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Tecnologia

L’Intelligenza Artificiale “discrimina” e ha pregiudizi sui lavoratori, il caso all’attenzione dell’Ue: cos’è il progetto Bias

Published by
Matteo Fantozzi

L’Intelligenza Artificiale ormai fa parte della nostra vita, ed è utilizzata anche nei processi di assunzioni da parte di numerose aziende. È scattato però l’allarme legato all’imparzialità di questo strumento.

Pare, infatti, che i processi elaborati dalle macchine portino ad affrontare un pregiudizio sui candidati. Tanto da portare l’Unione europea a chiedere un aiuto, per fronteggiare questo problema, proprio alle aziende di competenza.

Lavoratori discriminati dall’AI all’assunzione (Notizie.com)

L’Ue finanzia il progetto BIias per cercare di affrontare il problema dei pregiudizi e invita le aziende a dare il loro contributo. In questo verranno accolti contributi fino al 31 gennaio 2025 dai seguenti Paesi: Austria, Estonia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.

Sono invitate le singole aziende a inviare delle copie, anonime, delle lettere di presentazione e Cv dei nuovi assunti. Forniranno così degli elementi importanti ai ricercatori per comprendere qual è l’impatto delle scelte linguistiche fatte sull’assunzione dall’Intelligenza Artificiale e se queste hanno un impatto negativo e discriminatorio come è stato ipotizzato. Una verifica fondamentale per andare avanti su questa strada nel mondo del lavoro.

Discriminazioni dell’intelligenza artificiale e contributo delle aziende

Una recente ricerca ha evidenziato che ci sarebbe il rischio di discriminazione dell’Ia nei sistemi di assunzione. Gli algoritmi, infatti, pare che possano discriminare o favorire i canditati in base a dei fattori non così importanti ai fini del lavoro. Si parla infatti di scelte di formulazione, indicatori demografici o semplicemente effetti linguistici. Il progetto Bias vuole valutare in che modo si possa contribuire ad alimentare questo tipo di pregiudizi, cercando di rendere l’intelligenza artificiale più equa e maggiormente inclusiva.

Discriminazioni dell’intelligenza artificiale e contributo delle aziende (Notizie.com)

Ma cosa possono fare le aziende per rimediare a questa difficoltà? Come già anticipato, condividendo alcuni elementi si può arrivare a un maggiore perfezionamento della tecnologia di assunzione. Mantenendo l’anonimato e rispettando dunque la privacy delle persone sarà fondamentale inviare lettere di presentazione e Cv dei nuovi assunti per valutare come si è comportata l’AI nei processi di assunzione.

Il ruolo delle aziende sarà dunque fondamentale nella lotta a sconfiggere questa falla dell’Ai che rischia di rivelarsi ancor meno imparziale di eventuali esseri umani condizionati da qualche vantaggio nella loro scelta. Servirà poi una seguente valutazione e riflessione da parte della stessa Bias che andrà, con persone di competenza, a migliorare i processi legati all’algoritmo. Senza scomodare pareri legati a film oppure opere di fantascienza, siamo già nel futuro.

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Matteo Fantozzi