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Economia

Vendemmia in calo, 2024 migliore ma al di sotto della media. Coldiretti: “Investire per affrontare il cambiamento climatico”

Published by
Matteo Fantozzi

Vendemmia a rischio in Italia: nel 2024 la stima produttiva migliora rispetto all’anno scorso, ma resta al di sotto della media. 

L’annata del 2023 è stata la peggiore degli ultimi anni a causa delle fitopatie. Quest’anno la situazione cambia leggermente, ma non in tutte le Regioni italiane.

Vendemmia in calo in Italia per il cambiamento climatico (ANSA) Notizie.com

Il punto della situazione l’ha fatto Domenico Bosco, responsabile vino di Coldiretti, a Notizie.com, evidenziando: “Come ogni anno facciamo un monitoraggio attento della situazione produttiva della vendemmia in Italia. Nel 2024 abbiamo una stima produttiva di 41.5 milioni di ettolitri, al di sotto del 7-8% della media degli ultimi cinque anni  che si attesta attorno ai 47 milioni. Con 41 però abbiamo riconquistato la prima posizione nel ranking mondiale di produzione, anche se abbiamo dovuto fronteggiare il cambiamento climatico”.

Questo perché, come spiegavamo prima, l’anno precedente è stato ancor più negativo.La vendemmia del 2023 aveva visto un fortissimo calo della produzione per un eccesso di pioggia e umidità portando alla forte pressione della fitopatie con una chiusura finale a 38.3 milioni di ettolitri“, aggiunge l’esperto. Ma come sta impattando il cambiamento climatico anche sui vigneti?

Produzione di uva e cambiamento climatico: “In Toscana situazione drammatica a causa delle siccità”

Il cambiamento climatico ha avuto un impatto devastante anche sui vigneti, creando un calo della produzione in Italia, Domenico Bosco sottolinea: “Quest’anno ci siamo trovati in una situazione invertita rispetto al precedente. Infatti se prima era l’eccesso di pioggia a preoccuparci ora nelle aree del sud e del centro, con eccezione solo della Toscana, c’è stata una situazione drammatica per la siccità e carenza idrica”.

Cambiamento climatico, si inverte la situazione (ANSA) Notizie.com

Dove si è sofferto di più? L’esperto di Coldiretti non ha dubbi: Le situazioni più estreme si sono viste estreme in Sicilia, Salento, Sardegna e Basilicata. Queste regioni sono state fortemente colpite dalla carenza di pioggia portando alla contrazione dei volumi di produzione. Pensate che in Sicilia c’è stata una produzione addirittura inferiore allo scorso anno che, come abbiamo detto, è stato in percentuale meno produttivo di questo”. 

Vendemmia a rischio anche in Spagna e Francia

Le cose in Europa però non vanno meglio. “Dovendo fare un quadro a livello europeo, la situazione non è più florida. Se prendiamo in considerazione gli altri due paesi produttori di vino per eccellenza come Francia e Spagna hanno prodotto di meno rispetto ai loro standard“, aggiunge Bosco.

Entrando nello specifico poi sottolinea: “La Francia ha avuto problemi importanti con gelate tardive in primavera e l’eccesso di piovosità ha portato una pressione delle fitopatie. In Spagna, come l’Italia, è stata protagonista la siccità”.

Coldiretti specifica come la stima media per l’Europa sia di 160 milioni di ettolitri all’anno, ma nel 2024 si è arrivati appena a 145 e questo proprio a causa del cambiamento climatico.

“Investire in invasi e ricerca per affrontare il cambiamento climatico”

Ovviamente si dovranno prendere provvedimenti per contrastare, anche nei vigneti, il cambiamento climatico. Proprio per questo, quando chiediamo a Domenico Bosco cosa ci dobbiamo aspettare fa un punto della situazione spiegando che ovviamente: “Il cambiamento climatico preoccupa sempre di più l’agricoltore che è il primo a essere danneggiato da questo. Si deve fare qualcosa altrimenti si rischia di veder precipitare la situazione nei prossimi anni”.

Ma quali sono le soluzioni? “Servirebbe fare dei grossi investimenti, mettendo mano a un piano di invasi rilevante in tutto il paese. Questo aiuterebbe a regimentare quando c’è tanta acqua e averla quando piove. Si deve poi lavorare molto sul fronte della ricerca, sarà d’aiuto l’agricoltura di precisione, e sui supporti informatici decisionali per capire qual è il momento più opportuno per fare determinate cose”, conclude.

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Matteo Fantozzi