Violenze ad Amsterdam: il giorno dopo gli scontri tra tifosi, il mondo riflette sul pericolo dell’antisemitismo in Europa.
All’indomani degli scontri ad Amsterdam prima e dopo la partita di calcio Ajax-Maccabi, un secondo aereo con i tifosi israeliani è atterrato a Tel Aviv per riportare a casa i tifosi aggrediti dai militanti Pro-palestina. Si fa sempre più spazio l’ipotesi che si sia trattato di un attacco coordinato.
Per adesso sono finite in manette 67 persone, ma le indagini coordinate dalla Procura non sono terminate e gli investigatori non escludono di procedere con altri arresti. Al vaglio ci sono i video delle violenze. Tra questi ce ne sarebbe anche uno che mostra una folla di tifosi israeliani che cantano slogan anti-arabi mentre si dirigevano alla partita. In seguito, giovani a bordo di scooter sarebbero andati alla ricerca dei tifosi israeliani, prendendoli a calci e pugni. Poi la fuga dai poliziotti schierati in città. Al momento quattro persone sono ancora in custodia e saranno condotti in Tribunale la prossima settimana.
Durante le violenze sono rimaste ferite dieci persone. Tra queste, cinque sono andate in ospedale. Intanto, nonostante oggi sia Shabbat, Tel Aviv ha messo a disposizione gli aerei per riportare a casa i circa tremila tifosi aggrediti. Intanto l’Ufficio nazionale antiterrorismo ha chiesto alle autorità di Amsterdam di valutare possibili conseguenze per l’accaduto, anche perché ha coinciso con la commemorazione della Notte dei Cristalli.
Oltre alle indagini della polizia, la sindaca di Amsterdam Femke Halsema ha annunciato un’inchiesta indipendente e il ministro della Giustizia e della Sicurezza David van Weel ha fatto sapere che il governo sta verificando se siano stati ignorati avvertimenti di possibili violenze da parte di Israele in vista della partita di calcio valida per l’Europa League. Anche il ministro degli Esteri israeliano si è reso disponibile ad aiutare nelle indagini.
Secondo la sindaca di Amsterdam prima della partita non sarebbero state segnalate “minacce concrete” per i cittadini israeliani e che la partita non era stata considerata ad alto rischio. Tuttavia il Comune aveva vietato una manifestazione pro-Palestina fuori dallo stadio Johan Cruyff Arena, dove si è giocata la partita.
Amsterdam, manifestazioni vietate nel weekend
Intanto le autorità olandesi hanno vietato le manifestazioni per nel weekend e rafforzato i dispositivi di sicurezza nei siti ebraici di Amsterdam, città che ha ospitato la scrittrice ebrea Anna Frank e la sua famiglia quando si nascondevano dai tedeschi. Il primo ministro Dick Schoof ha annullato il viaggio programmato per i colloqui sul clima delle Nazioni Unite in Azerbaigian, per poter affrontare le ricadute delle aggressioni ai tifosi del Maccabi Tel Aviv, che Israele ha definito antisemite.
Schoof su X ha scritto che il governo discuterà della violenza in un Consiglio dei ministri già lunedì e terrà alcuni incontri per affrontare il problema dell’antisemitismo. Il primo ministro ha incontrato i rappresentanti della comunità ebraica nei Paesi Bassi: “È stata una conversazione avvincente sulla tristezza e l’incertezza vissute nella comunità ebraica. Ogni giorno sperimentano le conseguenze del crescente antisemitismo nei Paesi Bassi”, ha scritto su X.
Gli scontri ad Amsterdam stanno preoccupando molti intellettuali, che hanno lanciato l’allarme dell’antisemitismo. Tra questi è emersa la voce del teologo Monsignor Ettore Malnati: “I recenti episodi sconcertano. Ci portano all’esecrabile memoria della notte dei cristalli. È più urgente la risoluzione a livello della Comunità internazionale del cessate il fuoco nei territori del Medio Oriente”.
Malnati invoca la soluzione dei due Stati, “Israele e Palestina, al fine di garantire in quei territorio una pace equilibrata e giusta”. Le autorità israeliane stimano che l’ondata di violenza ad Amsterdam sia terminata. “Agli israeliani non viene impedito di passeggiare per la città”. Ma raccomandano di “prendere maggiori precauzioni durante il soggiorno nei Paesi Bassi”.