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Esteri

“Non posso descrivere l’orrore”: il diario di Kateryna, morta nell’assedio russo di Mariupol in Ucraina

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Francesco Ferrigno

Il Museo delle Voci Civili di Kiev ha diffuso il diario tenuto da Kateryna Savenko, morta in Ucraina nel corso dell’assedio russo di Mariupol.

Mamma! Sono ferita. All’ospedale i dottori se ne sono andati tutti. Ho una gamba rotta e la faccia lacerata. Vitalik è morto. Nadya è nel seminterrato. Aiuto!”. Kateryna Savenko è morta il 4 aprile 2022 a Mariupol, la cittadina teatro di una violenta battaglia nei giorni successivi all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

“Non posso descrivere l’orrore”: il diario di Kateryna, morta nell’assedio russo di Mariupol in Ucraina (MUSEO VOCI CIVILI FOTO/ANSA FOTO) – Notizie.com

La sorella di Kateryna, Nadiia, ha donato il diario, che Notizie.com è riuscito a visionare, che la donna stava tenendo nei giorni dell’assedio al Museo delle Voci Civili di Kiev, capitale dell’Ucraina. Il Museo, gestito dalla Rinat Akhmetov Foundation, ha raccolto fino a questo momento 123mila resoconti di prima mano sulle esperienze dei civili durante la guerra. “Mia sorella mi ha chiesto di rendere pubblici questi diari se le fosse successo qualcosa. – ha spiegato Nadiia – Voglio che il mondo venga a conoscenza degli eventi orribili che hanno avuto luogo a Mariupol attraverso la storia di Kateryna“.

Kateryna è morta pochi giorni dopo suo marito Vitaliy. La casa della famiglia è stata bombardata, causando loro ferite mortali. “La sirena è partita. – scrive la donna il 27 febbraio 2022Non mi sono mai spaventata così tanto prima. Vitalik cammina con calma, io corro. Il mio cuore brucia. A casa c’è Nadya (la figlia, ndr). Quando sono arrivata all’appartamento, lei non c’era. Era in cantina con gli animali”. Sono i primi giorni dell’invasione: i negozi di alimentari vengono presi d’assalto, ci sono file agli sportelli bancomat, le fabbriche chiuse.

“Chi sarà ritenuto responsabile di tutto questo?”

I bombardamenti continuano per tutto il giorno. Siamo incredibilmente stanchi. Sembra che oggi non sia il settimo giorno di questo inferno, ma il millesimo. L’intera infrastruttura della città è distrutta, gli edifici residenziali sono rovinati, le persone sono morte. Chi sarà ritenuto responsabile di tutto questo?”, si legge nel diario. 40 giorni di scritti, tra paura, panico, corse verso la cantina per rifugiarsi dalle bombe. Il manoscritto contiene alcuni dettagli impressionanti. “Un missile mortale è caduto sulla strada di Veronika (sua nipote, ndr). – scrive Kateryna il 26 marzo 2022 – Un cratere profondo circa 5 metri e con il diametro del nostro appartamento. La casa accanto a quella di Veronika è distrutta. Una donna è morta. Non posso descrivere l’orrore che ho provato“.

I miei cari, la mia famiglia, persone meravigliose, cadono costantemente a pezzi, come castelli di carte, crollano, impazziscono, si disperano. – dice Kateryna nel suo diarioI loro bellissimi occhi si affievoliscono. Marroni, blu, grigi. Una volta luminosi, con scintille”. Il 29 marzo 2022 si sente un’esplosione nel giardino di casa. Quando Vitalik esce a controllare viene investito da un altro scoppio e muore all’istante. Kateryna muore invece pochi giorni dopo per le ferite riportare, tra le braccia della madre.

Nataliia Yemchenko: “Esorto tutti a scrivere le proprie storie”

Viviamo tutti in una guerra. – ha detto Nataliia Yemchenko, membro della Fondazione Rinat Akhmetov – La verità su di essa è costruita e preservata attraverso le nostre storie. Ecco perché esorto ognuno di voi a scrivere e conservare le proprie storie, per voi stessi, per i vostri figli e per il mondo affinché veda cosa significa davvero la guerra”.

Nataliia Yemchenko: “Esorto tutti a scrivere le proprie storie” (MUSEO VOCI CIVILI FOTO) – Notizie.com

La nostra comprensione dell’Olocausto è notevolmente migliorata da storie come il diario di Anna Frank. – ha spiegato Diana Popova, Ceo del Museo di Storia di Kiev – Il diario di Kateryna Savenko sarà la nostra voce al nostro equivalente dei processi di Norimberga. Non sappiamo quando sarà, come sarà. Anche se le persone non vivono fisicamente, le loro voci saranno ascoltate“.

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Francesco Ferrigno