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Cronaca

L’arresto in flagranza differita per chi aggredisce i medici è legge, ma “non servirà a fermare il fenomeno”

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Matteo Fantozzi

Entra in vigore la legge anti aggressione agli operatori medici: “Finalmente, anche se non servirà a fermare le il fenomeno”.

Nei giorni scorsi l’ultimo caso di un medico aggredito è arrivato da Lamezia Terme. Per i sindacato medico Anaao Assomed la legge rappresenta un “ottimo deterrente”, ma il settore ha ancora bisogno di aiuti economici e non solo. Per questa ragione resta confermato lo sciopero della categoria del 20 novembre.

Legge antiaggressione agli operatori sanitari, Segretario Nazionale di Assomed: “Ecco cosa cambia e perché scioperiamo il 20” (Notizie.com)

Appena alcuni giorni fa, l’aggressione al primario del pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme, Rosarino Procopio. Il dirigente è stato colpito con un manganello dal parente di una degente che teneva l’arma nascosta sotto il giubbotto.

Il medico stava spiegando ai familiari della paziente che il periodo di osservazione in ospedale era terminato e aveva evidenziato come la paziente, un signora, potesse tornare a casa con la terapia prescritta.

La legge anti aggressione ai medici introduce l’arresto in fragranza differita, e regala un po’ di soddisfazione a tutto il personale sanitario. Ma cosa significa? “Precedentemente se qualcuno aggrediva un operatore sanitario si doveva procedere alla denuncia, per vie legali, si avviavano le indagini con i tempi biblici della giustizia e forse si arrivava all’arresto”. Così, ai nostri microfoni, Pierino De Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed ”

Adesso tutto avviene in automatico con l’arresto in flagranza. Se un operatore viene aggredito viene visto tutto dalle telecamere, che dovranno essere potenziate nel loro sistema nei presidi ospedalieri, in modo che le forze dell’ordine individuino la persona colpevole e senza doverla denunciare procedono all’arresto”, ha spiegato il medico.

Una situazione che ha acceso un ambiente già incandescente e che è pronto a scendere in piazza per protestare anche in seguito alla manovra.

Sicurezza negli ospedali e tanto altro da migliore

Ma una legge non basta. L’arresto in flagranza differita da sola “non servirà a fermare le aggressioni al personale sanitario“. Per il sindacato è necessario lavorare ancora a lungo per migliorare una situazione che appare decisamente in bilico. “Questa scelta è un deterrente, forse il migliore, ma dobbiamo agire su altri fattori. Per prima cosa è fondamentale migliorare dal punto di vista organizzativo, i pronti soccorsi sono luoghi non accessibili a tutti ma solo a chi ha bisogno di cure, così aggiunge lo specialista.

Sicurezza negli ospedali e tanto altro da migliore (Notizie.com)

De Siverio propone: “Nel pronto soccorso dobbiamo porre dei filtri che non siano barriere, ma luoghi limitrofi di accoglienza dei familiari, verso l’umanizzazione delle cure. Il 60% delle violenze ai sanitari arrivano dai parenti degli ammalati e non da questi stessi. Se immaginiamo, per esempio, l’arrivo di 100 pazienti con altri 100-150 parenti che li accompagnano, che stanno tutti lì tesi in una sala senza sapere come sta il loro caro è inevitabile che ci possa essere incandescenza. Non è normale, accettabile o giustificabile, ma inevitabile”.

Una visione del medico destrutturata

È poi necessario porre rimedio a una situazione molto delicata. Il Segretario Nazionale di Anaao Assomed spiega: “Vent’anni fa una persona con un problema veniva dal medico per capire cosa aveva, oggi invece vengono dopo aver visto su Google e vogliono un determinato farmaco e se non glielo danno ci trattano come fanno con Amazon. Non ti piace il prodotto? Su Amazon fai il reso, qui mi picchi”.

Una visione del medico destrutturata (notizie.com)

“Si deve agire con un’azione di riqualificazione del ruolo del medico e dell’operatore sanitario, che passi attraverso il riconoscimento non solo economico, anche se siamo tra gli stipendi più bassi in Europa, ma anche istituzionale”, questo viene specificato dallo specialista. Questi passa allo specifico: “Intanto dovrebbe essere depenalizzato l’atto medico, aumentando così la fiducia del paziente. Oggi vediamo cartellonistica ovunque dove avvocati si offrono gratuitamente di aiutare  chi “pensa di aver subito un danno di malasanità”. Questo fa vacillare ancora di più la poca fiducia già esistente nei confronti dei medici. Non intendo, ovviamente, che si debba rendere immune il medico dal giudizio o dalla giustizia, la legge è uguale per tutti. Oggi però è troppo semplice fare causa, senza conseguenze”.

Passa poi alla proposta: “Vogliamo mettere una Commissione terza che obbligatoriamente, prima di sporre denuncia, analizzi il caso. Se come nel 98% delle situazioni queste denunce risultano infondate, non ci arriviamo proprio a farle questo perché le denunce si fanno, quasi sempre, per i soldi e non per vedere un medico poco capace in carcere. Se questa Commissione individua una cause per cui ci sia la possibilità di danno medico si dovrà poi seguire la giustizia ordinaria. Questa è una delle ragioni per le quali il 20 sciopereremo“. 

Il rischio di non avere più medici

Tutte queste situazioni portano a una conseguenza davvero grave che alla “fuga di cervelli” aggiunge anche il rischio vero e proprio di non avere più medici a disposizione. Di Silverio spiega: Nell’ultimo anno e mezzo 9mila colleghi hanno abbandonato il servizio di cure pubbliche, cifra triplicata rispetto a soli tre anni fa. 1500 colleghi vanno all’estero ogni anno. L’esodo è già in corso, è da capire come arrestarlo”.

Il Segretario di Assomed specifica come la soluzione non si andare a prendere dei medici all’estero perché  “formiamo 20mila specialisti all’anno. Se spendiamo soldi per formarli, e ci costa quanto una Ferrari ve lo assicuro, non possiamo poi decidere di prenderli da fuori permettendo che i nostri se ne vadano”.

“Devo investire sui miei rendendo appetibile la professione. Come? Economicamente, nelle condizioni di lavoro, nelle carriere che non devono dipendere dalla politica, con la gestione che deve essere data a un ospedaliero ma non con gestione politica e poi con la sicurezza e cioè aggressione e depenalizzazione dell’atto medico”, questa è per lo specialista l’unica soluzione.

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Matteo Fantozzi