Violenza sulle donne: Matteo Salvini, Matteo Piantedosi, Luca Zaia e Stefania Ascari tra i politici che hanno affrontato il tema sui social. La premier Meloni solo quattro post.
Si chiama Oltre le parole ed è una nuova campagna di Action Aid che mette sotto i riflettori il problema della violenza sulle donne. La parola passa agli italiani: il 94% degli intervistati ritiene che il tema sia da affrontare con urgenza, indipendentemente dall’orientamento politico.
Per il 74% di loro, l’emergenza è aumentata negli ultimi anni e 8 italiani su 10 pensano che le politiche messe in campo e le leggi non bastino per reprimere il fenomeno. Il report rileva però, che il tema è ancora poco affrontato dagli esponenti politici. Nel mirino, i social: nell’ultimo anno meno dell’1,5% dei contenuti postati sui profili Facebook e Instagram di chi governa, è dedicato alla violenza maschile sulle donne.
“Quando ne parlano, lo fanno con scarsa competenza”, dichiara ActionAid, “senza un legame con l’agenda politica nazionale e solo in occasione di ricorrenze o fatti gravi di cronaca”. Due post su tre di questi 300mila sono scritti da donne.
Il nome per esteso del report è Oltre le parole. Narrazione politica e percezione pubblica sulla violenza maschile contro le donne, ed è realizzato in collaborazione con Osservatorio di Pavia e B2Research.
“Ancora una volta la violenza è un “affare di donne”, anche nelle istituzioni”, spiega Katia Scannavini, vicesegretaria generale ActionAid Italia. “La violenza maschile contro le donne è una conseguenza delle disuguaglianze di genere e il suo contrasto deve toccare tutti gli ambiti della politica nazionale”.
Servono trasformazione e soprattutto “competenze. È necessario formare correttamente coloro che legiferano e governano”. Ma non solo: Action Aid chiede con un urgenza una legge sull’educazione sessuale, affettiva e di genere nelle scuole.
Nel giorno della morte di Giulia Cecchettin molti politici hanno pubblicato post sui social dichiarando che bisogna “cambiare le cose” e “fermare la mattanza”. Secondo il report, tra il primo agosto 2023 al 31 luglio 2024, rappresentanti del governo, regionali e comunali hanno scritto su Facebook 169.572 post. Di questi, solo l’1,2% erano dedicati alla violenza sulle donne. Su Instagram sono stati pubblicati 117.487 post e tra questi, solo l’1,5% scrivevano sul tema.
I partiti che pubblicano il maggior numero di contenuti sull’emergenza nazionale sono il Pd (23% Facebook, 24% Instagram), Fratelli d’Italia (23% Facebook e Instagram), Movimento 5 Stelle (17% Facebook, 14% Instagram), Lega (12% Facebook e Instagram).
I rappresentanti politici più attivi sul tema sono Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle, con 98 post su Facebook e 102 su Instagram, e Martina Semenzato di Noi Moderati con 70 post su Facebook e 102 su Instagram.
Tra gli uomini spiccano i nomi di Luca Zaia, governatore del Veneto, Francesco Emilio Borrelli, deputato di Avs e Matteo Salvini su Facebook. Su Instagram, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
La premier Giorgia Meloni ha parlato del tema quattro volte nell’ultimo anno sui social. In occasione del femminicidio di Giulia Cecchettin, il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne con lo slogan #nonseisola, e informando sul numero di emergenza 1522. “Non basta”, denuncia ActionAid, lanciando la campagna Oltre le parole, con lo scopo di porre fine al “disinteresse” e alla “retorica della narrazione politica”.
Il 15 novembre e il 25 novembre, davanti ai palazzi della politica a Roma e alla stazione Termini, un’affissione digitale rivelerà un post di Meloni sulla Giornata contro la violenza sulle donne. “Ma il post è dell’anno scorso: da allora non ha più comunicato sul tema. Invece bisogna parlarne ogni giorno, tutti i giorni”.
Il contenuto dei messaggi riguarda la prevenzione del fenomeno, specie dopo l’11 novembre dell’anno scorso, giorno del femminicidio di Giulia Cecchettin, “ma alcuni messaggi vanno in conflitto con quanto prescritto dal sistema antiviolenza”, spiega ActionAid. “1 messaggio su 10 risulta essere così poco chiaro, tanto da diventare fuorviante: confusione su definizioni e dati, sessismo benevolo, cause attribuite al contesto etnico-religioso o di provenienza, richiami a problemi di sicurezza pubblica e delle strade, fino alla castrazione chimica come strumento di prevenzione delle recidive“.
Ma veniamo agli italiani: Oltre le parole rivela un dato allarmante. Il 36% delle donne italiane intervistate ha dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo, violenza, fisica o emotiva. Le più colpire sono le ragazze sotto i 25 anni: quasi 6 su 10. Tra le donne, l’84% ha dichiarato di non aver chiesto aiuto o non averlo ricevuto. Oppure ha avuto il timore di non ottenere il necessario supporto. Altre per paura dell’uomo.
Quanto agli uomini, il report di ActionAid rivela che l’84% degli intervistati allontana da sé il problema. E dichiara di non aver mai avuto comportamenti violenti, fisici e verbali verso una donna. Tutti gli italiani coinvolti nel sondaggio credono che l’emergenza della violenza di genere vada sconfitta con la prevenzione.
Il 60% di donne e uomini chiedono educazione e sensibilizzazione delle persone già a scuola, il 54% punizioni maggiori nei confronti dell’autore della violenza. Il 51% chiede più protezione e assistenza per le vittime. B2Research ha condotto il sondaggio su un campione rappresentativo della popolazione italiana over 16 per caratteristiche geografiche e anagrafiche ed equamente distribuite per opinione politica fra destra/centro-destra e sinistra/centro-sinistra.