“Il compito principale di questa giornata è far aumentare la consapevolezza tra i cittadini degli alberi come singole entità o come formazione e habitat forestale”.
La Giornata nazionale degli alberi si celebra come ogni anno il 21 novembre nel nostro paese e rivela, dunque, l’importanza di ogni albero nel mondo.
Ne parla Lorenzo Ciccarese di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a Notizie.com: “L’habitat forestale è tra i più ricchi di biodiversità e carbonio, la conservazione e il ripristino di questi è importante per la conservazione della prima e lo stoccaggio del secondo. Sono habitat utili per affrontare la crisi climatica. Diverse centinaia di tonnellate di carbonio vengono immagazzinate per ogni ettaro di foresta. La distruzione di quest’ultima porta a liberare inquinanti nell’atmosfera. In questo senso la giornata serve a ricordarci l’importanza di ogni singolo albero”.
Una situazione complessa che vede l’Italia come una piccola eccezione. “Nel mondo si è iniziato a stimare quanti alberi abbiamo sul pianeta, questo studio parla di tremila miliardi di alberi e sebbene sia una cifra importante è in declino. Ogni anno perdiamo 12-13 milioni di ettari nelle foreste a livello globale, mentre in Italia ne abbiamo 11 milioni e non abbiamo problemi di deforestazione anzi sono in crescita questi numeri quasi raddoppiata dalla Seconda Guerra Mondiale in poi“, aggiunge Ciccarese.
“L’albero è importante per l’umanità”, ecco perché
Lorenzo Ciccarese ci ha spiegato, nella Giornata nazionale dell’albero, l’importanza di questi strumenti ambientali: “Sono fondamentali per il sequestro del carbonio, ma anche per il fatto che liberano ossigeno e forniscono una serie di benefici alle persone. Si passa dalla riduzione degli effetti erosivi al contenimento degli effetti estremi come piogge torrenziali oppure incendi”.
In tutto ciò dobbiamo fare i conti anche con il surriscaldamento globale, per il quale, spiega Ciccarese, gli alberi soffrono come tutte le altre specie vegetali: “In questo senso ci sono dei fenomeni evidenti come lo spostamento a quote e latitudini più elevate per cercare aria più fresca. Altre evidenze scientifiche parlano anche di anticipo della fioritura e di caduta delle foglie, significa che si è ridotto il periodo della dormienza durante l’inverno, importantissima per prepararsi alla stagione dove si arriva alla fioritura”.
Ma noi cosa possiamo fare per dare una mano agli alberi in una situazione davvero complicata? “Il ripristino della natura dipende dai decisori politici, ma se i cittadini mettono nella consapevolezza l’importanza di ogni singolo albero possono dare il loro contributo. Questo porta a esercitare una maggiore pressione sulla politica. Si può fare molto anche nelle fasi di acquisto da consumatori dove si deve prediligere un certo tipo di legname, fidandosi solo dei marchi di certificazione che testimoniano come quei prodotti derivino da foreste gestite in maniera sostenibile. Senza dimenticare che gran parte della deforestazione è dovuta alla liberazione di terreni per coltivare soia, palma da olio, caffè, canna da zucchero e altro. Dobbiamo dunque essere attenti su che tipi di prodotti non legnosi compriamo, perché possono derivare dalla deforestazione di paesi anche molto lontani”, conclude Ciccarese.