Tragedia ad Ercolano, in provincia di Napoli: lo scoppio di una fabbrica abusiva ha causato la morte di 3 persone, tutte giovanissime e per ora senza nome.
In quelle fabbriche trovano lavoro, spesso per poche settimane ed in nero, numerose persone. Un lavoro ad alto rischio, certamente. Fabbriche più o meno grandi il cui scopo è rifornire i rivenditori in vista della festività di Capodanno. Un lavoro un tempo appannaggio dei cosiddetti “maestri fuochisti”, considerati artisti che seguivano la passione, anch’essa sin troppo pericolosa, della popolazione partenopea per i fuochi d’artificio.
Negli ultimi anni, però, si sono susseguite numerose tragedie, spesso provocate da carenze sotto ogni punto di vista. Le indagini sono in corso sull’ennesimo dramma di questo tipo che stavolta ha colpito il territorio di Ercolano, in provincia di Napoli. Qui si è verificata una fortissima esplosione nel primo pomeriggio di oggi, alle ore 15 e 30 circa. Il bilancio è apparso subito drammatico: due vittime, a cui si è aggiunta una terza persona inizialmente dispersa col passare delle ore.
Le condizioni dei corpi non consentono per ora l’identificazione ufficiale. A perdere la vita sono stati un ragazzo di 18 anni di origine albanese, Samuel Tafciu, e due sorelle di 19 e 24 anni, Aurora e Sara Esposito. Oggi era il loro primo giorno di lavoro. Stando ai primi accertamenti, infatti, l’attività abusiva era stata avviata nel fine settimana. Cosa ha provocato l’esplosione con esattezza è presto per dirlo. “Datemi una pistola, mi voglio sparare“, avrebbe detto ai carabinieri il padre del 18enne.
Il boato dell’esplosione è stato udito a chilometri di distanza
Il terribile incidente è avvenuto in via Patacca, al confine tra Ercolano e San Giorgio a Cremano. A causare l’esplosione di un capannone è stato un ingente quantitativo di fuochi d’artificio stoccati nel locale nella zona rurale ai confini con San Giorgio a Cremano. Dai primi accertamenti dei carabinieri di Ercolano è emerso che il luogo dove c’è stata l’esplosione fosse un unico appartamento rialzato. Dalle indagini pare che la casa fosse stata adibita a deposito e fabbrica abusiva di fuochi d’artificio. Non è ancora chiaro chi sia l’utilizzatore dell’immobile.
Il boato dell’esplosione è stato udito a chilometri di distanza, in tutta l’area vesuviana. Poi si è alzata una colonna di fumo. I vigili del fuoco sono al lavoro per mettere in sicurezza l’area. Le forze dell’ordine, invece, sono impegnate già in queste ore ad accertare la dinamica dei fatti. Ciò che è certo è che tutta l’area vesuviana è tenuta costantemente sotto controllo proprio per la presenza di numerosi depositi o fabbriche improvvisate che confezionano fuochi d’artificio artigianali.
“Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre”
“Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre. Da quello che abbiamo capito – ha detto una testimone – la fabbrica è stata aperta tra venerdì e domenica e oggi era il primo giorno effettivo di lavoro. Non so chi la gestisca. So solo che stamattina sono andati a prenderlo all’esterno di un bar per avviarlo al lavoro“. Incidenti del genere sono avvenuti in diversi punti della provincia partenopea nel corso degli anni, a Gragnano e a Castellammare di Stabia, ad esempio.
A confermare la natura abusiva della fabbrica-deposito anche il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto: “Una scena devastante, che ti rimane nel cuore e nella testa. Attualmente mi riferiscono di tre decessi, di cui due ragazzi giovanissimi. A nessuna autorità risultano richieste di autorizzazione. Noi abbiamo verificato la proprietà dell’immobile ma non so dire che svolgesse l’attività imprenditoriale all’interno. Mi sento il cuore a pezzi, perché penso alla morte di ragazzi giovanissimi“.
I sindacati: “Sembra che la vita non abbia più alcun valore”
Sulla tragedia sono intervenuti anche i sindacati dei lavoratori. “Non basta più l’indignazione. Sembra che la vita non abbia più alcun valore“, ha detto Melicia Comberiati, segretaria generale della Cisl Napoli. A farle eco Nicola Ricci, segretario generale della Cgil di Napoli: “Non basta più il cordoglio e lo sdegno, ma interventi concreti e urgenti in materia di sicurezza sul lavoro e anche sul fronte della legalità“. Il segretario generale della Uil campana Giovanni Sgambati ha invece chiesto a gran voce l’istituzione di “una procura speciale per gli incidenti sul lavoro e riconoscere il reato di omicidio colposo sul lavoro“.
Sempre oggi, intorno alle 20 e 30 i carabinieri di Napoli sono intervenuti all’interno di una falegnameria di via dei Mosaici al civico 40. All’interno c’era il cadavere di Arturo Panico, 71 anni, residente nel quartiere di Ponticelli, già noto alle forze dell’ordine. Il corpo presentava delle ferite lacero contuse alla nuca e alla fronte. I carabinieri indagano senza trascurare alcuna pista. Non è chiaro se anche in questo caso si sia trattato di un incidente sul lavoro o di un omicidio.