Nel taglia e cuci per far quadrare i conti in Manovra, è stato lasciato indietro il settore dei trasporti pubblici.
La spesa prevista nell’attuale testo in esame alla Camera è di 120 milioni di euro in più per il 2025 nel Fondo Trasporti pubblici locali. Ma non basta per Anav-Confindustria che proprio questa mattina, giovedì 7 novembre, ha scritto alle commissioni Bilancio.
Nel mirino dell’Associazione Nazionale Autotrasporti Viaggiatori, 900 milioni in meno rischiano di compromettere i contratti collettivi nazionali scaduti il 31 dicembre 2023 e altri 500 mancanti che sarebbero invece necessari per gli investimenti nel rinnovo del parco auto.
Bus obsoleti. E lavoratori in piazza domani 8 novembre in occasione dello sciopero indetto dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, proprio per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità Trasporto pubblico Locale).
La trattativa tra datori di lavoro e sindacali si è interrotta a luglio. “Con un fondo trasporti che non è stato aumentato, trovo difficile che si possano trovare soluzioni nell’immediato”. Così ai nostri microfoni Nicola Biscotti, presidente Anav. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un aumento di 360 euro in più, che moltiplicato per i dipendenti in Italia arriverebbe a circa 900 milioni.
Autobus obsoleti, contratti scaduti e nessun incentivo per nuove assunzioni
Il settore trasporti rileva una “dimostrata necessità implementativa di almeno 800 milioni”, a fronte dei 120, che a detta di Anav-Confindustria non compenserà le mancanze. La stima della somma necessaria è nata da un confronto dell’Associazione con Astra, Agens e la Conferenza delle Regioni. Nei giorni scorsi hanno già chiesto un incontro con il ministro Matteo Salvini prima dell’approvazione definitiva della Manovra economica e oggi si sono rivolti alla commissione Bilancio della Camera che attualmente sta esaminando il testo della legge.
“La richiesta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti parte proprio dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Nella legge di Bilancio registriamo una risposta largamente inadeguata sia per quanto riguarda l’esercizio che gli investimenti”.
Senza una manutenzione adeguata, ci saranno autobus sempre più obsoleti in circolazione in tutta Italia, con conseguenze negative per l’ambiente e per gli utenti. “A ciò, aggiungiamo che il settore lamenta una carenza di autisti. Servono misure e incentivi che consentano ai giovani di acquisire le patenti per poi lavorare nelle nostre aziende”, denuncia Biscotti. 10 milioni all’anno non basteranno ad aumentare la rotazione del parco autobus: “Nei nostri calcoli ne servono almeno 500 per garantire un ricambio e mantenere l’età media dei veicoli nei prossimi anni”.
“Abbiamo rappresentato al ministro anche la necessità – in attesa di implementare i sistemi innovativi elettrico e idrogeno – di considerare di acquisire, per i prossimi cinque anni, ancora mezzi diesel. Avrebbero il vantaggio di un costo inferiore rispetto ai mezzi a idrogeno ed elettrici, e garantirebbero un maggior ricambio di autobus obsoleti. Nel Paese abbiamo ancora in circolazione veicoli Euro 2 ed Euro 3, che sono sicuramente inquinanti, costosi per le aziende e poco graditi agli utenti che viaggiano”.