Il caso della professoressa picchiata a Castellammare di Stabia ha contorni ancora oscuri: gli approfondimenti di forze dell’ordine e Ministero.
Il quartiere dove sorge l’istituto scolastico comprensivo 2 Panzini di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, non è un rione come un altro. Siamo nella zona alta, nel quartiere di Scanzano.
L’area, popolosa come tutte le zone periferiche a ridosso nella zona vesuviana, è nota alle cronache per essere da sempre roccaforte di potenti clan di camorra. In quel dedalo di stradine, salite, vecchie abitazioni, negozi chiusi e vie dissestate, però, almeno la comunità scolastica dovrebbe sentirsi al sicuro. Eppure da giovedì scorso anche la scuola di Scanzano è finita alla ribalta delle cronache nazionali.
Ripercorriamo i fatti. Il 14 ottobre scorso un nutrito gruppo di genitori ed altri parenti di piccoli studenti, una trentina in tutto, si sono presentati al plesso Catello Salvati dell’istituto scolastico Panzini. Il gruppo voleva parlare con la responsabile del plesso accusando un’insegnante di sostegno, una 30enne, di presunti abusi nei confronti di alcuni alunni. A sostengo della tesi chat, foto e video che sarebbero circolati su smartphone e app di messaggistica.
Sono stati quindi allertati i carabinieri, mentre la donna, negando ogni accusa, ha provato a nascondersi. All’arrivo dei militari l’insegnante si è palesata, venendo insultata ed aggredita dalla folla prima di riuscire a salire nell’auto di pattuglia. A scuola si era recato anche il padre della donna per provare a difenderla. Entrambi, al termine dell’aggressione, hanno dovuto ricorrere a cure mediche. Un trauma cranico per lei, una frattura al polso per i padre.
Sul caso stanno indagando più soggetti. Ci sono carabinieri e Procura della Repubblica di Torre Annunziata che stanno cercando di chiarire ogni aspetto. Ovvero, sia i presunti abusi sia l’aggressione. Vuole vederci chiaro anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha annunciato un’ispezione approfondita. La vicenda ha risvolti ancora poco chiari. Alcune mamme parlano di chat che la donna avrebbe scambiato con alcuni ragazzi ma c’è anche chi riferisce di una possibile rappresaglia dopo una nota nei confronti di un alunno sorpreso a fumare nei bagni.
Questa mattina l’istituto è tornato in attività presidiato dai carabinieri. Un gruppo di mamme ha ribadito le accuse nei confronti della docente di sostegno destinataria della missione punitiva sostenendo di aver visto e sentito audio e chat e riferiscono dei presunti dialoghi rivolti dalla professoressa ad alcuni ragazzi. “Ci hanno chiamato camorriste, hanno detto che siamo bestie ma la verità è totalmente diversa. – hanno detto – Ci sono bambini che hanno visto quanto accaduto in televisione e, spaventati, raccontano alcune donne, non volevano venire a scuola”.
All’esterno del plesso sono stati affissi due striscioni: “Sì ai docenti no alla direzione” e “Tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme”. “Facciamo fare il suo corso alla giustizia. – ha detto la docente responsabile del plesso Teresa Esposito – Non dobbiamo giustificarci perché non siamo colpevoli di nulla”.
Ieri il prefetto di Napoli Michele di Bari ha parlato con il sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Vicinanza assicurandogli “interventi tempestivi e mirati per ristabilire la serenità all’interno della scuola e assicurare il regolare svolgimento delle attività didattiche”. “È un episodio di enorme gravità e di violenza estrema. – ha dichiarato Vicinanza – Confido nella capacità investigativa dei carabinieri per accertare la verità dei fatti. Bisogna riportare al più presto la serenità nella scuola, tra gli studenti, i loro genitori e il corpo insegnanti“.