Povertà, sostegno alle famiglie e alla natalità al centro delle audizioni alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Manovra economica.
Indirizzare le risorse verso i veri poveri attraverso la Carta dedicata a te. L’incentivo è stato introdotto quando l’inflazione era alle stelle, ma ora che la situazione è più stabile, la misura va rivista a favore di “chi sta peggio”. È la richiesta di Caritas, pervenuta attraverso i propri rappresentanti nell’audizione di oggi, lunedì 4 novembre, alle Commissioni di Camera e Senato.
Entra nel pieno il dibattito sulla Manovra economica. Tra oggi e domani parlamentari audiranno parti sociali e sindacati. Dopodiché arriverà il momento della presentazione degli emendamenti e il tempo stringe: l’11 novembre è il giorno ultimo previsto. L’iter è serrato e dovrà procedere spedito verso l’approvazione definitiva della legge entro il 31 dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio.
“La Carta dedicata a te è nata con l’intento di essere una misura temporanea per far fronte all’inflazione. Ma ora che la fiammata inflazionistica si è spenta, riteniamo contraddittorio riproporre una misura nel disegno che aveva allora, anche perché era un disegno con forti criticità, tra cui il fatto di essere una misura una tantum”. Così i rappresentanti di Caritas, chiedono di reindirizzare le risorse, orientandole “verso chi sta peggio”.
Specie verso le famiglie senza figli minorenni “che risultano la fascia maggiormente colpita dal passaggio dal reddito di cittadinanza al reddito di inclusione”. La proposta dell’associazione impegnata a favore dei più deboli, è quella di individuare una fascia con Isee di 6mila euro.
“Oltre ai medici sono stati auditi migrantes, Caritas, Terzo settore: nel sistema di contrastyo alla povertà, a fronte del fatto che aumentano i poveri in povertà assoluta, interviene con bonus e non con interventi strutturali. Bonus che non hanno alcun effetto e che sono in qualche modo tentano di coprire la cancellazione del rdc che ha lasciato fuori quasi un milione di persone. Persone uscite dalla povertà assoluta e che ci ripiombano”. Lai
La denuncia: il Bonus nascite “non include i migranti. Culle sempre più vuote”
Proprio sul sostegno alle famiglie il governo ha indirizzato il numero maggiori di misure nella legge di Bilancio. Ma “c‘è un tema di discriminazione della popolazione straniera. Il Bonus nascite non include i titolari di protezione internazionale”, spiega la Caritas.
Tra le misure previste per le famiglie, il taglio del cuneo fiscale che verrà reso strutturale, la riduzione delle aliquote Irpef che vale più di 17 miliardi. Il decreto prevede l’estensione dell’Ape sociale, per agevolare i lavoratori più vulnerabili. Secondo il Forum nazionale delle associazioni familiari, anch’esso udito dalle commissioni attraverso le voci dei rappresentanti, “bisogna osare di più. Le misure per l’aumento della natalità e per il benessere della famiglia devono essere uno strumento strategico per il bene del Paese e non solo per una parte di questo”.
“Servono misure incisive e strutturali per il rilancio” delle nascite. Proprio sul tema povertà, il governo finisce nel mirino delle opposizioni. “Le audizioni hanno confermato l’inadeguatezza di questa Manovra, votata all’austerità e senza visione né idee e risorse per la crescita”. A parlare in una nota è il vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera Gianmauro Dell’Olio, del Movimento 5 Stelle.
“Il Bonus nascite da mille euro concesso a tutti fino alla soglia di reddito di 40mila euro, è inutile. Le parti sociali hanno fatto presente che questa somma potrebbe entrare a far parte nel sistema strutturale degli assegni unici per i figli”. Lo ha dichiarato ai nostri microfoni il deputato Pd Silvio Lai, in commissione Bilancio alla Camera.
I cittadini che vivono in povertà assoluta hanno raggiunto la cifra record di 5,7 milioni nel 2023 e potrebbero crescere ancora. “I tagli efferati alle risorse per il contrasto alla povertà, un’inflazione che continua a pesare sulle spalle delle famiglie e un’economia che non cresce, frutto di politiche sbagliate portate avanti dal duo Meloni-Giorgetti, stanno plasmando un Paese in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”.
Tajani: “No a norme “sovietiche”
Dal canto suo, la maggioranza di governo difende le misure introdotte nella legge di Bilancio: “Soddisfa Forza Italia, punta alla crescita tenendo i conti in ordine, ma dobbiamo migliorarla”, ha dichiarato Raffaele Nevi, portavoce nazionale degli azzurri, al Tg1.
Dello stesso avviso il leader e vicepremier di FI Antonio Tajani: la Manovra può essere migliorata. “Bisognerebbe aumentare le pensioni minime”. E per farlo, i fondi vanno attinti dal concordato fiscale, che secondo gli azzurri dovrebbe essere riaperto, e tassando i giganti del web. “Siamo contrari a imporre revisori dei conti ministeriali per le imprese che ricevono contributi statali. C’è bisogno di meno Stato, non di più Stato”, ha dichiarato il ministro degli Esteri in un’intervista a Il Giornale. “Non c’è necessità di norme sovietiche”.