Al via le riprese della serie che narra l’omicidio di Meredith Kercher. Amanda Knox tra i produttori. La sindaca: “Perugia mia, scusami”.
Al via nei prossimi giorni le riprese di Blue Moon, la serie sull’omicidio di Meredith Kercher, in lavorazione per la piattaforma Hulu gestita da Disney Entertainment. Il progetto è destinato a far discutere soprattutto perché Amanda Knox, l’ex coinquilina della studentessa inglese, compare tra le produttrici insieme con Monica Lewinsky, l’ex stagista che nel 1998 fu coinvolta con Bill Clinton nello scandalo Sex Gate.
La storia di Meredith Kercher è tristemente nota: venne trovata morta nella sua casa a Perugia e come annuncia il Corriere dell’Umbria, proprio qui si sposterà il set nei prossimi giorni, tra martedì e mercoledì. Secondo i rumors, pare che in città sia arrivata anche Monica Lewinsky. Al lavoro in una città blindatissima per evitare interferenze sul set da parte dei curiosi, ci sono circa 200 persone impegnate nelle riprese.
La descrizione ufficiale della serie spiega che “è basata sulla storia vera di come la Knox sia stata erroneamente condannata per l’omicidio di Meredith e descrive la sua odissea di sedici anni per liberarsi”. Amanda Knox è stata assolta in via definitiva per l’omicidio dell’ex coinquilina insieme con il compagno di allora Raffaele Sollecito, dopo aver scontato quasi quattro anni di carcerazione preventiva in Italia.
Knox è stata condannata successivamente a 3 anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, la persona che accusò dell’omicidio di Meredith quando fu trovata cadavere. L’unico condannato è stato Rudy Guede, che ha ricevuto una sentenza a 16 anni di carcere con rito abbreviato, che ha già scontato.
Amanda Knox in un’intervista rilasciata a Bruno Vespa a Porta a Porta nei mesi scorsi ha raccontato l’esperienza di essere considerata da tutto il mondo colpevole da innocente: “Sono stata accusata di omicidio, di calunnia, ho rappresentato tutte le cose brutte che si possono pensare di una donna e adesso, come mamma, sento il peso di questo stigma e sono qua per ribadire che ho detto la verità da sempre. Ho avuto ragione da sempre e sono innocente. Non voglio che i miei bambini vivano sotto questa nube scura”.
Sempre al Corriere dell’Umbria, Raffaele Sollecito ha raccontato di aver chiesto la possibilità di “poter supervisionare il mio personaggio, in modo che si possa parlare di me come una persona reale e non come un’idea”. La serie è composta da otto episodi di un’ora ed è già destinata a far discutere, dopo quella che racconta la storia di Sarah Scazzi, il cui nome è stato cambiato in Qui non è Hollywood dopo la battaglia intrapresa dal sindaco di Avetrana.
E proprio come nel caso appena citato, anche la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi è entrata nel merito della serie per difendere la sua città: “Perugia mia, scusami”, ha scritto in una lettera aperta alla città in occasione delle riprese di Blue Moon. “Cinque scene in cui verrà ripresa Perugia nella sua bellezza, le sue piazze, i suoi vicoli e in cui verrà raccontata per quella che è: un luogo di vita e di desiderio in cui i giovani vengono a sognare”.
La prima cittadina si è scusata con i concittadini per la scelta politica: “Lo abbiamo chiesto e ottenuto da contratto sulla base dell’accordo con la produzione. E questo è stato possibile perché abbiamo concesso di girare a Perugia”. Ferdinandi ha aggiunto di aver incontrato direttamente la produttrice della serie e le ha chiesto “rispetto per la memoria di Meredith e di Perugia. Abbiamo chiesto garanzie e ci sono state svelate le scene e le ambientazioni”.
Proprio come per Qui non è Hollywood, la serie rischia di riaprire per Perugia la ferita di un passato che ha fatto fatica a lasciarsi alle spalle: “Chiedo scusa a chi si è sentito tradito da questa scelta. Rispetto e apprezzo la scelta del sindaco di Avetrana, ma le equiparazioni semplicistiche dei giornali spesso si perdono l’essenziale: ogni scelta è frutto di termini e bilanciamenti differenti. Se ci avessero chiesto di girare un crime dal titolo Perugia, il delitto di Meredith, la nostra decisione sarebbe stata molto diversa”.