Il Bosco Verticale è ormai diventato un’icona di Milano e un simbolo dell’architettura verde a livello internazionale. Chiunque visiti la città non può fare a meno di notare queste due torri uniche, ricoperte da una fitta vegetazione che si estende dai balconi in un gioco di colori e forme che cambia con il passare delle stagioni. Situato nel quartiere Porta Nuova, il Bosco Verticale è stato inaugurato nel 2014 e ha subito attirato l’attenzione per il suo design innovativo e sostenibile, ma cosa c’è di così speciale dietro questa “foresta urbana” e cosa lo ha ispirato?
Da Lucca a Milano: un’ispirazione storica
Per quanto possa sembrare una novità moderna, il Bosco Verticale trae le sue radici dall’architettura storica italiana, e in particolare da un edificio ben noto in Toscana: la Torre Guinigi di Lucca. Questa torre del XIV secolo, infatti, ospita sulla sua sommità una serie di lecci secolari, creando un effetto sorprendente e unico. Proprio osservando la torre Guinigi, l’architetto Stefano Boeri, ideatore del Bosco Verticale, ha immaginato la possibilità di portare la vegetazione nelle aree urbane in modo inedito: non solo per abbellire, ma per migliorare la qualità dell’aria e della vita dei residenti.
Così, dalle radici medievali toscane e con un occhio alle esigenze moderne, è nata l’idea di costruire una “foresta verticale” nel cuore di una metropoli come Milano, dove lo spazio per il verde è spesso limitato. Ma la sfida di Boeri è andata ben oltre una semplice rivisitazione della Torre Guinigi: il Bosco Verticale è stato pensato per portare il concetto di sostenibilità urbana a un livello successivo.
Quanti alberi ci sono nel Bosco Verticale?
Una delle domande più frequenti su queste torri riguarda proprio la quantità di alberi e piante ospitate sui balconi, e la risposta è impressionante. Il Bosco Verticale conta circa 800 alberi di medie e grandi dimensioni distribuiti tra le due torri, ma non finisce qui. A questi si aggiungono 15.000 piante perenni e tappezzanti e 5.000 arbusti che rendono ogni angolo dell’edificio un piccolo ecosistema a sé stante.
In totale, il Bosco Verticale ospita oltre 20.000 esemplari di piante che, nel loro insieme, creano un vero e proprio polmone verde verticale capace di produrre ossigeno e assorbire polveri sottili e CO₂, migliorando la qualità dell’aria per i residenti e per l’intero quartiere. Ogni pianta è stata scelta e posizionata con cura, tenendo conto dell’esposizione solare, dell’altitudine e delle condizioni climatiche specifiche di Milano.
Quanto costa vivere nel Bosco Verticale?
Oltre all’aspetto ecologico, il Bosco Verticale rappresenta anche un vero e proprio lusso abitativo. Non è certo un edificio accessibile a tutti, e i prezzi al metro quadrato per possedere un appartamento in una delle torri si collocano tra i più alti della città. Si stima che il costo al metro quadro sia di circa 15.000-20.000 euro, a seconda del piano e della tipologia di appartamento. Un attico ai piani alti può facilmente superare i 3 milioni di euro, rendendo il Bosco Verticale una delle residenze più esclusive d’Italia.
La manutenzione: una sfida continua
Mantenere un giardino sospeso a decine di metri di altezza non è certo un compito facile. La manutenzione delle piante del Bosco Verticale è affidata a una squadra di esperti giardinieri che, con l’ausilio di speciali piattaforme e sistemi di sicurezza, si occupano di potature, irrigazione e controllo della salute delle piante. Le torri sono state dotate di un avanzato sistema di irrigazione automatizzato, che permette di distribuire l’acqua in base alle necessità delle singole piante. Tuttavia, per garantire che ogni pianta rimanga in salute e che la vegetazione non diventi troppo densa o pesante per le strutture, gli interventi manuali sono imprescindibili.
La visione dietro il progetto: non solo un edificio, ma un ecosistema
Il Bosco Verticale rappresenta molto più di un semplice condominio di lusso: è un tentativo di ripensare la relazione tra natura e città. L’idea di Boeri era di riportare la vegetazione al centro della vita urbana, e il Bosco Verticale incarna perfettamente questo concetto. Oltre alla funzione estetica, gli alberi e le piante svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema dell’edificio: offrono ombra, riducono la temperatura durante i mesi estivi, filtrano l’aria, e contribuiscono a mitigare i rumori esterni. Ogni balcone, con le sue piante, diventa una barriera naturale che isola e protegge gli interni.
Un’icona di sostenibilità e innovazione
Il Bosco Verticale è stato premiato a livello internazionale per la sua innovazione e sostenibilità, ottenendo nel 2015 il prestigioso International Highrise Award come miglior grattacielo del mondo. Questo riconoscimento è arrivato non solo per l’estetica dell’edificio, ma anche per il valore ecologico che ha portato a Milano. Il Bosco Verticale è infatti considerato un esempio di bioarchitettura, una fusione tra tecnologia e ambiente che punta a rendere le città più vivibili e a misura d’uomo.
Oggi, questa “foresta verticale” è una fonte di ispirazione per molti architetti e urbanisti in tutto il mondo, tanto che progetti simili stanno nascendo in altre città, come Eindhoven e Nanchino. Il Bosco Verticale dimostra che è possibile immaginare un futuro in cui le città non si limitano a espandersi in altezza, ma diventano spazi verdi e sostenibili, in cui la natura e l’uomo convivono armoniosamente.
Il Bosco Verticale: un messaggio per il futuro
La storia del Bosco Verticale è un invito a ripensare il nostro rapporto con la natura nelle città, a considerare l’ambiente come un alleato indispensabile per il benessere delle comunità urbane. In un mondo sempre più urbanizzato, questo esempio ci ricorda che la sostenibilità non è solo una parola alla moda, ma una necessità.