La Giornata Pro Orantibus ci avvicina ai monasteri e apre spazio alla preghiera. Un momento dedicato a chi prega in silenzio. E che arriva dall’antichità.
La fede al centro, questa è la missione della giornata e dei monasteri che spesso sono dimenticati ma che ci danno una grandissima testimonianza di forza.
Ma da dove nasce questa ricorrenza? Lo spiega il presidente della San Pio X al fianco dei monasteri di clausura da 70 anni, Daniele Bolognini, a Notizie.com: “La Giornata fu ideata da Giovanni XXIII ed è dedicata al mondo della clausura. Oggi va molto di moda istituire giornate, ma questa è davvero antichissima. Vuole richiamare l’attenzione generale sul mondo della clausura e svelare come in realtà questo sia aperto a tutti”.
Un momento collettivo per capire l’importanza della preghiera e per recuperare alcuni valori che ormai si sono persi nella nostra società. “Gli eventi che si organizzano in questa giornata sono legati alla preghiera e sono aperti a chiunque voglia partecipare alle varie fasi di una giornata di preghiera. Sono momenti che solitamente le suore vivono da sole, ma spesso, anche se non lo sappiamo, alcune preghiere sono aperte a tutti. Noi del San Pio X ci preoccupiamo di far conoscere a più persone possibili questa realtà e queste situazioni“, aggiunge Bolognini.
Andando a fondo a questa giornata dedicata ai monasteri di clausura diventa interessante approfondire l’argomento anche su come si vive all’interno di questi posti di preghiera. Il presidente del San Pio X, Daniele Bolognini, spiega: “I monasteri di clausura sono dei baluardi spirituali della società di oggi. A volte sono un po’ fuori delle città, a volte all’interno, ma sembrano delle roccaforti invalicabili. In realtà non è così perché molti momenti sono anche aperti alle persone comuni”.
Attimi che potremo condividere oggi in una giornata interamente dedicata a questi luoghi. “La vita di un monastero di clausura mette al centro della giornata la preghiera. Sono sempre molto indaffarate le suore che con ore di preghiera trovano difficoltà a portare avanti la vita della comunità nelle cose più semplici come cucinare, stirare o quant’altro. Sono sempre un po’ di corsa. Il loro mettere la preghiera al centro della giornata dovrebbe esserci da esempio per dedicare almeno una parte della nostra vita proprio alla fede“, spiega il presidente.
Una vita che apre però la strada a nuove sfide, anche tecnologiche. Continua Bolognini: “Soprattutto dopo il Covid sono arrivate nuove sfide legate anche a internet. Si è capito, soprattutto grazie all’aiuto delle consorelle più giovani, che poteva essere uno strumento per diffondere la fede, basti pensare allo streaming delle preghiere, i social media e quant’altro. Tutti mezzi per avvicinare gli esterni alla fede”.