Molti si chiedono cosa accade alla pensione quando, durante la carriera professionale, si sono versati contributi a due enti differenti.
Può accadere a molti lavoratori di cambiare impiego nel corso della propria carriera professionale. Tale cambiamento potrebbe influire sui contributi versati, poiché alcuni settori prevedono una cassa previdenziale differente rispetto all’Inps.
Ad esempio chi svolge attività di collaborazione coordinata e continuativa di natura giornalistica è obbligato ad iscriversi alla Gestione previdenziale dell’Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani). Cosa accade, dunque, a chi ha versato i contributi Gestione previdenziale dell’Inpgi e successivamente ad un’altra cassa previdenziale o all’Inps? Vediamo, nel prossimo paragrafo, tutto quello che bisogna sapere in queste determinate situazioni.
I giornalisti che svolgono attività coordinata e continuativa e iscritti all’Albo dei giornalisti, indipendentemente se all’elenco professionisti, dei pubblicisti o al registro praticanti, sono obbligati ad iscriversi all’Inpgi per il versamento dei contributi.
Come abbiamo precedentemente accennato, può accadere che un professionista decida di cambiare lavoro e intraprendere una nuova carriera in un settore differente. In questo caso, anche non cancellandosi dall’Albo dei giornalisti, il lavoratore dovrà procedere alla cancellazione dall’Inpgi ed iscriversi alla nuova cassa previdenziale o alla Gestione Separata dell’Inps (riservata ai lavoratori autonomi per le attività che non prevedono una cassa specifica) o iniziare a versare i contributi all’Inps in caso di lavoratori dipendenti.
I contributi versati in precedenza rimarranno nelle rispettive casse nelle quali sono state versate, nel caso specifico: all’Inpgi per la pensione derivante da attività giornalistica e all’Inps, o nella nuova cassa, per la pensione derivante da attività non giornalistica. Una volta raggiunta l’età pensionabile, il lavoratore percepirà due pensioni differenti, ma potrebbe optare anche per il cumulo dei contributi, soprattutto se non si è in possesso dei requisiti minimi previsti da uno o entrambi gli enti. Per procedere vi sono tre strade differenti: totalizzazione nazionale, ricongiunzione e cumulo contributivo. La prima prevede il trasferimento dei contributi da un ente ad un altro e può essere operata prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici con una rivalutazione dei montanti al tasso 4,5% annuo. Gli altri due, prevedono requisiti specifici, e si basano sul metodo contributivo risultando convenienti per contributi significativi versati. Per quanto riguarda la scelta è sempre bene valutare con l’Inps o con un professionista così da capire quale sia la più conveniente in base all’attività svolta ed i contributi versati.