Nel sud del Libano la base italiana Unifil di Shama è stata colpita da razzi: le condizioni dei militari feriti della Brigata Sassari.
È accaduto ancora. Stavolta, però, con conseguenze più dirette e gravi. Una base Unifil a comando italiano in Libano è stata attaccata da un lancio di razzi. 4 militari sono rimasti feriti. L’ultimo episodio era avvenuto 3 giorni fa senza conseguenze per i soldati.
Dopo i primi raid, classificati come “incidenti” causati da Israele diverse settimane fa, Tel Aviv aveva parlato del fatto che i miliziani di Hezbollah avrebbero utilizzato Unifil come scudo. Chiedendo al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di interrompere la missione di pace. Richiesta rimandata al mittente. Ma attualmente starebbe accadendo l’inverso.
I 4 militari italiani sono inquadrati nella missione di interposizione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale (Unifil). La base colpita è la Unp 2-3 di Shama, nel sud del Libano. Si tratta di 4 soldati della Brigata Sassari, tutti sardi. Non è stato necessario il ricovero in ospedale ed hanno già parlato con i propri familiari, rassicurando loro di star bene. I nominativi e le località di provenienza dei quattro militari non sono stati resi noti.
La base italiana è stata colpita alle ore 13 circa da 2 razzi da 122 millimetri. La struttura ospita il contingente italiano ed il comando del settore ovest di Unifil. Da una prima ricostruzione, i razzi esplosi avrebbero colpito un bunker della base e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture vicine. Alcuni vetri, a causa dell’esplosione si sono frantumati colpendo i 4 militari italiani, feriti in modo lieve.
Una delle strutture colpite ha anche preso fuoco, ma le fiamme sono state rapidamente spente dal personale della base. La Brigata Sassari si trova a Shama dallo scorso agosto e rimarrà nell’area operativa sino a febbraio. Si trovano qui circa 500 militari, i cosiddetti dimonios della Sassari che appartengono al Comando Brigata, al 151esimo Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al 5o Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45esimo Reparto Comando e Supporti Tattici Reggio.
Nell’area di Shama da giorni sono in corso scontri tra Hezbollah e l’Idf, l’esercito israeliano. Le forze armate di Tel Aviv stanno tentando di neutralizzare i bunker e i depositi di armi di Hezbollah. Questa mattina, poco prima che si verificassero le esplosioni, l’Idf ha abbattuto due droni di Hezbollah nei pressi della base. Sulla struttura Unifil sarebbero arrivati tre razzi. Uno di questi sarebbe esploso vicino a Casa Italia, un edificio adibito a pizzeria. Un altro, invece, è finito sul bunker numero 2, all’interno del quale erano presenti i militari italiani.
Un team di Unifil si è recato nella base italiana per verificare la dinamica dell’evento. I soldati erano nei bunker perché era scattato il livello di allerta 3, segnalato durante i momenti di particolare pericolosità per attacchi tra Israele ed Hezbollah in quel momento, che impone anche l’utilizzo di elmetto e giubbotto. “Tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di Unifil e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Come lo abbiamo detto a Israele, così lo diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah: i militari italiani non si possono toccare. – ha detto invece Antonio Tajani, Ministro degli Esteri – Questa organizzazione non può pensare di giocare con le armi. Se non le sanno usare decidano di fare altro. Se pensano di continuare a fare danni alla base italiana hanno sbagliato”.
“È intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita. – ha commentato il Ministro della Difesa Guido Crosetto – Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile“.