Quando si apre una controversia in un condominio, circostanza che può verificarsi per diversi motivi, non è sempre è possibile avviare subito un’azione legale.
Non è impossibile che in un condominio possano sorgere delle controversie tra i residenti dello stabile, per i motivi più svariati, liti tra condomini che, a volte, possono anche arrivare in tribunale per trovare una soluzione.
In realtà, prima di procedere con un’azione legale, secondo le normative italiane, è possibile cercare una soluzione conciliativa tra le parti coinvolte così da evitare una causa in tribunale e non sovraccaricare di lavoro gli organi giudiziari, ma non solo. La soluzione permette anche alle parti di non affrontare lunghi processi e spese correlate.
Liti in condominio, quando è necessaria la mediazione: i casi
In alcune aree giuridiche, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo n. 28/2010, è possibile ricorrere alla mediazione civile prima di procedere con un’azione legale in Tribunale. Fra queste aree anche quella delle liti in condominio.
In questo contesto, le parti coinvolte dovranno cercare un accordo in via amichevole per risolvere la controversia, così da evitare l’apertura di un processo che comporta spese per i coinvolti ed un sovraccarico di lavoro per gli organi giudiziaria del nostro Paese. Durante la mediazione, per raggiungere un’intesa, come spiega il sito Laleggepertutti.it, è possibile valutare soluzioni che probabilmente non sarebbero state valutate in tribunale, ma sempre tenendo conto delle normative in vigore.
Quando la controversia è relativa a questioni condominiali, prima dell’azione legale, è obbligatorio per legge seguire il percorso della mediazione, la cui durata non può essere di oltre tre mesi. Se, però, non viene trovato un accordo condiviso, a quel punto è possibile rivolgersi ad un tribunale per mettere fine alla lite. Nel caso in cui venga raggiunto, invece, un accordo si procederà con un verbale in cui si descriverà l’intesa che avrà poi titolo esecutivo. La mediazione che verrà seguita dall’ente di mediazione selezionato e necessiterà della presenza fisica delle parti coinvolte, non basterà, dunque, solo quella degli avvocati.
Come abbiamo già accennato, non sempre è necessario ricorrere alla mediazione. In alcuni casi, le parti possono direttamente avviare un’azione legale, ad esempio se la lite riguarda due singoli proprietari del condominio ed è di natura privata o se la controversia è relativa alla gestione o la manutenzione del condomino o ancora se la lite riguarda il condomino ed un soggetto esterno.
La mediazione diventa obbligatoria, prima di un procedimento giudiziario, invece, quando la lite riguarda: il rispetto delle decisioni dell’assemblea; spese per la manutenzione degli spazi comuni o per l’utilizzo di quest’ultimi; mancato pagamento dei compensi dell’amministratore o per la gestione finanziaria del condominio.