Il nodo è questo: “L’Europa non ha mai stabilito quali sono i Paesi sicuri. È chiaro che c’è un corto circuito giuridico”.
Ieri, lunedì 11 novembre, per la seconda volta il Tribunale di Roma ha sospeso il trattenimento dei sette migranti egiziani e bengalesi giunti in Albania a bordo della Libra. E ha passato la palla alla Corte di giustizia dell’Unione europea affinché chiarisca la designazione di Paesi sicuri.
Al di là dello scontro e delle polemiche sui giudici definiti politicizzati, resta un dato certo. L’Europa non ha mai stabilito quali siano i Paesi sicuri. Non è specificato neppure nel piano migratorio votato dal Parlamento europeo ad aprile 2024 e che verrà applicato nei prossimi mesi. Il governo italiano ha elaborato una lista di Paesi sicuri inserendola in un decreto legge, ma secondo i magistrati italiani, è divergente dalla normativa Ue. Alla fine quindi, non è solo la magistratura a rivolgersi all’Europa, ma anche la politica.
“Neanche molti Stati Ue hanno stabilito quali siano i Paesi sicuri e quali no. È chiaro che c’è un corto circuito giuridico”. Lo dichiara ai nostri microfoni Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia nella commissione Affari esteri e comunitari alla Camera. “L’Italia non sta facendo altro che anticipare quella che sarà una decisione che l’Europa dovrà prendere e che rimanda dal 2015″.
La strategia Meloni “non è mai cambiata: contrastare l’immigrazione clandestina”
Un cortocircuito che riporta all’Europa ma che nel frattempo manda in tilt il sistema politica-magistratura, tra accuse e polemiche ma anche decreti legge e sentenze. La strategia del governo intanto, non è mai cambiata: “È quella di contrastare l’immigrazione clandestina. È la stessa strategia adottata due anni fa per volontà degli elettori che hanno voluto un governo di centrodestra che mettesse al centro del dibattito politico questa problematica. Ed è stata affrontata dal governo Meloni attraverso diverse strade”.
Le strade percorse sono il dialogo con l’Europa, gli accordi con la Tunisia e l’Egitto e poi il patto Italia-Albania di esternalizzazione delle frontiere: “Il tema deriva proprio dalle indicazioni del Consiglio europeo di ottobre 2023″, commenta Calovini, difendendo l’accordo stretto da Giorgia Meloni ed Edi Rama: “Buona parte dei Paesi europei negli ultimi mesi ha guardato con attenzione l’accordo con l’Albania. Perché l’auspicio di molti è diminuire il numero di migranti che arrivano in Italia e in Europa in condizioni disperate”.
La lotta all’immigrazione clandestina “e non all’immigrazione regolare. L’Italia ospita 5 o 6 milioni di immigrati e auspichiamo che arrivino per integrarsi e lavorare nelle nostre aziende. La linea politica del governo è continuare in questa direzione”.
“La sua amicizia con Meloni forse fa scalpore, ma Musk è un libero cittadino”
Intanto il dibattito sul tema dei migranti in Albania e lo scontro in corso tra politica e magistratura è arrivata oltreoceano fino agli Usa. Il magnate Elon Musk non si è risparmiato nei confronti della magistratura italiana: “Questi giudici devono andarsene”, ha tuonato senza mezzi termini.
Parole che fanno rumore, perché Musk è stato una delle persone più vicine a Donald Trump in campagna elettorale e nel post-elezioni ci si chiede se avrà un ruolo nell’amministrazione del neo presidente nei prossimi anni. “In un momento come questo è chiaro che una persona proprietaria di uno dei più grandi strumenti di comunicazione, possa prendere una posizione politica e che questo abbia un effetto politico e comunicativo importante. Ma Elon Musk è un libero cittadino americano, che come tanti ha commentato un fatto avvenuto in Italia”, dichiara Calovini ai nostri microfoni. “Poi si sa che tra lui e la premier Meloni c’è un rapporto di amicizia e forse questo fa scalpore”.
Intanto il dibattito giudici-magistratura continua anche in Italia: “Il compito della magistratura è applicare le leggi del Parlamento”, dice il deputato di Fratelli d’Italia. “Le contrapposizioni non fanno bene a nessuno e questo è chiaro. Ma è chiara anche l’impressione che qualche volta i giudici, applicando e mettendo sul tavolo queste problematiche, vogliano condizionare l’attività politica del nostro Paese. Penso che la premier Meloni voglia continuare a fare il proprio lavoro senza avere uno scontro costante con i giudici. Il compito del governo è attuare le leggi che il Parlamento vota. L’accordo Italia-Albania è passato per l’attività parlamentare e credo che sia giusto che continui, sulla base della forte volontà popolare”.