La benzina continua ad avere un prezzo elevato in Italia, ma basta spostarsi di qualche chilometro per trovare prezzi decisamente più vantaggiosi.
Il caro benzina è un problema che si ripresenta ciclicamente e che diventa oggetto di discussione e analisi a livello nazionale. Nel 2024 le oscillazioni del prezzo del greggio sono state parecchie e abbiamo vissuto periodi in cui il costo dei barili ha avuto un’influenza diretta e decisamente rilevante sul pieno della nostra auto.
Un trend che per fortuna è cambiato già a partire da settembre (il 9 abbiamo assistito ad un taglio del 18% che ha portato il costo di un barile a 71 dollari, esattamente come in questi giorni), mese in cui il costo del greggio si è attestato su livelli più bassi permettendo a tutti di respirare. L’abbassamento del costo del greggio ha avuto effetti positivi anche sul del costo della benzina al litro è stato relativo e oggi in media si pagano in media 1.757 euro a litro per la benzina (a marzo costava 2.184) e 1.640 per il gasolio (contro i 2.154 di marzo).
Sebbene spesso si parli di prezzi eccessivi rispetto al resto d’Europa, la verità è che la differenza attualmente esiste ma non è così marcata: secondo le ultime stime i prezzi italiani sono di +0.005 euro per il diesel e 0,015 euro per la benzina rispetto ai prezzi medi dell’Unione Europea.
Questo tuttavia non significa che non ci siano Paesi, anche in Europa, in cui il costo della benzina non sia di parecchio inferiore a quello che vediamo dalle nostre parti. In Slovenia, ad esempio, la benzina costa 1,494 euro al litro e il diesel si ferma a 1,526, valori simili si registrano anche in Spagna, Svezia, Lussemburgo e Ungheria. A Malta si scende addirittura a 1,366, in Moldavia a 1,209 per la benzina e si paga ancora meno per il diesel.
Quali sono le ragioni delle differenze di prezzo dei carburanti e dove si pagano solo 15 cent per la benzina
Dato che il prezzo del petrolio è uguale per tutti, ci si chiede come sia possibile che ci siano queste variazioni e le ragioni sono principalmente due. In alcuni Paesi – come ad esempio la Russia e l’Ucraina – c’è una produzione di greggio che li rende esportatori e non compratori, dunque questo consente di tenere basso il prezzo. L’altro fattore sono le tasse applicate sulla benzina che variano da Paese a Paese.
In Italia ad esempio sono numerose le accise applicate al costo della benzina, molte delle quali risalgono a diversi decenni fa e originariamente erano state applicate per finanziare opere di ricostruzione o azioni militari estere. La ragione per cui vengono mantenute è chiaramente di natura economica, allo Stato (qualunque sia il governo in carica) fa comodo recuperare tasse anche dall’acquisto del carburante.
L’ammontare delle accise sul carburante, inoltre, non è dipendente dall’oscillazione dei prezzi del petrolio bensì rimane costante. Oggi, ad esempio, il 60% del costo della benzina dipende proprio dalle accise. Solo il restante 40% è dunque dipendente dall’oscillazione del costo del petrolio.
E pensare che basta spostarsi di qualche centinaio di chilometri per trovare un costo della benzina che è praticamente irrisorio. Basta infatti attraversare il Mar Mediterraneo per poter pagare la benzina solamente 15 centesimi al litro. Dove? In Libia, Paese che ancora oggi è uno dei maggiori produttori ed esportatori di greggio e può godere dunque di un’abbondanza che in Italia ci sogniamo.
Solo in altri due Paesi al mondo, anch’essi produttori, si possono trovare prezzi simili: in Iran la benzina costa addirittura 0.138 centesimi al litro, mentre in Venezuela costa 0.168.