La tragedia di Enna, l’accoltellamento a Marino, i casi di Modena e Alessandria: scuola, bullismo e cyberbullismo sono nuovamente nell’occhio del ciclone.
“Fino a tre anni fa il deep nude era impensabile, ma bullismo e cyberbullismo crescono con le nuove tecnologie. È necessaria una task force multidisciplinare che aggiorni i docenti ed invii dei bollettini. La scuola non va lasciata sola”.
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, a seguito delle terribili notizie circolate in queste ore, è Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. In poche ore si sono succedute vicende che hanno fatto risuonare allarmi in diverse zone d’Italia, dall’accoltellamento di un compagno di scuola da parte di una 12enne di Marino alla tragedia di Enna, dove una 15enne si è tolta la vita.
Tra le ipotesi c’è quella che la ragazza sia rimasta vittima di revenge porn. Prima ancora si era verificata la tragedia di Leonardo, 15enne di Senigallia, che si è suicidato il 14 ottobre scorso. In quel caso le cause sarebbero da ricercare negli atti di bullismo e cyberbullismo che il giovane subiva.
“I fenomeni di bullismo e cyberbullismo oggi sono molto complessi da identificare e da gestire. – ha spiegato Grassucci – Spesso sono legati alle nuove tecnologie digitali. E al crescere di queste ultime aumentano anche quei fenomeni. Faccio un esempio. Tre anni fa parlare di deep fake o deep nude, ovvero prendere il volto di una persona ed attaccarla ad un corpo nudo e far sembrare questa cosa vera, non era possibile”.
Il revenge porn, quindi, legato alla diffusione di immagini intime, poteva avvenire solo se effettivamente una persona era stata ritratta in atteggiamenti intimi. Oggi basta una foto in condizioni consone da poter attaccare ad un corpo nudo, diffondere l’immagine e far pensare a tutti che siano accadute cose in realtà mai avvenute. Tutto ciò può portare a depressione e quindi al suicidio.
“Si tratta di un fenomeno che evolve costantemente. – ha detto il direttore di Skuola.net – Andrebbe istituita una task force multidisciplinare che comprenda vari Ministeri, Istruzione, Giustizia, polizia di stato, psicologi, pedagogisti e tutti coloro che sorvegliano questi episodi. L’obiettivo sarebbe aggiornare costantemente i docenti sulle novità. Inviare dei bollettini, imparare a riconoscere i fenomeni e fornire delle procedure standard da mettere in pratica. Sono cose complesse che non riguardano solo la scuola, ma anche la magistratura e le forze dell’ordine”.
Per la tragedia di Enna la Procura della Repubblica ha già aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di istigazione al suicidio. Stando alle prime indiscrezioni, la giovane di origini arabe sarebbe stata oggetto di video o foto che circolerebbero nelle chat della scuola superiore che frequentava. La Procura dei Minori di Bologna, invece, sta indagando per stalking e lesioni in concorso aggravati per alcuni atti di bullismo e cyberbullismo avvenuti in provincia di Modena. La vittima sarebbe una 15enne che ha deciso di non indossare più il velo a scuola e che sarebbe stata perciò presa di mira da tre coetanee originarie del Marocco.
“La scuola certamente dev’essere in prima linea, ma non va lasciata sola. – ha continuato Grassucci – Pensiamoci. Oggi una scuola deve: avere in organico un referente per bullismo e cyberbullismo solitamente non retribuito; attuare politiche per contrastare il fenomeno; fare formazione. Ora: ci sono scuole in cui si è molto bravi a fare tali attività, e si riesce a contrastare e a prevenire efficacemente bullismo e cyberbullismo. In altre lo si derubrica, ed è grave, perché le vittime passano per segnalare delle esagerazioni”.
In queste ore un altro presunto episodio di bullismo si è registrato a Spinetta Marengo, frazione di Alessandria. Due giovani si sarebbero ripresi mentre malmenavano a schiaffi e spintoni un loro coetaneo a scuola. Le immagini hanno cominciato a circolare nelle chat di whatsapp, fino ad arrivare ai familiari del ragazzo vittima delle percosse, che hanno sporto denuncia alla polizia. Sulle emergenze è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha annunciato l’avvio di laboratori contro il bullismo.
“Il consiglio che posso dare alle vittime ed alle famiglie – ha concluso Grassucci – è di informare con una mail la scuola. In questo modo l’istituto è ‘costretto’ ad attivarsi. E poi di non aspettare, di rivolgersi immediatamente alla polizia. Oggi esiste l’ammonimento del questore per i casi meno gravi. È una sorta di ‘cartellino giallo’ che non influisce sulla fedina penale”.