Israele sta assediando il nord della Striscia di Gaza senza risparmiare edifici residenziali, ospedali ed operatori umanitari: la denuncia dell’Unicef.
Un membro dell’Unicef divenuto bersaglio di un drone, 50 bambini uccisi, edifici residenziali rasi al suolo. Nell’area di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, l’offensiva dell’esercito di Israele contro Hamas sembrerebbe ormai completamente fuori controllo.
Le organizzazioni umanitarie stanno portando alla luce nuovi dettagli allarmanti. Da più parti si sta chiedendo allo Stato ebraico di fermare la guerra, rispettare i trattati internazionali. E permettere l’arrivo di aiuti per le popolazioni civili della Striscia. “È stato un fine settimana mortale di attacchi nel nord di Gaza. – ha detto Catherine Russell, direttrice esecutiva dell’Unicef – Solo nelle ultime 48 ore, oltre 50 bambini sarebbero stati uccisi a Jabalia. Qui gli attacchi hanno raso al suolo due edifici residenziali che ospitavano centinaia di persone”.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha fatto sapere che il veicolo personale di un membro dello staff, impegnato nella campagna di vaccinazione contro la poliomielite, è stato colpito da un drone quadrirotore sulla strada tra Jabalia e Elnazla. L’auto è stata danneggiata. Fortunatamente, il membro dello staff Unicef non è rimasto ferito. Almeno altri tre bambini sono rimasti feriti in un altro attacco nei pressi di una clinica per vaccinazioni a Sheikh Radwan. Il tutto mentre era in corso una campagna di vaccinazione contro la poliomielite.
Israele sta assediando strutture sanitarie, ospedali e cliniche, e tiene in stato di fermo numerosi operatori. Appena pochi giorni fa anche Medici Senza Frontiere ha denunciato la perdita di contatti con un medico che aveva trovato rifugio in un ospedale nel nord della Striscia. “Rifugio” è la parola chiave di questa fase del conflitto. Tel Aviv crede da sempre che i terroristi utilizzino strutture come scuole e ospedali per ripararsi, riorganizzarsi e pianificare attentati. Hamas utilizzerebbe la popolazione e le organizzazioni umanitarie come “scudi umani”, insomma.
Un copione già visto nel caso dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, le cui scuole sono state ripetutamente attaccate, danneggiate e distrutte. Israele ha poi messo completamente al bando l’Unrwa, già sotto accusa dopo le stragi del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas, che sarebbe riuscita ad infiltrarsi tra le fila dell’Agenzia Onu. Allo stesso modo, in queste ore lo Stato ebraico ha messo nel mirino gli ospedali. I nosocomi della Striscia, che operano già in condizioni disastrose per l’altissimo numero di pazienti che continuano ad arrivare, rappresentano anche l’ultimo rifugio dei civili dopo che anche i campi profughi sono stati bersagliati dai raid.
“Gli attacchi ai civili, compresi gli operatori umanitari, e a ciò che resta delle strutture e delle infrastrutture civili di Gaza devono cessare. – ha continuato Russel – L’intera popolazione palestinese nella Striscia di Gaza settentrionale, in particolare i bambini, è a rischio imminente di morire a causa di malattie, carestia e bombardamenti in corso. L’Unicef chiede a Israele un’indagine immediata sulle circostanze dell’attacco al suo membro dello staff e che vengano prese misure per assicurare alla giustizia i responsabili. Chiede inoltre agli stati membri di usare la loro influenza per garantire il rispetto del diritto internazionale, dando priorità alla protezione dei bambini. È più che ora di porre fine a questa guerra”.