Le aspettative e i desideri dei fan di Ritorno al Futuro sono stati definitivamente spezzati: arrivato poco fa l’annuncio che nessuno avrebbe mai voluto ricevere.
Ci avviciniamo al periodo di Natale, quello in cui tradizionalmente vengono riproposti in televisione dei film che sono diventati iconici e simbolicamente legati alle festività come Una poltrona per due e Mamma ho perso l’aereo. Sono tanti i film di quel periodo storico che sono rimasti nell’immaginario collettivo, basti pensare a Ghostbusters, Top Gun, Blade Runner o Beetlejuice, oppure a saghe come Beverly Hills Cop, Alien, Arma Letale e Ritorno al Futuro.
Il successo senza tempo di queste pellicole ha spinto Hollywood a riproporre la maggior parte di questi brand con esiti non sempre entusiasmanti. I sequel di Blade Runner e Top Gun sono stati dei successi al botteghino e sono stati fatti con cura e amore per le opere originali, mentre i seguiti di saghe già seriali come Ghostbusters o Arma Letale hanno palesato come il concept al giorno d’oggi sia superato, ma soprattutto come il legame del pubblico all’opera originale a volte va semplicemente rispettato.
Forzare la mano sfruttando l’affetto del pubblico per un universo narrativo è una bieca mossa commerciale, soprattutto quando alla base di questa idea non c’è altro che l’interesse di fare cassa e nessuna originalità nel proporre una trama che possa essere sensata nel continuum narrativo dell’opera di riferimento.
Se è vero dunque che alle volte è il pubblico stesso che desidera dei sequel perché ha amato alla follia i film o le trilogie, è anche vero che è complesso creare qualcosa che sia al contempo di grande qualità, rispettoso del brand e innovativo su un’opera fatta e finita. Il rischio è quello di dissacrare dei capolavori, rovinando anche l’immagine stessa che il brand ha nella memoria collettiva (qualcuno ha pensato a Matrix, Il Gladiatore o Indiana Jones?).
Ritorno al Futuro, pessime e al contempo buone notizie per i fan della saga
A volte dunque, per quanto si possa desiderare il prosieguo di una storia che amiamo, bisogna anche riflettere sul fatto che se è venuta così bene e ci è piaciuta così tanto è perché alla base di quel film o di quella saga c’era un’idea ben precisa che è stata curata nel minimo dettaglio e pensata per essere raccontata in una, due o tre pellicole.
Per quanto si possa desiderare un terzo volume di Kill Bill (possibilità vagheggiata più volte da Tarantino in passato), siamo certi che avrebbe il medesimo impatto del film originale? La vendetta contro Bill è ormai consumata e un eventuale sequel in cui la figlia di uno dei nemici di Beatrice si vendica di lei difficilmente avrebbe la stessa potenza espressiva e narrativa.
Un altro brand che possiede milioni di appassionati in tutto il mondo è Ritorno al Futuro ed è da quando è uscito al cinema il terzo capitolo che i fan spingono per vederne realizzato un quarto. Per oltre trent’anni lo sceneggiatore della trilogia originale è stato tartassato di domande su questo ipotetico quarto capitolo ed ha sempre risposto nella stessa maniera.
Il recente debutto a teatro del musical su Ritorno al Futuro ha riacceso le speranze su un prosieguo della saga al cinema, in forma di sequel o di reboot, ma l’autore della trilogia Bob Gale ha spento subito le speranze chiedendo di non rivolgergli più domande su un quarto capitolo: “Perché non ci sarà mai”.
Lo stesso Gale ha voluto in seguito specificare: “Cosa più importante non ci saranno mai reboot o spinoff”. Insomma l’autore vuole preservare il suo capolavoro da mosse che avrebbero come unica finalità quella di sfruttare commercialmente il brand e finirebbero per sporcare l’opera originale e il ricordo che ne hanno i fan.
Una brutta notizia per chi da 35 anni sogni altri contenuti all’interno di quell’universo narrativo, ma anche una buona notizia per chi ama alla follia Ritorno al Futuro e ogni anno rivede i tre film.