Elon Musk è intervenuto a favore del governo nello scontro in atto con le toghe sull’interpretazione dei Paesi sicuri e sui centri migranti in Albania.
“Questi giudici devono andarsene”. Sul caso dei centri migranti italiani in Albania è intervenuto a gamba tesa anche il miliardario statunitense Elon Musk. Il patron di X e di Tesla è anche un grande alleato del presidente eletto Donald Trump.
Il tutto mentre imperversa la polemica politica scatenata dalla nuova decisione del Tribunale di Roma di sospendere il trattenimento di 7 migranti egiziani e bengalesi nelle strutture realizzate dal governo in Albania. Una decisione giunta ieri quando le persone recuperate nel mar Mediterraneo. E trasportate a Shengjin dalla nave della Marina militare Libra si trovavano già nel centro di Gjader.
I giudici romani hanno quindi inviato tutti gli atti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Quest’ultima è chiamata ad esprimersi affinché vengano definiti con chiarezza i criteri riguardanti i Paesi sicuri di provenienza dei migranti. Non è poi la prima volta che Musk, che è intervenuto sulla piattaforma di cui è proprietario, il social X, offre sostegno al governo italiano. Era già accaduto in difesa del vicepremier Matteo Salvini nell’ambito del processo Open Arms.
Tornando al caso dei migranti, questi sono stati riportati in Italia a bordo della nave Visalli della guardia costiera. Sbarcati intorno alla mezzanotte di ieri a Brindisi, sono stati poi trasportati su un bus nella struttura per richiedenti asilo di Cara. Qui seguiranno l’iter ordinario di esame della domanda. I 7 avranno a disposizione una scheda telefonica. E, in attesa dell’esito del ricorso al respingimento della richiesta di asilo avvenuto in Albania, saranno liberi di uscire nelle ore diurne.
Proprio il centro di Cara nei giorni scorsi è stato teatro di una dura protesta da parte dei migranti per le condizioni della struttura. Il complesso sta ospitando anche i 12 migranti rimpatriati dall’Albania il 18 ottobre, dopo la prima decisione da parte del Tribunale di Roma di ordinare il rientro in Italia. Sui centri migranti in Albania, nonostante la doppia bocciatura dei magistrati, il governo italiano ha intenzione di andare avanti. In queste ore è stata pubblicata una manifestazione di interesse per 3 milioni e 200mila euro. Il provvedimento riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria dei complessi di Shengjin e Gjader.
“Non è un nostro protocollo, e abbiamo sempre detto che in ogni caso, qualunque cosa, qualunque siano le regole applicate, fondamentalmente, devono ovviamente essere conformi al diritto dell’Ue. E la nostra posizione non è mai cambiata e non cambierà. – ha detto il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer – Non siamo qui per commentare la decisione di un giudice nazionale di inviare un pezzo di legislazione nazionale alla Corte di giustizia europea per l’interpretazione. Quindi mi scuso, ma non lo faremo. Per il resto, la nostra linea rimane“.
Sul caso, in esclusiva per Notizie.com, è intervenuta anche Flavia Pergola, portavoce di Medici Senza Frontiere (Msf). “Il mancato accesso al suolo italiano, – ha detto Pergola – la gestione extraterritoriale delle domande di asilo, l’applicazione delle procedure accelerate di frontiera e il trattenimento delle persone in un paese terzo, rappresentano un nuovo attacco sferrato al diritto di asilo, così com’è inteso oggi. Queste iniziative non fanno altro che replicare politiche di contenimento e dissuasione che si sono dimostrate prive di efficacia nel lungo periodo, ma capaci di aumentare la sofferenza e la disperazione di migliaia di persone“.
“Sos Humanity – hanno fatto sapere dalla Ong – accoglie con favore le due sentenze del Tribunale di Roma, in cui la detenzione di 19 persone trasferite in Albania è stata riconosciuta incompatibile con il diritto dell’Ue e quindi illegale. Il fatto che il governo italiano abbia continuato ad applicare l’accordo tra Italia e Albania con un secondo trasferimento in Albania, nonostante le sentenze della Corte di giustizia europea e del Tribunale di Roma, è uno schiaffo ai diritti umani”.