Si era discusso tanto del taglio del Canone Rai nella Manovra 2025, un cambiamento che avrebbe dovuto ridurre il costo da 90 a 70 euro.
Le possibili modifiche del testo non hanno portato agli effetti sperati soprattutto da Antonio Tajani e Matteo Salvini.
Sebbene il leader di Forza Italia si sia pronunciato in maniera positiva al Corriere della Sera, quello che emerge è la mancanza di risorse che impediranno la modifica con abbassamento del Canone. Tajani ha specificato: “Il clima era ottimo, per le proposte per cui non c’è copertura aspettiamo di vedere quanto arriverà dalla riapertura del concordato e destineremo le risorse in maniera equa”.
Nonostante questo c’è dispiacere per l’opportunità sfumata di abbassare il Canone Rai per gli italiani, cosa che aveva ribadito Matteo Salvini con una nota sabato scorso, specificando che questo taglio era previsto dal programma del governo e della Lega. Il Canone Rai rimarrà dunque obbligatorio, all’interno della bolletta della luce, per un totale di 90 euro ad anno fino a eventuali variazioni. Una cifra spalmata su più bollette, ma comunque da pagare.
Salta anche il taglio dell’Irpef
Nei discorsi fatti ieri sulla Manovra 2025 è tornato in auge il taglio dell’Irpef una politica portata avanti da Forza Italia, ma che in realtà non ha trovato strada verso la sua risoluzione. Per la riduzione voluta, che doveva far passare tutto dal 35 al 33%, sarebbero stati necessari 2.5 miliardi anche escludendo tutte quelle persone con redditi fino a 60mila euro.
Viene specificato nel comunicato che sarà il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a “valutare alla luce delle coperture necessarie la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, in particolare relative alle forze dell’ordine, a quelle produttive e sociali”.
Seguendo i dati Istat a oggi si parla di canone Rai versato da circa 16 milioni di contribuenti, una cifra che parla di quasi un miliardo e mezzo di euro nelle casse dello Stato per ogni anno.
La maggioranza ha depositato 220 emendamenti con richieste di modifica ancora non approvate. La Premier Giorgia Meloni affida dunque a Giorgetti il dovere di fare i conti cercando di venire incontro agli italiani, ma anche delle casse del Governo.
Nella nota però rimane una possibilità ancora verso un futuro di tagli, leggiamo: “È intenzione del Governo andare ad ascoltare con grande attenzione le proposte migliorative che giungeranno dal Parlamento, sempre nel rispetto di una legge di bilancio seria e con la dovuta attenzione ai conti pubblici che devono affrontare i gravissimi danni causati dal superbonus che nel 2025 graverà ancora sulle casse dello Stato italiano più dell’intera manovra”.
