“Migranti, basta partenze su bare galleggianti”, Frontex sicura sul calo degli sbarchi: “Con l’Italia contro i trafficanti”

L’Unhcr ha diffuso i dati di ottobre degli sbarchi di migranti sulle coste italiane: abbiamo parlato delle statistiche in netto calo con i rappresentanti di Frontex.

Stiamo lavorando fianco a fianco per affrontare i problemi radicati del traffico di esseri umani. Dando priorità alla sicurezza di coloro che si trovano nel mezzo”. Ovvero, i migranti che partono in “acque agitate” su “bare galleggianti”, dunque “il calo degli sbarchi non è solo significativo, ma salvavita”.

Così in esclusiva per Notizie.com Chris Borowsky, portavoce di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, ha commentato i dati diffusi poche ore fa dall’Unhcr, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. L’Onu, infatti, ha fatto sapere che ad ottobre sono state circa 5.500 le persone sbarcate sulle coste italiane. Dato che rappresenta un decremento di circa il 29% rispetto al mese precedente (7.685).

Migranti, sbarchi in Italia ad ottobre 2024
“Migranti, non si parte sulle bare galleggianti”, Frontex è sicura sul calo degli sbarchi: “Con l’Italia contro i trafficanti” (SOS HUMANITY FOTO) – Notizie.com

Frontex, che aiuta i Paesi Ue e Schengen a gestire i confini esterni e a contrastare la criminalità transfrontaliera, ha spiegato che il crollo della migrazione irregolare nel Mediterraneo centrale è degno di nota. L’Agenzia Ue, che sorvola il Mediterraneo con aerei e droni, ha affermato che ci sono diversi fattori che guidano la tendenza. Tra cui la repressione delle reti criminali coinvolte nel traffico di esseri umani da parte della Tunisia.

Le autorità locali avrebbero intensificato gli sforzi per smantellare le rotte del traffico, prendendo di mira le operazioni sia lungo la costa sia nell’entroterra. “Ciò ha portato a un netto calo delle partenze, in particolare quelle che coinvolgono imbarcazioni di metallo improvvisate sulle spiagge. – ha detto BorowskyImbarcazioni che spesso non sono altro che bare galleggianti, in particolare in acque agitate. Dunque il calo del loro numero non è solo significativo, ma salvavita. Grazie alla cooperazione rafforzata con la Tunisia, ora c’è una maggiore capacità di monitorare e controllare le partenze”.

Unhcr: “Partenze da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria”

Tornando ai dati dell’Unhcr, le persone arrivate sulle coste italiane ad ottobre sono partite da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria. La Libia è stata il primo Paese di partenza, con il 65% circa di tutti gli arrivi via mare in Italia. Circa l’85% delle persone arrivate ad ottobre sono sbarcate a Lampedusa. Altri porti di sbarco includono Crotone, Roccella Ionica, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampione, Ravenna, Marsala, Salerno, Augusta, Bari e Carloforte. Da inizio anno, le nazionalità di origine prevalenti sono state: Bangladesh (20%), Siria (19%), Tunisia (13%), Egitto (7%), Guinea (6%), Pakistan (4%), Eritrea (3%), Sudan (3%), Mali (3%) e Gambia (2%).

I dati sono giunti in un momento particolarmente delicato per l’Italia, alle prese con l’attivazione dei nuovi centri per migranti realizzati in Albania. La magistratura, però, ha puntato il dito contro i parametri affinché un Paese di origine sia considerato “sicuro”.

Si è rafforzato l’impegno per frenare le attività criminali che prendono di mira individui vulnerabili che cercano di raggiungere l’Europa. – ha spiegato il portavoce di FrontexGli sforzi combinati sono cruciali. Ma costituiscono solo una parte del quadro più ampio. Frontex e l’Italia stanno lavorando fianco a fianco per affrontare i problemi radicati del traffico di esseri umani, dando priorità alla sicurezza di coloro che si trovano nel mezzo. Ogni giorno, le reti di trafficanti continuano a mettere a rischio vite umane inviando individui su imbarcazioni fragili e sovraffollate nell’imprevedibile Mediterraneo”.

L'Agenzia europea Frontex
Unhcr: “Partenze da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Il ruolo di Frontex, hanno spiegato dall’Agenzia, in stretta collaborazione con le autorità italiane, è quello di aiutare a disinnescare le operazioni dei trafficanti. Riconoscendo che ogni imbarcazione fermata potrebbe significare innumerevoli vite salvate. I team di Frontex utilizzano tecnologie di sorveglianza avanzate per individuare anche le imbarcazioni più piccole e trasmettere informazioni critiche alle squadre di soccorso italiane. Garantendo una risposta rapida a chiunque si trovi in difficoltà.

Bisogna però ricordare che la stessa Frontex è finita più volte al centro delle polemiche. Pochi giorni fa l’organizzazione Human Right Watch ha lanciato un appello all’Agenzia affinché informi anche le navi ong nel Mediterraneo di eventuali imbarcazioni in pericolo. Attualmente, infatti, Frontex informerebbe solo gli stati Ue, la Libia e la Tunisia. Sotto accusa è finita proprio la collaborazione con Tunisi, poiché “le persone che fuggono da abusi e privazioni continueranno a intraprendere viaggi sempre più pericolosi. E non dovrebbero essere lasciate annegare”.

Human Right Watch: “Frontex non informa le navi di soccorso”

Frontex non informa le navi di soccorso non governative presenti nell’area e non emette segnali di emergenza per mobilitare tutte le imbarcazioni vicine. – ha spiegato Judith Sunderland, direttrice associata per l’Europa e l’Asia centrale di Hrw – Questo ha fatto sì che molte persone venissero intercettate dalle forze libiche e tunisine e riportate con la forza in quei Paesi. Dove sono vittime di  gravi abusi dei diritti umani”.

Migranti salvati nel mar Mediterraneo
Human Right Watch: “Frontex non informa le navi di soccorso” (HRW FOTO) – Notizie.com

Infine, c’è il caso delle nuove rotte dei migranti che, dal Mediterraneo ormai “sorvegliato speciale”, stanno ora calcando i passaggi dall’Africa occidentale alle Isole Canarie. “Mentre i Paesi vicini come Tunisia e Libia – ha concluso Borowsky – hanno intensificato le loro azioni contro le reti di contrabbando, i gruppi criminali organizzati si sono adattati. Sfruttando nuove rotte per raggiungere l’Europa“. Questo avrebbe spinto i migranti provenienti da vari Paesi africani e asiatici come Afghanistan e Pakistan, a utilizzare la rotta dell’Africa occidentale come alternativa. Secondo Frontex i criminali sfruttano le persone vulnerabili capitalizzando le instabilità regionali e le limitate opportunità nei Paesi di origine dei migranti.

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