagnato in Albania i primi 12 migranti ospiti dei centri. Un viaggio di andata e ritorno in breve tempo perché, dopo l’arrivo a Shengjin, il Tribunale di Roma aveva ordinato il rientro dei migranti.
Uno degli aspetti, quello principale, che i giudici avevano sottolineato riguardava la classificazione dei Paesi sicuri di provenienza contenuta in un decreto ministeriale. Il governo della premier Giorgia Meloni è quindi corso ai ripari, includendo la lista in un decreto legge. A livello giuridico si è data maggiore “forza” alla lista, includendola in una fonte primaria.
Paesi sicuri, giudice sotto vigilanza per le minacce di morte
La magistratura, però, ha mostrato ancora perplessità. E, per tutta risposta, il Tribunale di Bologna ha chiesto, a partire da un caso di richiesta di protezione internazionale da parte di un cittadino bengalese, numi alla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue). La richiesta di chiarimenti è stata incentrata proprio sui parametri cui tenere conto affinché un Paese sia definito “sicuro”. Un ricorso che ha fatto parlare di sé anche per i termini di paragone utilizzati dai giudici bolognesi. Ovvero, la Germania nazista e l’Italia fascista erano da considerarsi Paesi sicuri?
Il tutto mentre una delle toghe di Roma che si è occupata dei trattenimenti dei migranti in Albania, Silvia Albano, è finita sotto vigilanza dopo le minacce di morte ricevute. E mentre sulle coste italiane, complice il bel tempo, stanno ricominciando gli sbarchi. Negli ultimi 10 giorni sono giunte circa di 300 persone. 172 sono arrivate a Lampedusa a bordo di tre barchini, 75 sono sbarcate a Roccella Ionica da due diverse imbarcazioni. Altre 38 sono state soccorse dalla nave di Emergency in acque di ricerca e soccorso maltesi.
Nei nuovi centri migranti sono operative circa 300 persone
A pattugliare le rotte dei migranti nelle prossime ore, insomma, ci sarà anche Libra. Il governo è convinto che il protocollo siglato tra Italia ed Albania per la realizzazione ed il funzionamento dei centri di Shengjin e di Gjader possa funzionare. Nelle strutture sono operative circa 300 persone. Tra loro anche personale medico, traduttori e forze dell’ordine. I costi delle operazioni sono poi tornati prepotentemente al centro delle polemiche politiche. Sotto accusa non solo i fondi pubblici spesi per costruire e far funzionare i centri, ma anche le spese “vive”: i costi dei viaggi della nave Libra, appunto, ma anche degli alloggi delle forze dell’ordine.
Nelle ultime ore si è scatenata la bufera per i 9 milioni di euro destinati agli alloggi per il contingente dei circa 300 operatori delle forze dell’ordine in Albania. Sul caso è intervenuto Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp. “È paradossale parlare di sperpero – ha detto Pianese – quando si tratta solo di garantire condizioni adeguate ai nostri agenti. Soprattutto considerando che la spesa totale per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina supera i due miliardi di euro l’anno“.