Margaret Agata Spada: si indaga sulla morte della giovane morta dopo un intervento al naso.
“I social non sono canali sicuri per trovare un chirurgo estetico”. Non ha dubbi Maurizio Ressa, presidente della Società italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (SICPRE), l’unica riconosciuta dal Ministero e aperta dal 1984.
La Procura indaga per omicidio colposo sulla morte della ventiduenne Margaret Agata Spada. La giovane si era rivolta a uno centro medico di Roma per un intervento di rinoplastica, dopo aver trovato un annuncio sui social.
Dopo l’anestesia locale, la giovane si è sentita male. I medici hanno avvisato il fidanzato che, entrato nella camera operatoria ha filmato quegli istanti. Poi la corsa all’ospedale Sant’Eugenio, dov’è morta dopo tre giorni.
Due medici, titolari della struttura, sono iscritti al registro degli indagati mentre il centro è stato posto sotto sequestro dai carabinieri del Nas. Il pm, nell’autopsia che verrà svolta domani, venerdì 15 novembre, ha chiesto che una verifica dei protocolli di sicurezza della struttura. Non sarebbe stata trovata la cartella clinica di Margaret Agata Spada, né la registrazione dell’intervento costato circa 2.800 euro. E neppure il consenso informato. L’ambulatorio era privo di insegna.
Trovare il chirurgo estetico sui social “non è una pratica sicura. I social sono canali privati dove ognuno può dire la sua”, commenta ai nostri microfoni Ressa, che è anche direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Plastica dell’IRCCS Giovanni Paolo II Istituto dei Tumori di Bari. “Per la maggior parte dei casi”, spiega il professore, sui social “sono tutti colleghi giovani che si propongono con interventi veloci e costi bassi. Questo chiaramente attrae specialmente i ragazzi, ma porta a strade false”.
Professore, come fare ad essere sicuri di rivolgersi a un esperto?
“Innanzitutto non si deve assolutamente fare visita e intervento nello stesso momento. Quando si decide di sottoporsi a interventi estetici, è importante ricordarsi che si tratta di chirurgia a tutti gli effetti. Bisogna conoscere bene la struttura in cui il medico opera, se è autorizzata, se c’è una sala operatoria e se c’è un anestesista”
Quali sono le domande da fare al medico?
“Durante la visita, il chirurgo deve esporre sia la tecnica che attuerà nell’intervento, sia far capire le complicanze a cui si va incontro. I pazienti devono chiedere al chirurgo se ha già visto queste complicanze e come ne è uscito. Sui social ci sono chirurghi giovani, bravissimi comunicatori, ma bisogna vedere anche se sono bravi e se conoscono la tecnica in tutte le sue forme”.
Cosa consiglia ai giovani che decidono di ricorrere alla chirurgia estetica?
“Ai giovani dico di parlarne in famiglia, e anche con il medico curante. Mai affidarsi ai social, ma a siti istituzionali, come quello della SICPRE. Qui, cliccando, è possibile trovare chirurghi plastici che operano nella propria città. In questo modo si ha la certezza di rivolgersi a uno specialista in chirurgia plastica. In molti frequentano dei mini corsi dopo la laurea e aprono gli studi per una questione prettamente economica. Sappiamo bene che la medicina estetica viene eseguita anche in centri estetici, dove i costi sono più bassi. La SICPRE è l’unica società riconosciuta, facciamo corsi di formazione, specialmente per i chirurghi giovani”.
Professore, qual è la differenza tra chirurgia plastica e medicina estetica?
“La chirurgia plastica è una branca specialistica. Per diventare un chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico c’è una specializzazione di cinque anni. La medicina estetica non ha una specializzazione: si frequentano corsi. Un medico si laurea, fa il corso e apre uno studio. Il guadagno è maggiore che lavorare in una struttura pubblica”