“Risorse, riforme, sicurezza e formazione”. Si racchiude in quattro parole lo sciopero nazionale di domani, mercoledì 20 novembre, dei sindacati medici Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Nursing Up.
La protesta è stata annunciata alcune settimane fa e comincerà dalla mezzanotte al 20 novembre. Numerose altre sigle sindacali hanno aderito e un numero massivo di professionisti è atteso alle 12 di domani a Roma, in piazza Santissimi Apostoli, dove si terrà un sit-in di protesta.
“Lanceremo un appello alle istituzioni: attendiamo ancora una convocazione dal governo. Prendiamo atto che la presidente del Consiglio è preoccupata dallo sciopero dei trasporti e non da quello dei medici. Se non ci convoca andremo avanti”. Così ai nostri microfoni, Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed. “Andremo avanti al di là degli scioperi, con ogni mezzo in nostro possesso. Dopo gli scioperi resta ben poco, se non azioni estreme”.
I medici scioperano contro la Manovra economica che in questo momento è in esame alla Camera e verrà approvata entro il 31 dicembre di quest’anno. Un mercoledì nero per la sanità pubblica, con 1,2 milioni di prestazioni sanitarie che potrebbero saltare. A rischio tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, circa 15mila interventi chirurgici programmati che potrebbero essere rinviati.
A rischio rinvio anche 100mila visite specialistiche e 50mila tra servizi assistenziali, prestazioni infermieristiche ed ostetriche, anche a domicilio ed esami radiografici. Verranno garantite in ogni caso le prestazioni mediche d’urgenza.
Sanità, Di Silverio a Notizie.com: “Attendiamo una riforma da 46 anni”
Riforme, risorse, sicurezza e formazione: questi i punti principali dello sciopero dei sindacati medici. “Risorse, in questa Finanziaria sono poche e distribuite male”, dichiara ai nostri microfoni Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed. “Attendiamo ancora una riforma del servizio sanitario che ha 46 anni. Sicurezza: continuiamo a lavorare tra aggressioni e denunce, sottoposti a quattro Tribunali, ordinario, ordinistico, aziendale e mediatico. Formazione: siamo l’unico l’unico Paese al mondo che tiene chiusi in una gabbia d’oro 50mila specializzandi, senza permetter loro di imparare negli ospedali”.
I medici incrociano le braccia contro il finanziamento insufficiente dei contratti di lavoro, compreso quello dell’ospedalità privata, la mancata detassazione di una parte della retribuzione, la mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario. Contro l’esiguo ed intempestivo incremento dell’indennità di specificità infermieristica, non viene prevista la sua estensione alle ostetriche; l’assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale.
E ancora, per introdurre norme che impegnino i ministeri competenti alla immediata attivazione di presidi di pubblica sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera. Per una riforma delle cure ospedaliere e territoriali, contro la mancata contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria, e mancata previsione di retribuzione anche per quelli di area non medica e il mancato inserimento delle professioni assistenziali tra quelle a carattere usurante, con relativa ammissione ai benefici d legge.
I medici chiedono l’introduzione di norme per sospendere l’attuazione dell’accordo Stato-Regioni sulla figura dell’assistente infermiere e norme per il superamento delle disposizioni vigenti, e per la concreta abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri ed i professionisti sanitari ex legge n 43/2006.
Allo sciopero possono aderire medici, dirigenti medici, tecnici e amministrativi con contratto a tempo determinato e indeterminato di Aziende ed Enti del sistema sanitario nazionale, compresi gli IRCCS, Arpa, dipendenti di strutture private o religiose convenzionati e gli specializzandi assunti con il decreto Calabria. Può scioperare anche il personale medico universitario che svolge attività assistenziale presso una Azienda Ospedaliera Universitaria. Aderiranno anche infermieri, ostetriche, personale sanitario non medico.