Da ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant sono destinatari di mandati di arresto.
I crimini contro l’umanità sono tornati prepotentemente d’attualità negli ultimi anni. L’ultimo caso è quello di ieri che ha visto spiccare mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
La questione, come ha sottolineato nelle scorse ore l’organizzazione Human Rights Watch (Hrw), è che si tratta di un reato mai formalmente codificato a livello internazionale. Ma andiamo con ordine. A voler arrestare Netanyahu e Gallant, ma anche il presidente russo Vladimir Putin, è la Corte penale internazionale (Cpi) con sede all’Aia, in Olanda. Il Tribunale ha effettivamente competenza su crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini di aggressione e genocidio.
Ma la sua giurisdizione ed il suo funzionamento sono contenuti nello Statuto di Roma, siglato “solo” da 124 Paesi nel 1998. I mandati di arresto sono quindi validi solo sui territori dei 124 Paesi che hanno aderito alla Cpi. E non è il caso di Israele, Russia e Stati Uniti, ad esempio, che non hanno mai siglato lo Statuto. È per questo che Hrw sta pressando le Nazioni Unite per avviare negoziati formali per un trattato che prevenga e punisca i crimini contro l’umanità. A frenare i negoziati all’interno dell’Onu c’è proprio la delegazione russa.
La questione, comunque, verrà sottoposta a votazione oggi venerdì 22 novembre. “La mancanza di un trattato – ha spiegato Richard Dicker, consulente legale senior presso Human Rights Watch – lascia un netto divario nella protezione dei civili chiaramente a rischio. Se la Federazione Russa cerca di ostacolare il progresso, altri paesi dovrebbero assicurarsi che questa strategia fallisca“.
I crimini contro l’umanità, insomma, sono gli unici reati ancora deregolamentati a livello internazionale. La questione è molto dibattuta sia per una precisa connotazione sia per l’effettiva applicabilità di una norma. Uno dei primi casi in cui si è distinto il crimine di guerra da quello contro l’umanità è stato nel corso dei dibattimenti al Tribunale di Norimberga contro i nazisti. Proprio per evitare controversie si è spesso deciso di “spacchettare” i crimini contro l’umanità in diversi reati.
Parliamo del genocidio, dei crimini di guerra, della tortura, delle sparizioni forzate e dell’apartheid. Tutti crimini per cui sono previsti, invece, trattati internazionali all’Onu. “È fondamentale che i membri delle Nazioni Unite sostengano l’obiettivo della bozza di risoluzione, – ha continuato Dicker – stabilendo una tempistica precisa per l’avvio e il completamento dei negoziati su una nuova convenzione internazionale necessaria. In un momento di crescenti conflitti nel mondo, il voto invierebbe un messaggio cruciale: le protezioni del diritto internazionale si stanno rafforzando, non indebolendo”.