Usa, occhi puntati sulle relazioni con Pechino: cosa implica la visita di Mattarella in Cina

Occhi puntati sulle relazioni tra Cina, Usa ed Europa. Cosa comporta la visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella a Pechino. 

All’indomani dell’elezione di Donald Trump le luci sono puntate sui rapporti tra gli Usa e la Cina, che potrebbero avere ripercussioni nel resto del mondo. In che modo i rapporti tra le due superpotenze potrebbero condizionare l’Europa.

Donald Trump, Xi Jinping in una combo
Usa, occhi puntati sulle relazioni con Pechino: cosa implica la visita di Mattarella in Cina (Ansa Foto) – notizie.com

Mentre Donald Trump è impegnato nella formazione della squadra che lavorerà con lui fianco a fianco alla Casa Bianca, l’Italia si prepara a un nuovo inizio con Pechino. A sancire un nuovo inizio nei rapporti ci ha pensato Sergio Mattarella. Xi Jinping, ricevendo il presidente della Repubblica ha parlato di un  “punto di partenza storico”, riaprendo le relazioni italo-cinesi dopo la “rottura” dell’Italia, che ha disdetto l’accordo per la Nuova Via della Seta.

Piccolo passo indietro: il patto storico era stato reintrodotto nel 2019 dal governo Conte, scatenando pesanti critiche da parte soprattutto di Fratelli d’Italia e dei Pesi occidentali. La preoccupazione riguardava il fatto che la Cina avesse in realtà mire espansionistiche, e la Nuova Via della Seta avrebbe rischiato di compromettere i rapporti con gli Usa e altri alleati storici.

Nel 2023, sotto il governo Meloni, l‘Italia ha comunicato a Pechino il ritiro dall’accordo, pur confermando l’intenzione di portare avanti un partenariato strategico. La Nuova Via della Seta non verrà rinnovata, ma Sergio Mattarella nel suo secondo viaggio in Cina ha ribadito come “Cina e Italia hanno avuto un grande progresso e crescita con i rapporti economici e commerciali aperti”.

Mattarella: “Cina e Italia convinti dell’importanza dei mercati aperti. Da Europa nessun protezionismo”

In una Lectio Magistralis a Pechino, all’Università di Beida, nel corso della visita in Cina, il presidente della Repubblica ha ricordato che Pechino e Roma sono “entrambi convinti cultori dell’importanza dei mercati aperti, collaborazione economica-commerciale nel mondo”. Proprio la libertà di mercato, ha aggiunto, può essere un antidoto alla guerra.

Uno dei temi più spinosi riguarda i dazi che dividono l’Europa e Pechino. “Nessuno in Europa immagina una stagione di protezionismo”, ha affermato Mattarella. Il presidente dell’Assemblea nazionale del popolo cinese Zhao Leji ha ricordato che “la Cina desidera impegnarsi con l’Italia per tramandare lo spirito della via della seta, della storia millenaria per promuovere i rapporti sino-italiani e raggiungere un livello più alto e per iniettare più energie positive alle relazioni sino-europee e alla pace e alla stabilità mondiali”.

Le promesse di Donald Trump in campagna elettorale: cosa farà con la Cina

All’indomani con la vittoria di Donald Trump, la Cina si è detta disponibile a rafforzare il canale di comunicazione con gli Usa, per allargare la cooperazione e “risolvere le differenze sulla base del rispetto reciproco”. Ma resta un dubbio: cosa farà Donald Trump? Il neo presidente in campagna elettorale ha promesso una politica economica protezionistica e l’introduzione dei dazi. “Con la Cina Donald Trump ci andrà con i piedi di piombo per mantenere un buon rapporto”. Lo ha dichiarato il politologo Francesco Di Nisio ai nostri microfoni all’indomani della vittoria del tycoon contro Kamala Harris. “In campagna elettorale si dicono tante cose per far piacere agli elettori. Non credo che Trump manterrà la promessa”. 

Sergio Mattarella e Xi Jinping si stringono la mano durante la visita del presidente della Repubblica in Cina
Le promesse di Donald Trump in campagna elettorale: cosa farà con la Cina (Ansa Foto) – notizie.com

Il rapporto tra le due superpotenze è un nodo cruciale per tutti i rispettivi alleati commerciali. L’ambasciatore Giampiero Massolo, intervistato dall’agenzia Nova, ha dichiarato: “Ci attendiamo sì, un atteggiamento muscolare, fatto di dazi, protezione e tariffe – per evitare che l’industria Usa sopporti svantaggi eccessivi – ma forse in una fase successiva a un tentativo di far rinascere un accordo commerciale su cui si era già cercato di lavorare alla fine della presidenza Trump”. 

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