Una Manovra economica lontana dalle necessità della sanità pubblica. FdI: “Gimbe e opposizioni usano il parametro del Pil, ma i numeri parlano di altro”.
I fondi per la sanità “sono ampiamente insufficienti per finanziare tutte le misure previste e mancano all’appello priorità rilevanti”. Lo scontro tra i sanitari e il governo sulle risorse stanziate nella legge di Bilancio è approdata alle commissioni di Camera e Senato, dove oggi sono state audite la Fondazione Gimbe e i sindacati medici Anaao Assomed.
Maggioranza e opposizione da settimane dibattono sull’argomento mentre i sanitari hanno indetto uno sciopero nazionale per il prossimo 20 novembre. Tuttavia il presidente Gimbe Nino Cartabellotta ha frenato: “Non utilizzare la sanità come terreno di scontro politico”, e ha portato sul tavolo dei parlamentari proposte concrete per rifinanziare il Fondo Sanitario Nazionale.
Le modalità con cui vengono presentati gli importi sono “fuorvianti: vengono riportati solo gli incrementi cumulativi del Fondo sanitario nazionale, anziché le risorse aggiunte annualmente, con la relativa rideterminazione”. La proposta di Gimbe è specificare l’incremento in valore assoluto. La Fondazione ha evidenziato anche una crescita “insufficiente” rispetto alle difficoltà della sanità pubblica.
Il quadro di Cartabellotta è di un contesto sanitario in cui sono stati “traditi” i principi del servizio sanitario nazionale. “Durante la pandemia le risorse sono state prevalentemente gestite dal coordinamento dell’emergenza pandemica e negli ultimi due anni, dove il fabbisogno sanitario è cresciuto di 8,6 miliardi, l’inflazione e l’aumento del costo energetico e delle materie prime hanno assorbito in buona parte queste risorse”.
Manovra: le risorse previste per la sanità pubblica
Sulla carta, il finanziamento è incrementato di 1,302 milioni per il 2025, 5.078 per il 2026, 5.780 per il 2027. 6.663 milioni per il 2028, 7.725 per il 2029 e 8.898 dal 2030. Fondi che non sono abbastanza secondo i medici. Per Gimbe mancano 19 miliardi da qui al 2030. E le opposizioni non hanno perso tempo a sottolineare di aver ragione sui tagli alla sanità.
Lai (Pd) a Notizie.com: “Impegni presi senza coperture”
“Gimbe ha fornito un quadro complessivo sullo stanziamento e sul fabbisogno della sanità nei prossimi cinque anni. Dimostrando con grande chiarezza che rispetto ai Paesi OCSE, l’Italia sta rallentando”. Sono le parole, ai nostri microfoni, di Silvio Lai, in Commissione bilancio alla Camera per il Pd. “Il valore di 18 miliardi che mancano è la somma di tutti gli impegni presi in questa Finanziaria, ma che non vengono coperti né quest’anno né in quelli successivi”.
Da questo punto di vista, Gimbe e Anaao concordano: “Il sindacato ha chiesto tre cose specifiche che riguardano condizioni migliorative minime per i medici – ha continuato Lai – Nella Finanziaria non ce n’è nemmeno una e per questo Anaao ha fissato uno sciopero il 20 novembre. Quello che manca in questa legge di Bilancio diventa carburante per la fuga dei medici italiani dal sistema sanitario pubblico”.
Cannata (FdI) a Notizie.com: “I numeri parlano. Sono cresciuti”
Da Fratelli d’Italia di Luca Cannata, nella commissione Bilancio alla Camera. Ai nostri microfoni il deputato ha spiegato: “Dobbiamo guardare i numeri in termini assoluti. In questo momento la spesa sanitaria è superiore al periodo pre-Covid e per il prossimo triennio prevediamo un aumento di 2,3 miliardi in più. Sono i numeri. Ma Gimbe e le opposizioni parametrano questi numeri rispetto al Pil. Questo è un altro discorso e non c’entra nulla. Oggi siamo oltre i 130 miliardi, mentre prima la spesa sanitaria era intorno ai 118. Siamo cresciuti. E stiamo lavorando anche sui contratti a medici e infermieri, oltre che sull’aumento del personale”.
Sul piede di guerra, anche Anaao Assomed. Nell’audizione di oggi alle commissioni Bilancio, i referenti della sigla sindacale hanno dichiarato: “Non possiamo ritenerci soddisfatti di una legge di Bilancio emanata in un contesto sociale drammatico, in cui il 7,6% della popolazione rinuncia alle cure per ragioni economiche e l’1,6% si indebita e raggiunge la povertà per l’impossibilità di curarsi in strutture pubbliche”.
Il sindacato dei medici ha denunciato aumenti di soli 15 euro netti per i dirigenti medici e 7 euro per i sanitari: “Aumento ancora da discutere in un contratto che non sappiamo se e quando firmeremo”.
Manovra, anche i Vet sul piede di guerra: annunciano agitazione
La Manovra è insoddisfacente anche per i veterinari. “Si passa da promesse entusiastiche a sostanziali delusioni”, ha affermato in audizione Aldo Grasselli, presidente della Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari. La categoria ha annunciato lo stato di agitazione per il 13 novembre. “Non abbiamo ancora proclamato lo stato di sciopero, ma è evidente che ci aspettiamo miglioramenti consistenti da quello che è stato proposto”.
“Meloni e soci ci stanno trascinando ogni giorno di più in una economia di guerra e la legge di Bilancio su questo parla chiaro: al sistema sanitario nazionale, pochi spiccioli e del tutto insufficienti, ma contemporaneamente sprecano 40 miliardi di euro per le armi nei prossimi tre anni”. Così, sui social, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Avs.
“Le audizioni si stanno trasformando in un vero fact-checking” della sanità. “I soggetti auditi stanno smontando, punto per punto, la propaganda della maggioranza”, rivelando risorse insufficienti per la sanità. Lo ha dichiarato Chiara Braga, capogruppo Dem alla Camera.
Su una linea di confronto si è posizionata la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi). Sempre in audizione, la presidente Barbara Mangiacavalli ha parlato di “presa di coscienza delle istituzioni sulle difficoltà che sta attraversando la sanità nel nostro Paese”.
Gli infermieri appoggiano l’incremento dell’indennità di specificità di 35 milioni di euro per il 2025 e 285 milioni dal 2026. “Questi investimenti contribuiranno a migliorare condizioni di lavoro degli infermieri”.
Nel frattempo domani pomeriggio, 5 novembre, è atteso un incontro tra il Sindacato medici italiani, Confsal, la premier Giorgia Meloni e una rappresentanza governativa per un confronto sulla legge di Bilancio.