Prosegue il dibattito internazionale sulla decisione della Cpi di spiccare mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
“Gli Stati membri dell’Unione europea sono tenuti a rispettare un mandato di arresto della Cpi”. Così Mounir Satouri, presidente della sottocommissione europea per i diritti umani (Droi). Il caso è quello che sta tenendo banco da giorni sul fronte internazionale.
Il 21 novembre scorso, infatti, la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso i mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Una decisione che ha di fatto spaccato l’opinione pubblica ed i governi di mezzo mondo.
Secondo i giudici, nell’ambito della guerra di Israele contro Hamas, cominciata il 7 ottobre 2023, la popolazione della Striscia di Gaza sarebbe stata intenzionalmente e consapevolmente privata di cibo, acqua e medicine. Per questo Netanyahu e Gallant sono stati accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Il presidente della Droi Mounir Satouri ha affermato che la decisione della Cpi è vincolante per tutti gli stati membri dell’Ue. Anche in virtù dello Statuto di Roma di cui sono parte. “I principi del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario si applicano a tutti noi e ci proteggono tutti. – ha spiegato il presidente – Gli stati membri dell’Ue sono tenuti a rispettare qualsiasi mandato di arresto della Corte. Così come tutti gli stati che sono parte dello Statuto di Roma”.
“Si tratta di una decisione giudiziaria. Emessa da una corte internazionale la cui legittimità, indipendenza, imparzialità e competenza abbiamo tutti riconosciuto. – ha continuato Satouri – Un’applicazione incompleta delle decisioni della Cpi danneggerebbe gravemente il sistema legale internazionale e la sua credibilità. Nonché i valori su cui si fonda la nostra Unione europea“. La sottocommissione nelle scorse settimane ha incontrato all’Aia i membri della Corte internazionale di giustizia, della Corte penale internazionale, di Eurojust. Droi si è inoltre relazionata con gli ambasciatori dei principali Paesi partner e i rappresentanti della società civile e dei media.
“Come abbiamo sottolineato durante la recente missione del sottocomitato Droi all’Aia – ha concluso Satouri – siamo molto preoccupati per le inaccettabili minacce politiche rivolte alla Cpi. Invitiamo tutte le istituzioni dell’Ue e gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per garantire la protezione della Corte e la sua integrità“.