Nuova dottrina nucleare ma segnali distensivi con l’imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca: la strategia della Russia per il conflitto in Ucraina.
Giornate intense sul fronte diplomatico nell’ambito del conflitto tra Russia ed Ucraina. Mosca è tornata a ventilare la minaccia nucleare, dopo aver modificato e pubblicato in Gazzetta ufficiale la versione aggiornata della propria dottrina.
Un provvedimento giunto nel millesimo giorno di guerra con Kiev. E dopo che il presidente Usa Joe Biden ha dato il via libera all’utilizzo del sistema missilistico Atacms e delle mine antiuomo sul suolo russo da parte dell’Ucraina. Un clima da guerra fredda, o quasi. L’Ucraina nelle scorse ore avrebbe già lanciato diversi missili. Quasi tutti intercettati. La Russia, invece, starebbe facendo passi in avanti verso gli Stati Uniti che verranno. Ovvero quando il presidente eletto Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca.
Nel frattempo, però, Mosca ha di fatto allargato la propria politica sul nucleare. In risposta proprio alle decisioni prese oltreoceano in merito agli armamenti che Washington sta fornendo a Kiev. Tra le altre cose, per difendere la propria sovranità, Russia e Bielorussia potranno difendersi con un’arma atomica anche se il Paese contro cui dovrebbero utilizzarla non ne possiede una ma è supportato militarmente da uno che la possiede. Esattamente il caso di Ucraina e Stati Uniti.
Le comunicazioni di emergenza tra Washington e Mosca
In tale contesto da guerra fredda, appunto, è emersa una discussione in merito alla cosiddetta linea rossa. Si tratta della linea utilizzata per le comunicazioni dirette di emergenza fra la Casa Bianca e il Cremlino. Una linea che, come affermato dal portavoce russo Dmitry Peskov, non è più attiva. Istituita nell’agosto del 1963 per contenere un’escalation nucleare, la linea costituiva un filo diretto per arginare in pochi minuti malintesi ed errori.
La linea era costituita all’inizio da telescriventi, telegrafi, sistemi radio e di decodifica. Fisicamente era situata al Pentagono ed al Cremlino. “Ora abbiamo un canale speciale protetto per i due presidenti che ha anche l’opzione di un collegamento video. Ma non è usato“, ha spiegato Peskov. Mosca aveva fornito agli Usa le telescriventi e i sistemi di decodifica per ricevere i messaggi in russo, Washington all’Urss quelle per ricevere i messaggi in inglese.
La linea rossa potrebbe tornare in funzione con Trump
Un modello imitato da India e Pakistan, Corea del Nord e Corea del Sud, e poi fa Corea del Sud e Cina, Cina e India e Cina e Taiwan. La linea rossa, insomma, con ogni probabilità non verrà usata tra Vladimir Putin e Joe Biden. Ma potrebbe tornare in funzione quando Trump siederà nuovamente nello studio ovale a gennaio.
“Vladimir Putin è aperto a discutere con Donald Trump un accordo per il cessate il fuoco in Ucraina. – hanno fatto sapere oggi alcune fonti russe rilanciate dalle agenzie di stampa internazionali – Ma esclude di fare concessioni territoriali importanti e insiste che Kiev abbandoni le ambizioni di entrare nella Nato”. Obiettivi chiari e nessun congelamento del conflitto, ma Putin sarebbe disposto da avviare un negoziato. Forse proprio utilizzando come tramite la linea rossa con gli Usa rimasta per anni a prender polvere.