Le forze dell’ordine sono impegnate in queste ore in controlli a tappeto contro i botti illegali in tutta la provincia di Napoli.
A pochi giorni dalla tragedia di Ercolano i carabinieri hanno fatto partire la stretta contro i pericolosissimi botti di Capodanno illegali. Tra il materiale sequestrato in queste ore, alcuni fuochi pronti per la vendita hanno destato l’attenzione delle forze dell’ordine: le bombe di Sinner.
Un nome nuovo per una tipologia di ordigno illegale che il marketing criminale affibbia ogni anno tipicamente ad un campione dello sport. Una tradizione cominciata con il famigerato pallone di Maradona e continuata recentemente con la bomba scudetto o la kvara, dal nome del calciatore georgiano del Napoli Khvicha Kvaratskhelia. Stavolta è toccato al numero uno del tennis mondiale Jannik Sinner.
Si tratta nello specifico di potenti “cipolle” acquistabili sottobanco sulle bancarelle che tra non molto spunteranno come funghi a Napoli e provincia. E che sono prodotte altrettanto illecitamente in fabbriche improvvisate come quella di Ercolano, la cui esplosione il 18 novembre scorso è costata la vita a tre giovanissimi. Bisogna ricordare che sullo scoppio sono in corso indagini serrate da parte di Procura di Napoli e carabinieri.
Gli inquirenti hanno ipotizzato che la morte dei ragazzi sia sopraggiunta come conseguenza della violazione delle norme di sicurezza sul lavoro e sulla detenzione di materiale esplodente. Al momento è stato denunciato un uomo di 38 anni che aveva intestato l’immobile regolarmente accatastato ma utilizzato per la fabbricazione illegale dei botti alla figlia 13enne. A perdere la vita sono stati un ragazzo di 18 anni di origine albanese, Samuel Tafciu, e due gemelle di 26 anni, Aurora e Sara Esposito.
Tornando all’operazione dei carabinieri, questa è stata portata avanti nello specifico a Pozzuoli, presso un appartamento di un 24enne incensurato. Qui i militari hanno trovato 486 ordigni illegali di vario tipo per un peso complessivo vicino ai 50 chili. Il 24enne è finito in carcere e deve rispondere di detenzione illegale di materiale esplodente. “Sembra che sia stato inventato un nome nuovo ma il dramma sociale resta invariato”, hanno fatto sapere i carabinieri.
“Botti di capodanno pieni di polveri pericolosissime. – si legge in una nota dell’Arma – La criminalità organizzata si adegua al mercato e il dato è oggettivo. L’attività di traffico, della produzione e del deposito di fuochi pirotecnici illegali è iniziata prima rispetto al passato. Si tratta di ordigni pericolosissimi messi spesso nelle mani di giovanissimi incensurati. Persone inesperte e inconsapevoli che nascondono in cantine o in abitazioni del materiale potenzialmente letale”.
Un traffico di esplosivi pirotecnici che non si ferma ai confini partenopei. Grazie al web si spinge in tutta Italia fino ad arrivare all’estero con spedizioni in tutto il mondo. I carabinieri si sono avvalsi del contributo del nucleo artificieri, veri esperti del settore. Le attività si svolgono sempre in ambienti dove la polvere da sparo aleggia nell’aria. Anche un cellulare che si surriscalda può innescare la deflagrazione. Delle vere e proprie bombe tenute alle intemperie e spesso esposte all’umidità che tende a renderle ancor più pericolose. Con oggi sono già 5 le persone finite in manette per detenzione illecita di materiale esplodente.