Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici senza finanziamenti, pochi fondi per la cultura. La Manovra è una legge di “galleggiamento”.
Una legge di Bilancio in sostanza poco green. Così l’hanno descritta gli ambientalisti in audizione alle commissioni di Camera e Senato, chiedendo maggiori investimenti e “coraggio” per l’ambiente.
La parola passa alle parti sociali oggi, lunedì 4 novembre. Prima dell’iter degli emendamenti, che possono essere presentati entro l’11 novembre, i parlamentati hanno davanti a sé una lunga giornata di audizioni, durante la quale le associazioni prenderanno la parola. La legge di Bilancio dovrà essere approvata entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. I primi ad essere ascoltati sono stati gli ambientalisti, questa mattina nella Sala del Mappamondo.
Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici approvato oltre dieci mesi fa è senza coperture. “È previsto un fondo di 1,5 miliardi” ma senza finanziamenti “non ci basterà assolutamente. Investire solo nella ricostruzione senza intervenire sulla prevenzione è un grande danno”. Lo hanno dichiarato i referenti di Legambiente, auditi per primi dai parlamentari nel giorno in cui entra definitivamente nel vivo il dibattito sulla Manovra.
“Gli eventi meteorologici stanno colpendo sempre più spesso l’Italia: quest’estate la siccità, in autunno tanti territori alluvionati. Gli scienziati ci dicono che accadranno sempre più spesso. Dobbiamo cambiare passo”. Mitigazione, decarbonizzazione, adattamento dei territori ai cambiamenti climatici. Questi, secondo Legambiente, i punti da cui partire per mettere in campo politiche ambientali, da finanziare con la Manovra. “La domanda è se la legge di Bilancio debba occuparsi di tutto questo. Ma leggendola, i segnali vanno nel verso contrario rispetto all’accelerazione. Stiamo decelerando e questo di preoccupa”, accusa Legambiente. “Rispetto a questo vediamo solo tagli”.
Secondo i rappresentati di WWF, c’è anche una spesa esigua per la cultura e l’ambiente in generale: solo lo 0,8% della copertura totale. Gli animalisti da un lato concordano sulla decisione del governo di ridurre i sussidi “ambientalmente dannosi”. Ma “chiediamo maggiore coraggio, eliminando l’introduzione delle ulteriori agevolazioni alle auto ibride”.
Il WWF chiede anche una rimodulazione delle spese a favore della tutela dell’ambiente, attraverso la reintegrazione dell‘aliquota del 65% per gli interventi di efficienza energetica. “E chiediamo uno stop agli incentivi per le caldaie a gas in linea con le direttive europee sulle case green”.
Sulla stessa linea degli animalisti, anche ECCO: “Oggi il gas naturale rimane ancora a 40 euro a megawattora e non ci sembra di vedere in questa legge di Bilancio degli strumenti in grado di accompagnare le famiglie nella gestione di questa cosa. È stato fatto solo un passo per spendere meno, non per spendere meglio. Il risultato complessivo è lo spendere peggio”.
La richiesta dell’associazione è tornare alla detrazione del 65% per l’efficienze energetica e quella ordinaria al 36%. Così “si ha comunque lo stesso risparmio in termini di spesa pubblica, ma senza smantellare gli investimenti e l’esposizione delle famiglie, perché tra efficienza e ristrutturazione casa serve mantenere un differenziale di detrazione”.
Dure critiche da parte dell’associazione Sbilanciamoci!, che definisce la Manovra di “galleggiamento”, “dedicata prevalentemente al rifinanziamento delle misure dello scorso anno. A causa del fallimento del concordato fiscale, questa Manovra non riuscirà ad avere le risorse sufficienti per procedere ai tagli previsti della riforma dell’Irpef. Una riforma che secondo noi lede i principi costituzionali della progressività e dell’equità”.
Dito puntato in particolare contro il taglio di 4,6 miliardi al Fondo Automotive, come anticipato su queste pagine nei giorni scorsi. “Una scelta assolutamente miope”, la definisce l’associazione. E contro i 120 miliardi in più per il Trasporto pubblico locale: “ne servirebbero 700 per adeguarlo all’inflazione”.