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Cronaca

In Italia c’è una nuova pandemia in corso, è silente e diverrà la prima causa di morte: l’allarme dell’Aifa sull’antibiotico resistenza

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Francesco Ferrigno

L’Agenzia italiana del farmaco ha elaborato un dossier che mette in guardia dai rischi dei super batteri: la responsabile è l’antibiotico resistenza.

Una nuova pandemia, stavolta definita “silente”, che entro il 2050 rischia di diventare la prima causa di morte in Italia. Parliamo dell’antibiotico resistenza. Dopo i ripetuti allarmi diramati dall’Organizzazione mondiale alla sanità (Oms), stavolta è l’Aifa a certificare gli oltre 11mila decessi riconducibili alla pandemia nel solo 2023.

In Italia c’è una nuova pandemia in corso, è silente e diverrà la prima causa di morte: l’allarme dell’Aifa sull’antibiotico resistenza (ANSA FOTO/CANVA FOTO) – Notizie.com

Non sono numeri da poco. In tutta Europa la resistenza agli antibiotici ha causato nel 2023 670mila infezioni che hanno portato a 33mila morti. Ciò significa che un terzo dei decessi è avvenuto solo in Italia. L’Agenzia italiana del farmaco ha inoltre stimato che tra poco più di 25 anni la pandemia silenziosa supererà nella trista classifica delle cause di morte anche i tumori. I dati sono contenuti in un dossier che Notizie.com è riuscita a visionare in anteprima.

La situazione italiana – ha commentato il presidente di Aifa Robert Nisticò – è critica sia per la diffusione dell’antibiotico resistenza sia per il consumo degli antibiotici. Rendendo pertanto urgenti le azioni di prevenzione e controllo. Il trend è infatti di nuovo in crescita e così il consumo continua a essere sempre più superiore alla media europea, sia nel settore umano che veterinario, con una grande variabilità tra le regioni e con un ritorno nel 2022 ai valori registrati durante il periodo pre-pandemico”.

Un utilizzo che sta rendendo i microbi resistenti: i super batteri

Secondo l’Agenzia italiana, insomma, l’Italia detiene, insieme alla Grecia, il primato per diffusione di germi resistenti agli antibiotici. La causa principale sta nell’uso eccessivo di tali farmaci da parte della popolazione. Un utilizzo che sta rendendo i microbi resistenti, ovvero capaci di sopravvivere e di continuare ad infettare l’ospite nonostante la potenza del farmaco. Insomma ci si ammala di più e si spende in misura sempre maggiore.

I super batteri sono responsabili di un significativo assorbimento di risorse (sanitarie e non) che ammontano a circa 1,5 miliardi di euro l’anno. Tra i microbi più diffusi troviamo la klebsiella, che infetta le vie urinarie con una mortalità che arriva alla metà dei casi. C’è poi lo pseudomonas che provoca infezioni osteoarticolari con mortalità al 70%. E l’escherichia coli, che genera diarrea anche sanguinolenta, ed il clostridium difficile, che prolifera nell’intestino con una mortalità a 30 giorni che si avvicina al 30%.

Anche in ospedale la diffusione dei microbi

Nonostante le campagne di sensibilizzazione l’uso degli antibiotici è ancora in aumento, con il 35,5% dei pazienti, non solo ricoverati, che ne ha ricevuto almeno uno negli ultimi due anni. Contro il 32,9% del periodo 2016 e 2017. Le infezioni potrebbero essere ridotte con una maggiore appropriatezza prescrittiva, sia in ambito umano sia veterinario. Ma anche un rinnovamento degli ospedali, spesso datati come lo sono i loro impianti di riscaldamento e aria condizionata, veicolo di diffusione dei microbi. Per questo sono stati riservati 1,2 miliardi del piano di investimenti nell’edilizia sanitaria da destinare all’ammodernamento degli ospedali.

Anche in ospedale la diffusione dei microbi (CANVA FOTO) – Notizie.com

L’epidemia silente delle infezioni batterico-resistenti – ha concluso Nisticò – dipende da una molteplicità di fattori. Non ultimo le difficoltà per l’industria ad investire ingenti risorse nella ricerca di nuovi antibiotici nella prospettiva di un loro uso più limitato nel tempo. Per questo occorre individuare strategie push and pull, spingendo la ricerca di base ma puntando anche su incentivi in campo regolatorio che consentano di semplificare e di velocizzare i tempi di approvazione di nuovi antimicrobici in gradi di aggirare le resistenze batteriche”.

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Francesco Ferrigno